Dichiarazione del rieletto sindaco DS di Torino Chiamparino: "Io sono di centro" "In Italia non siamo stati capaci di anticipare il crollo del comunismo" Dopo essersi costruito una carriera politica imbrogliando i lavoratori e le masse popolari, il neopodestà di Torino Sergio Chiamparino ha finalmente deciso di togliersi l'odiosa maschera revisionista dietro sui si nascondeva fin dal 1975, anno della sua iscrizione al PCI, poi PDS e DS, e di mostrare il suo vero volto di rinnegato, anticomunista, borghese, filo clericale e democristiano. Lo ha fatto in diretta TV, appena ultimato il conteggio dei voti per le recenti comunali. Di fronte ai cronisti che gli facevano notare che una buona parte del 66,6% di voti con cui è stato confermato sindaco di Torino proviene da ampi settori della destra, Chiamparino non ha fatto una piega e, senza un minimo di vergogna, ha confessato: "ma io sono di centro". Cioè ancora più a destra della "destra del centro-sinistra" dove fino ad oggi amava collocarsi. Anzi, va addirittura oltre: "credo di avere smesso di essere di sinistra, come qualcuno lo intende, diventando moderato, quando da ragazzo tornavo a casa in pullman dopo le letture rivoluzionarie di Marx ascoltate al partito. Mentre ero lì, insieme a quattro passeggeri a mezzanotte, mi chiedevo cosa fosse più utile in concreto per questa gente, passando dalle architetture teoriche alla vita reale". Dunque "essere di sinistra" per Chiamparino non è mai stata un'aspirazione, ma un mezzo necessario per accrescere il proprio potere politico ed elettorale all'interno del PCI-PDS-DS. Perché "sinistra - per Chiamparino - vuol dire identiche opportunità di partenza. Ecco perché mi sono arrabbiato quando Prodi, da Vespa, non ha saputo rispondere a Berlusconi sulla storia del figlio dell'operaio e dell'imprenditore. Uguali no, ma identiche opportunità, accidenti, sì". Ed ecco perché oggi, dopo l'avvenuta restaurazione fascista sotto nuove forme e nuovi vessilli, gli dà perfino fastidio l'etichetta di "uomo di sinistra" e, da moderatissimo "uomo di centro" si rammarica per non essere stato capace insieme a tutto il PCI di dare il proprio contributo alla restaurazione del capitalismo nell'ex Unione sovietica e nei paesi dell'Est. Per questo motivo, ha ammonito ancora Chiamparino, la parola "sinistra" non deve nemmeno comparire nel nascente partito democratico, perché: "quel termine mica esiste in altri partiti, i socialisti sono socialdemocratici, oppure il labour... Altrove ci si è affrancati prima. In Italia non siamo stati capaci di anticipare il crollo del comunismo, intendo nella trasformazione del partito. Un contenitore moderato deve far convivere le diversità, smuovere le forze del centro laico e cattolico e scatenare un processo di eguale natura anche nella 'sinistra sinistra': mica per niente Bertinotti parla di sinistra europea per il suo raggruppamento". 7 giugno 2006 |