Pesanti ipotesi di reato per due assessori della giunta fiorentina guidata da Domenici Cioni e Biagi accusati di essere stati corrotti dalla fondiaria di Ligresti Gli "avvisati", il neopodestà e il PD fanno quadrato. Respinta la richiesta di una commissione di inchiesta del Consiglio comunale sull'area di Castello Redazione di Firenze Martedì 18 novembre i carabinieri del Ros di Firenze hanno notificato gli avvisi di garanzia e perquisito gli uffici e le abitazioni degli assessori PD Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica). Perquisiti anche gli uffici della Fondiaria e indagati Salvatore Ligresti, presidente onorario di Fondiaria Sai, il suo braccio destro Fausto Rapisarda, il suo collaboratore Gualtiero Giombini di Europrogetti, gli architetti Marco Casamonti (Archea) e Vittorio Savi, docente di storia dell'architettura, consulenti di Fondiaria Sai per il piano di Castello su indicazione (sostiene lŽaccusa) dell'assessore Biagi, in concorso con i due architetti indagata anche Iole Montefusco, dirigente dell'ufficio urbanistico del comune di Terranuova Bracciolini (Arezzo). Secondo l'accusa i due assessori avrebbero instaurato un rapporto corruttivo a carattere continuativo per favorire Fondiaria oltre a quanto stipulato nella convenzione per la cementificazione di Castello. La sibillina dichiarazione del procuratore Giuseppe Quattrocchi, "è chiaro che nel decreto di perquisizione è stato inserito quanto bastava", lascia intendere che gli episodi contestati a Cioni sono la punta di un iceberg. Per ora all'assessore, candidato alle primarie piddine per la conquista della massima poltrona cittadina alle elezioni della primavera prossima, è stato contestato di aver avuto dalla Fondiaria questi favori: un appartamento in affitto in viale Matteotti per una sua amica, una gratifica ingiustificata per il figlio Alessandro dipendente di Fondiaria e 30.000 euro per stampare il regolamento di polizia municipale, di stampo fascista, recentemente approvato e distribuito a tutta la popolazione. Quest'ultima questione merita una sottolineatura, far stampare il regolamento con cui si perseguita ogni ambulante che stende un tappetino, chi butta una cicca in terra o stende i panni sulla strada, con i soldi frutto di "favori" ad amici come il plurinquisito in odore di mafia Salvatore Ligresti, dice tutto sulla spregiudicatezza dello "sceriffo" Cioni, che ha sempre amato atteggiarsi a moralizzatore incorruttibile. La sostanza dell'accusa contro Cioni e Biagi è di aver favorito Fondiaria oltre la già sciagurata convenzione del 2005 che ha dato il via alla cementificazione dell'area di Castello. Dei 168 ettari a ridosso dell'aeroporto di Peretola, Fondiaria doveva cederne a titolo gratuito al comune 130, di cui 80 destinati a parco urbano, il resto alla Scuola marescialli dei carabinieri, a strade, giardini, scuole, piazze. Sui restanti 38 ettari Fondiaria poteva realizzare circa 1.500 appartamenti, oltre ad alberghi e insediamenti commerciali, e la nuova sede della Regione. Allegati alla convenzione uno studio di impatto ambientale in forma semplificata, una valutazione previsionale di clima acustico e uno studio di accessibilità, infrastrutture e traffico. Due le questioni principali al vaglio della magistratura: nel parco si vorrebbe andare a costruire il nuovo stadio della Fiorentina (con tutti gli annessi e connessi), con una variante inserita all'ultimo tuffo dalla giunta Domenici nel piano strutturale che dovrebbe essere approvato il prossimo 1° dicembre in Consiglio comunale, e la costruzione della nuova sede della provincia e di una scuola. Poiché la convenzione prevede la facoltà per il Gruppo Ligresti di realizzare gli edifici di interesse pubblico, mentre per legge gli enti pubblici non possono non bandire un appalto, nasce un problema procedurale, risolto con la decisione della parte pubblica di comprare i terreni a prezzo di mercato invece di riceverli a titolo gratuito. In agosto il Consorzio Castello del Gruppo Ligresti ha ottenuto le concessioni edilizie per costruire i fabbricati per "funzioni private", mentre rimane da definire, e quindi al palo, la costruzione degli edifici pubblici. Oltre agli utili per Fondiaria c'è da sottolineare che quest'ulteriore cementificazione della martoriata piana di Castello, dove ricordiamo comune, provincia e regione vogliono costruire anche il nuovo inceneritore, sono state decise senza aggiornare le valutazioni di impatto sul traffico, inquinamento, ecc. Di fronte a questo terremoto giudiziario che si è abbattuto su Biagi e Cioni, il PD fiorentino e toscano cerca di fare quadrato. Nella seduta di lunedì 24 novembre il Consiglio comunale ha respinto con i voti di PD, PdCI, Verdi e la Sinistra, la richiesta lanciata da Ornella De Zordo e da Rifondazione di istituire una commissione consiliare di indagine su Castello. Con la consueta arroganza il neopodestà Leonardo Domenici (PD) ha ribadito "la fiducia nei confronti di Gianni Biagi e Graziano Cioni, di cui conosco e apprezzo, oltre alla capacità amministrativa, anche le qualità umane e il cui apporto alla lunga azione di governo di questi anni è stato particolarmente importante", chiamando fuori se stesso e la sua giunta e sostenendo che "non sono in discussione gli atti dell'amministrazione", quando la sostanza politica è ben diversa. La sciagurata cementificazione della piana di Castello di proprietà della Fondiaria, pervicacemente perseguita da più di venti anni dal PCI-PDS-DS-PD fiorentino nonostante un referendum contrario, insieme alle altre "grandi opere" in realizzazione o progettate, è parte di quella cementificazione e svendita di Firenze ai privati che da sempre è contestata dalla parte più avanzata della popolazione, sostenuta dal PMLI. Il fatto che per attuarla si siano utilizzati tutti i mezzi, anche illegali, (si pensi che non si muove foglia nell'area fiorentina senza che sia chiamato in causa un solo famigerato gruppo d'affari composto dalle stesse imprese, dagli stessi studi tecnici e dagli stessi referenti politici e dirigenti comunali) è ulteriore dimostrazione della voracità dei capitalisti interessati e dell'asservimento ai loro interessi degli uomini del governo borghese cittadino, da sempre in mano al "centro-sinistra". Il vertice del PD fiorentino sta facendo di tutto per non scoperchiare completamente la pentola dell'urbanistica nonostante che proprio in questi giorni la magistratura abbia sequestrato, dopo due esposti della consigliera comunale De Zordo, il cantiere del Multiplex di Novoli, una struttura da 60 milioni di euro che dovrebbe ospitare un plesso con 9 sale cinematografiche per un totale di 2.195 posti, sovradimensionata rispetto ai parametri regionali, nonché vari esercizi fra cui una Coop. Sequestro motivato dal fatto che la struttura viene costruita sulla base di una semplice planimetria e di una Dichiarazione di inizio attività, pare scaduta, con volumetrie superiori al progetto. Questa strenua difesa di se e dei propri interessi da parte degli screditati esponenti di punta del PD fiorentino, tra le altre cose, potrebbe costare al partito un sonoro tonfo alle elezioni amministrative di primavera, ecco perché tutti gli aspiranti sindaco sono stati convocati a Roma da Veltroni il prossimo 28 novembre. 26 novembre 2008 |