In occasione del convegno istituzionale sulla "società multiculturale" Combattivo corteo contro l'ordinanza sui lavavetri e la militarizzazione di Firenze Contestato il neopodestà Domenici e il piano per la "sicurezza" di Prodi e Amato. Sciopero della fame degli antirazzisti Bene accolta la delegazione del PMLI Redazione di Firenze Sabato mattina 22 settembre sono scesi in piazza a Firenze circa duemila manifestanti contro l'ordinanza fascista del sindaco sui lavavetri e i progetti di militarizzazione della città e più in generale per dire No al pacchetto sulla "sicurezza" di Domenici e del governo Prodi. Nel mirino del neopodestà diessino anche i graffitari, le prostitute, i mendicanti "molesti" e i venditori abusivi, tanto da meritarsi nei giorni scorsi, insieme allo "sceriffo" Cioni, la tessera ad "honorem" da parte della razzista e xenofoba Lega Nord di Bossi. Organizzata dall'assemblea autoconvocata di Firenze, alla quale ha dato la propria adesione politica attiva anche il PMLI, in concomitanza con il convegno fiorentino sulla "società multiculturale" a cura dell'Anci e del ministero dell'Interno, alla presenza del ministro Amato, al corteo di protesta, partito da piazza S. Marco, hanno partecipato tante famiglie italiane e straniere, con donne e bambini, in rappresentanza di comunità nordafricane, peruviane, rom e dell'est Europa, che al ritmo di slogan, cori e del suono di casseruole, con striscioni, cartelli e volantini hanno sfilato per le vie del centro storico fiorentino coinvolgendo anche le persone che incrociavano lungo il percorso. Una manifestazione combattiva che ha visto protagonisti molti bambini con striscioni come: "Noi non conosciamo il razzismo", "Nessun carcere per i nostri bisogni" e altri come "Siamo extracomunitari, non extraterrestri", "Basta stracCIONI". C'erano anche i bambini del Luzi, lo stabile occupato da centinaia di senza casa a Pratolino, che chiedevano di non essere sgomberati ma di avere invece un mezzo pubblico per andare a scuola. Aperto dallo striscione "Non camminerete mai da soli" del Movimento di lotta per la casa, erano presenti tra gli altri il PRC, Unaltracittà/Unaltromondo, Cpa Firenze sud, Cobas, Movimento antagonista toscano, Emergency, Comunità delle Piagge, Comitato Fermiamo la guerra, Comitato in difesa della Costituzione e il gruppo musicale "I fiati sprecati". Una delegazione del PMLI ha partecipato con la bandiera del Partito, corpetti e cartello con la parola d'ordine: "Fermare Domenici! Il suo disegno fascista di città non deve passare! NO all'ordinanza sui lavavetri e ai progetti di militarizzazione della città. NO al piano fascista e razzista per la "sicurezza" di Prodi e Amato". Durante il corteo sono stati diffusi centinaia di volantini riportanti il comunicato stampa con il quale il Comitato provinciale di Firenze del PMLI ha aderito alla manifestazione. Una bella e rossa presenza, apprezzata dai partecipanti, e che è comparsa anche nelle foto di qualche quotidiano e in vari reportage televisivi locali e nazionali. La manifestazione si è conclusa con uno spettacolo teatrale dal titolo "La ballata del lavavetri", una rappresentazione per denunciare le disavventure di un lavavetri rumeno di fronte alle due ordinanze del Comune. Nel frattempo sui gradini di Palazzo Vecchio è iniziato uno sciopero della fame a staffetta promosso dagli antirazzisti, aperto da don Alessandro Santoro delle Piagge. Piazza della Signoria per l'occasione era superpresidiata da polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa e in gran parte transennata per impedire al corteo di distribuirsi lungo tutto il suo perimetro e incanalarlo e circondarlo in un'area ristretta, che ha provocato la giusta protesta dei manifestanti che hanno raddoppiato urla, fischi e slogan contro Domenici e Amato. Slogan e fischi ben udibili dalle stanze di Palazzo Vecchio dove al momento dell'arrivo della manifestazione si stava ancora svolgendo il convegno con Amato e l'incontro fra i sindaci sul problema della "legalità" intesa come repressione di mendicanti e micro-criminali. Le proteste hanno pesato sull'atteggiamento dei partecipanti che hanno cercato di ammantare di demagogia i loro neri progetti. Amato non ha mancato però di rispondere con uno sprezzante "non mi occupo di lavastoviglie" ai giornalisti che chiedevano un commento. 26 settembre 2007 |