Il caso Boffo mette a nudo la "sporcizia" che esiste in Vaticano Il papa denuncia il carrierismo e la sete di potere di chi ha "un ruolo di governo nella Chiesa" "Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa?", è stata la domanda affermativa che Benedetto XVI ha usato il 3 febbraio scorso, durante l'udienza generale, per denunciare il carrierismo e la sete di potere di "molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità e lavorano per se stessi". Una denuncia che nulla toglie alle sue responsabilità politiche di numero uno del Vaticano ma che conferma quanto delicata sia la situazione in casa sua provocata dai veleni del caso Boffo, l'ex direttore di Avvenire dimessosi dopo le notizie su una vecchia condanna per molestie pubblicate dal berlusconiano Il Giornale. Un caso che ha messo a nudo la "sporcizia" che esiste in Vaticano e che ha spinto il Papa a intervenire mentre fino ad allora era stato zitto sul vergognoso killeraggio messo in atto dal sicario giornalista Vittorio Feltri nell'agosto scorso. Il direttore de Il Giornale si ritrovava tra le mani una velina confezionata ad arte per colpire l'allora direttore di Avvenire, critico nei confronti del puttaniere Berlusconi e la sparava come verità. Una nota falsa, come lo stesso Feltri sarà costretto a ammettere ma che alimenterà l'attacco che porterà alle dimissioni di Dino Boffo. Lo scorso 1 febbraio Boffo e Feltri hanno un faccia a faccia nel quale la penna avvelenata di Berlusconi affermava che "la notizia non mi è piovuta dal cielo né mi è arrivata dal barista del giornale. Mi è stata consegnata da una persona affidabile del mondo cattolico, della Chiesa". Alla domanda di Boffo su chi fosse tale persona, Feltri rispondeva "perché Bertone ce l'ha tanto con te? Perché Vian ce l'ha tanto con te?". Una allusione, vera o falsa che sia, che indicava quali mandanti il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone e il direttore dell' Osservatore Romano Giovanni Battista Vian. Che avrebbero lavorato per colpire l'assise dei verscovi, la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) diretta da Angelo Bagnasco e il suo predecessore Camillo Ruini. In altre parole Feltri avrebbe utilizzato a vantaggio del suo padrone Berlusconi il frutto di una contesa tutta interna al Vaticano. Inevitabile che le attenzioni si spostassero su cosa succede in Vaticano, dove è in atto una vera e propria guerra sotterranea per il potere. Certamente tra il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e l' ex vicario cardinale Camillo Ruini, l'uomo che Wojtyla, spalleggiato da CL, aveva investito del compito di garantire alla Chiesa "un ruolo trainante" nella società italiana. Nel 2007 si insediava alla guida della Cei il cardinale Angelo Bagnasco e il cardinale Bertone in una lettera gli comunicava che le relazioni con partiti e istituzioni politiche, gestite dalla Cei, venivano avocate alla Segreteria di Stato. Un ridimensionamento della Cei non accettato da Ruini che alla fine dell'estate 2009 riceveva il premier Berlusconi e Gianni Letta. Con i riflettori puntati sul Vaticano, il Papa non poteva continuare a tacere. 24 febbraio 2010 |