Su ordine di "Liberazione" (e di Sinistra arcobaleno) Il neoparlamentarista Caruso bacchetta don Della Sala che sostiene l'astensionismo Durante la recente campagna elettorale l'organo di stampa del PRC insieme a tutta la Sinistra arcobaleno ha imbastito una vergognosa operazione antiastensionista. A pagina 2 dell'edizione del 10 aprile scorso "Liberazione" ha pubblicato la lettera di don Vitaliano Della Sala indirizzata al presidente della Repubblica in cui il prete noglobal stigmatizza il marcio sistema elettorale borghese, condanna "la casta dei politici", definendola la "camorra politica dei partiti" e invita gli elettori a "non votare più il meno peggio" a "non turarsi più il naso" e a esercitare "il diritto-dovere di non-votare" astenendosi. A dir poco sprezzante la risposta costruita ad arte dalla direzione del giornale che, oltre al velenoso corsivetto introduttivo in cui si definisce la missiva di Della Sala "una lettera molto dura contro la politica istituzionale e dei partiti, che contiene affermazioni che non condividiamo", a pagina 3 ha pubblicato anche la sdegnata replica ordinata dal vertice della Sinistra arcobaleno e affidata al pennivendolo neoparlamentarista Francesco Caruso. Il candidato di Bertinotti in Veneto si rivolgeva a don Vitaliano usando toni paternalistici ma col chiaro intento di far finta di parlare alla nuora affinché suocera intenda. "Caro Vitaliano - sentenzia infatti l'allievo di Toni Negri - Comprendo la tua indignazione e il tuo disincanto, ma non ne condivido la conclusione: il non voto può essere un modo per mettersi a posto con la propria coscienza individuale, e so bene quanto tu ritenga fondamentale questo aspetto, ma non credo risolverà i problemi politici della fase attuale". Di più. Caruso è "preoccupato" perché la scelta di astenersi come "risposta alla crisi della politica" lascerebbe, a suo dire: "il campo libero ad un processo di americanizzazione nel quale l'astensione di massa è una delle sue componenti principali" e perciò aggiunge: "Bisogna contrastare con forza quest'ulteriore processo di degenerazione della democrazia, ma certo la partita non si può giocare sulle trincee della difesa ad oltranza delle forme tradizionali e incancrenite della partecipazione e della rappresentanza politica: sarebbe da folli pensare di aggredire il problema della crisi dei partiti, fondandone uno nuovo. È invece nel reticolo plurale e informale dei movimenti, nelle dinamiche di conflitto che sfuggono alla sussunzione e ricostruiscono spazio pubblico, legame sociale, che bisogna volgere lo sguardo". Insomma "l'alternativa di società" che propone Caruso e la Sinistra Arcobaleno si costruisce dentro il parlamento borghese. Lo sviluppo della lotta di classe, l'abbattimento del capitalismo e la conquista del socialismo, per Caruso, Bertinotti e Diliberto sono "concetti utopistici". Per risolvere tutto basterebbe una semplice "riconnessione tra la politica e il sociale incastonata nelle forme di resistenza sociale, di conflittualità ed autorganizzazione sociale, di autoproduzione di cultura e di società, in grado di costruire spazi liberati ma anche di irrompere per rompere il teatrino della politica che stanno allestendo". Un inganno in cui non son caduti un gran numero di ex elettori del PRC scegliendo di astenersi. 23 aprile 2008 |