Animata discussione al direttivo della Filctem di Pisa Cammilli critica i cedimenti della CGIL sul contratto nazionale Invita i delegati a non farsi illudere dai risultati delle elezioni amministrative Dal corrispondente della Cellula "Vincenzo Falzarano" di Fucecchio Spesso alle riunioni dei delegati del direttivo provinciale di Pisa della Filctem (la categoria dei chimici, del tessile e dell'abbigliamento della Cgil) la presidenza deve sollecitare la discussione. Così non è avvenuto giovedì 19 maggio dove, per il numero elevato, gli interventi sono stati limitati a 10 minuti. Oltre ai segretari provinciale e regionale, al rappresentante della Camera del lavoro di Pisa e a quello della segreteria nazionale anche i delegati hanno fatto sentire la loro voce. Tra questi utlimi, il compagno Andrea Cammilli ha svolto un applaudito intervento. Al centro del suo discorso ha messo l'atteggiamento della Cgil verso governo e Confindustria, che dev'essere intransigente, e le decisioni dell'ultimo direttivo nazionale tenutosi il 10 e 11 maggio. Con il neoduce Berlusconi e con la Marcegaglia non ci sono spazi di manovra. Entrambi sono nemici giurati dei lavoratori: il primo è il nuovo Mussolini che ha instaurato un nuovo regime fascista, la seconda vuole l'immunità anche per chi uccide i lavoratori, come ad esempio il padrone della ThyssenKrupp. Riguardo al direttivo nazionale svoltosi alcuni giorni prima il giudizio del compagno Cammilli è stato negativo, sviluppando l'intervento di un altro delegato dell'area "La Cgil che vogliamo", anch'esso molto critico. La Cgil, anche se non all'unanimità, ripropone il vecchio "patto sociale" e intende alleggerire il contratto nazionale a favore della contrattazione di secondo livello. Anziché contrastare il modello Marchionne si va incontro alle posizioni dei sindacati filo-governativi Cisl e Uil. Il richiamo all'unità è fuorviante perché sono proprio Bonanni e Angeletti, assieme a Sacconi e al governo, che vogliono dividere i lavoratori e isolare la Cgil. Prevedibili gli interventi, sopratutto dei dirigenti, che hanno sparso illusioni su eventuali cambiamenti del clima politico a seguito dei recenti risultati elettorali. Cammilli, alla fine del suo intervento, ha risposto anche a loro, invitando i delegati a non illudersi perché non solo le rivoluzioni non escono dalle urne, ma neanche vi fioriscono le "nuove primavere". Piuttosto, con le urne si possono ottenere alcuni risultati concreti e riferendosi ai referendum del 12 e 13 giugno ha invitato la Cgil a dare il suo contributo alla battaglia referendaria e a sostenere i vari comitati per il Sì. 25 maggio 2011 |