Chi è Angelo Bagnasco, nuovo capo della Cei Il papa nero Ratzinger ha nominato Angelo Bagnasco nuovo capo della Cei dopo ventuno anni di regno assoluto di Ruini, che mantiene la carica di vicario per la diocesi romana. È un ruiniano purissimo e la sua nomina è stata consigliata al papa dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, predecessore di Bagnasco all'arcivescovado di Genova, roccaforte dell'ala più oscurantista delle gerarchie ecclesiastiche. Nato nel 1943 a Pontevico nella Bassa bresciana, Bagnasco è stato ordinato proprio dal nemico numero uno del Concilio Vaticano II e dell'ala morotea della DC, il potente cardinale Giuseppe Siri sostenitore da sempre della subordinazione della donna nella famiglia all'autorità del marito, un principio a suo dire "connesso alla diversità dei ruoli assunti dai coniugi nel matrimonio". Dal 1990 al 1996 Bagnasco è stato direttore dell'ufficio educazione e incaricato della formazione degli insegnanti di religione. Nel 1998 viene nominato vescovo di Pesaro da Ruini che nel 2001 lo fa anche presidente del CdA del quotidiano della Cei "Avvenire". Nel 2002 è segretario della Commissione della Cei per la scuola ed Università, ruolo strategico per riconquistare alla Chiesa il campo dell'istruzione. L'anno successivo è promosso arcivescovo ordinario militare per l'Italia e non c'è angolo sperduto nel mondo in cui non corra ad incontrare i soldati italiani in missione di "guerra". Regala ai soldati il Vangelo e il catechismo. Amministra cresima e comunione. In una lettera ai cappellani militari scrive: "Molte volte restiamo sorpresi incontrando tesori di bontà, di pulizia morale, di eroismo semplice, in situazioni che sembrerebbero impossibili". Ai cappellani sottolinea l'importanza della "dignità della vita umana dal concepimento al suo naturale tramonto, la santità del matrimonio, l'unità e la fecondità della famiglia". Dopo l'eccidio di Nassiriya sottoscrive con slancio quel "non fuggiremo" pronunciato da Ruini nell'omelia funebre il 12 novembre 2003. Nell'ottobre del 2006 è arcivescovo di Genova. Nella sua prima omelia da capo della Cei domenica 4 marzo ha definito "la preghiera non un accessorio, ma una questione di vita o di morte". A fianco di Bagnasco nella carica nevralgica di Segretario generale rimane il vescovo Giuseppe Betori, uomo di stretta fiducia di Ruini confermato dal papa l'anno scorso per un nuovo quinquennio. Apprezzato dalla potente prelatura dell'Opus Dei il successore di Ruini, Bagnasco, ha esordito nel nuovo incarico con un attacco alla legge 194 "E' necessario un ripensamento profondo, che si tratta della vita umana che non si può sopprimere mai" e continua "legittimare qualsiasi istanza vuol dire andare contro un'esperienza millenaria: l'umanità riconosce da sempre il luogo imprescindibile, per la propria perpetuazione, nella famiglia fondata sul matrimonio, formata da un uomo e da una donna, aperta a generare la vita". 4 aprile 2007 |