Decisioni unanimi del direttivo nazionale La Cgil conferma il no all'accordo separato sul modello contrattuale Programmati assemblee in tutti i luoghi di lavoro e il referendum di validazione. Indette 4 ore di sciopero per rivendicare misure contro la crisi Il 4 aprile manifestazione nazionale a Roma Il direttivo nazionale della Cgil, tenutosi il 29 e 30 gennaio, ha approvato all'unanimità la decisione di non sottoscrivere l'accordo separato del 22 gennaio sul modello contrattuale padronale e corporativo imposto da governo e Confindustria, con la complicità di Cisl, Uil e Ugl. Un risultato questo non scontato e che rappresenta una forte risposta anche al proditorio attacco di Veltroni lanciato dalla trasmissione televisiva "Porta a porta", tacciando ingiustamente la Confederazione di "conservatorismo". Oltre a questa, il direttivo ha assunto altre importanti decisioni: la proclamazione di 4 ore di sciopero a disposizione delle strutture e l'avvio di una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro (dal 9 febbraio al 9 marzo) per informare sui contenuti dell'accordo separato. A questo proposito, la Cgil non intende rinunciare ad organizzare il voto referendario sull'accordo, anche se Cisl e Uil si oppongono. Al termine dello svolgimento delle assemblee la Confederazione organizzerà infatti "il pronunciamento dei lavoratori e delle lavoratrici, iscritti e non - è scritto nel documento conclusivo - anche sulla base di un dispositivo che verrà appositamente predisposto; che coinvolgerà con apposite modalità pensionate e pensionati". L'accordo smantella il Ccnl e taglia i salari Secondo il direttivo Cgil, nella riunione del 22 gennaio scorso a Palazzo Chigi non è stata avanzata "nessuna risposta sui problemi, e si è scelto da parte del Governo e delle imprese di mascherare quel nulla, forzando un accordo separato sugli assetti contrattuali. Si è volutamente cercata la divisione del sindacato". "La Cgil ha detto no a quell'accordo - si legge nel documento - perché non tutela i salari, perché indebolisce la contrattazione a partire dalle deroghe e dalla limitazione dell'autonomia contrattuale delle categorie, perché limita il diritto di sciopero, attraverso una misurazione della rappresentatività non condivisibile. Che va configurandosi come prima tappa di un intervento generale sulle regole dello sciopero che abbiamo considerato inaccettabile. Così come è costruito l'accordo separato non produce l'universalità del modello, è già evidente la differenza tra pubblico e privato, ma sarà ulteriormente differenziata dagli accordi specifici, ovvero dalle cosiddette intese applicative con le singole associazioni di impresa". La Cgil denuncia lo "smisurato affidamento alla bilateralità, che sganciato da una precisa attività contrattuale può favorire una pericolosa scelta di sostituzione della contrattazione e costituzione di un ceto che può trasformarsi in casta. Scelta chiaramente visibile nella proposta di concezione corporativa del welfare, contenute nel Libro Verde" del ministro Sacconi. "Mentre si accentua la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni - continua il documento - nulla si fa per contrastare l'evasione e l'elusione fiscale". No a innalzamento dell'età pensionabile alle donne e modifica coefficienti Sulle pensioni, il direttivo ribadisce che "il sistema previdenziale ha bisogno di stabilità, anche per questo, quindi, non possono essere accettate manomissioni a partire dall'innalzamento dell'età pensionabile alle donne e dalla modifica dei coefficienti di trasformazione relativi al sistema di calcolo contributivo. Nel documento è chiesto di ripristinare la flessibilità in uscita che, secondo la Cgil, rappresenta "l'unico strumento valido" per unire, in termini pensionistici, parità uomo donna e libertà di scelta individuale. Comunque "non accetteremo che una logica di tagli ispiri processi di 'riforma". Critica alla manovra anticrisi L'approvazione della manovra anticrisi (ex decreto 185) "conferma il nostro giudizio - afferma il direttivo della Cgil - di un governo che non ha un'idea sul come affrontare la crisi, è inadeguato, non stanzia risorse, e scarica i costi della crisi sulle condizioni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati". Gli ammortizzatori sociali: sono assolutamente inadeguate le risorse stanziate e le modalità previste sia per l'allargamento della cassa integrazione in deroga, che per l'utilizzo dell'indennità di disoccupazione, non rispondono all'urgenza di tutela dei lavoratori precari". "Se al prossimo incontro non arriveranno risposte si porrà il problema di forme specifiche di mobilitazione". A proposito dei provvedimenti del governo a "sostegno del reddito", netto il giudizio sulla social card che per la Cgil "continua a dimostrare i limiti di diffusione e di utilizzo. Si conferma che meglio sarebbe stata un'erogazione diretta alle persone interessate e che è un provvedimento costruito per rivolgersi a pochi, mentre la platea che andrebbe sostenuta è molto più ampia". Il bonus alle famiglie è considerato "un provvedimento una tantum", senza la certezza che "sia usufruito dalle famiglie numerose e in condizioni di povertà". Le iniziative Infine le iniziative. Il direttivo della Cgil ha proclamato "4 ore di sciopero a sostegno delle misure di contrasto della crisi e contro l'accordo separato, la cui gestione è affidata alle strutture". "Da oggi al 4 aprile tutta la Cgil è impegnata a sostenere: Un'ampia campagna di iniziative nel Mezzogiorno con due appuntamenti nazionali del 27 febbraio e del 9 marzo. Lo sciopero con manifestazione nazionale della Funzione Pubblica e della Fiom (del 13 febbraio). La mobilitazione nazionale dei pensionati del 5 marzo. Lo sciopero della conoscenza nel mese di marzo". Inoltre sono in programma l'assemblea pubblica dell'11 marzo a Roma per rafforzare e rilanciare la contrattazione sociale; un'iniziativa pubblica con Legambiente; l'assemblea dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sul lavoro (RLS). Il 4 aprile grande manifestazione a Roma. 4 febbraio 2009 |