La Camusso sbaglia L'accordo del 28 giugno non neutralizza l'art. 8 della manovra del governo Ma davvero, come sostiene Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, la firma definitiva posta il 21 settembre scorso sull'accordo interconfederale del 28 giugno, con l'aggiunta della clausola che impegna le parti ad attenersi ad esso "applicandone compitamente le norme", ha reso inutile, di più, ha neutralizzato l'articolo 8 della manovra economica che mina dalle fondamenta il diritto del lavoro riportandolo indietro di 100 anni? Sono tanti a dire di no, a partire dai cofirmatari Marcegaglia, Bonanni, e Angeletti, oltre all'autore principale di questa infame norma di legge, il ministro Maurizio Sacconi. Tra questi c'è Piergiorgio Alleva che è professore di diritto del lavoro ma anche responsabile della consulta giuridica della CGIL che alla suddetta domanda risponde secco: "Dal punto di vista giuridico sicuramente no. Perché l'articolo 8, a parte il fatto che è incostituzionale, finché non sarà dichiarato tale o non sarà abrogato per altra via è una norma di legge. Ed è una norma che conferisce una potestà diretta ai rappresentanti aziendali dei sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale o territoriale. Tali soggetti - aggiunge - possono fare accordi in deroga sia ai contratti nazionali che alle precedenti leggi del lavoro, Questa potestà discendente dalla legge non può essere inibita da un accordo. E quindi se qualche sindacalista locale malgrado l'accordo del 28 giugno, decidesse di avvalersi delle deroghe previste dall'articolo 8, avremmo al massimo una responsabilità di tipo disciplinare interna del singolo appartenente a una determinata organizzazione. Risultato: la sanzione sarebbe acqua fresca, ma intanto il contratto derogatorio resterebbe valido e i lavoratori coinvolti perderebbero il diritto". A proposito della suddetta clausola aggiuntiva "che impegna i firmatari e le rispettive strutture a rispettare l'accordo del 28 giugno", accordo che consente deroghe ai contratti ma non a leggi nazionali, Alleva fa notare che "quella stessa clausola non prevede l'impegno esplicito di non applicare l'articolo 8. Per cui anche se l'interpretazione corretta di quelle cinque righe fosse quella della Cgil - e cioè l'articolo 8 c'è ma non lo usiamo - è chiaro che quello che sta venendo fuori è un feroce guazzabuglio". 12 ottobre 2011 |