In concorrenza con gli Usa Centroamerica e Ue negoziano sul commercio L'Unione europea imperialista cerca di accaparrarsi i mercati di acqua, energia, strade Ha preso il via a fine giugno a Bruxelles il negoziato per l'Accordo di associazione (Ada) tra l'Unione europea e i Paesi centro americani. Ma quello che interessa all'imperialismo europeo non è tanto un accordo di cooperazione quanto la possibilità di liberalizzare gli scambi fra le due aree economiche e di aumentare le possibilità di affari per le multinazionali europee sui mercati di acqua, energia e strade di Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. Un accordo che allarghi lo spazio di penetrazione in competizione col concorrente imperialismo americano. Non a caso il modello per la definizione dell'Ada è l'equivalente accordo tra i paesi dell'area e gli Usa, il Cafta (Central America Free Trade Agreement), ratificato nell'ultimo anno e mezzo da tutti i Paesi della regione eccetto il Costa Rica che deciderà con un referendum il prossimo ottobre. L'Ada è la risposta della Ue al Cafta, ha affermato in maniera esplicita il commissario europeo al commercio Peter Mandelson perché la Ue, cosiccome gli Usa, una volta in crisi i negoziati multilaterali in sede Wto ha scelto di rafforzare la strada dei negoziati bilaterali con l'America Centrale, come con la Comunità andina di nazioni (Can) e con l'Asean (l'Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico). Da registrare che nel primo anno di applicazione del Cafta la bilancia commerciale dei paesi centroamericani con gli Usa ha registrato il deficit peggiore degli ultimi dieci anni. L'Unione europea punta in particolare a conquistarsi uno spazio maggiore nel settore dei servizi. La svendita di comparti strategici per le economie nazionali centroamericane come la generazione dell'energia idroelettrica, la costruzione e gestione di autostrade, la gestione del servizio idrico nelle città più importanti e già iniziata e sono già in azione le aziende europee, dalle spagnole Endesa e Union Fenosa alle italiane Astaldi, Colacem ed Enel, interessate a vari lucrosi progetti. Con l'accordo in via di negoziazione le multinazionali europee avrebbero la strada ancor più facilitata. 29 agosto 2007 |