Concentrarsi sul fronte operaio e sindacale e su quello studentesco di Emanuele Sala* La grandiosa manifestazione nazionale del 4 aprile a Roma, promossa dalla Cgil, con la partecipazione straordinaria di 2.700.000 manifestanti che segue l'esito altrettanto straordinario del referendum indetto dalla Cgil dove 3.598.543 (96%) su 3.643.836 votanti hanno detto No all'accordo separato padronale e corporativo sul modello contrattuale sono motivi freschi e più che validi per rilanciare l'indicazione, anzi la direttiva, del 5° Congresso nazionale del PMLI di concentrare il lavoro di massa sul fronte operaio e sindacale e su quello studentesco. "Il fronte operaio e sindacale e il fronte studentesco - ha affermato il Segretario generale del Partito, compagno Scuderi, nelle sue conclusioni congressuali - sono i fronti principali sui quali dobbiamo concentrare attualmente i nostri sforzi per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, per sviluppare la lotta di classe contro la classe dominante borghese, il governo del neoduce Berlusconi, l'incombente terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista, i falsi partiti comunisti, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse, per marciare concretamente e più speditamente verso l'Italia unita, rossa e socialista. Lavorando su questi fondamentali fronti - proseguiva - con perseveranza, con le idee tattiche, strategiche e programmatiche chiare e ben definite dal Congresso e applicando i tre elementi chiave e le 4 indicazioni riusciremo a coinvolgere, e attirare a noi, anche le masse femminili, essenziali per lo sviluppo della lotta di classe e del PMLI. In ciò contiamo soprattutto sui nostri operai, lavoratori e studenti di ambo i sessi che devono divenire dei leader sindacali e studenteschi. Le officine, le fabbriche e ogni luogo di lavoro, le scuole e le università - concludeva Scuderi - devono essere i principali ambienti del nostro lavoro di massa, nel tempo devono diventare delle fortezze del Partito in cui dobbiamo essere presenti con delle Cellule, soprattutto nei luoghi di lavoro". A questa brillantissima sintesi del massimo dirigente del nostro Partito c'è davvero poco o nulla da aggiungere, giacché contiene tutti gli elementi strategici, politici e pratici di questa fondamentale direttiva. Una direttiva che va studiata attentamente a tutti i livelli del Partito perché venga assimilata bene e in profondità, perché diventi orientamento per il nostro attuale lavoro, guida per l'azione. Ciò in base ai compiti e alle responsabilità delle istanze del Partito e nel rispetto del centralismo democratico. Con la coscienza che, per lo sviluppo del lavoro di massa del Partito nei campi qui indicati, un ruolo centrale spetta alle istanze intermedie e di base. È sempre Scuderi a dirlo con parole chiare ed efficaci: "La linea del Partito - ha sostenuto nel saluto inviato alla Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI in occasione della sua riunione del 14 marzo scorso - non è uno stupendo trofeo da ammirare e per cui compiacersi, ma una guida per l'azione, un'arma di lotta che va usata con forza e tutti i giorni, in ogni battaglia generale e particolare, nazionale e locale, in tutti gli ambienti di lavoro, di studio, di vita dove siamo presenti, contro i nemici di classe - la classe dominate borghese e il suo governo guidato dal neoduce Berlusconi - per difendere i diritti politici, sociali, sindacali e civili e delle masse operaie". Non devono sfuggire le due parole chiave della direttiva. La prima è "concentrarsi", la seconda è "fondamentali fronti di lotta" che significa: dare priorità, indirizzare il massimo dell'attenzione e dello sforzo, dedicare la gran parte del tempo che si ha a disposizione e del lavoro politico. Questo va fatto di norma, ma va fatto soprattutto quando c'è un motivo concreto importante: ad esempio la consultazione referendaria svoltasi recentemente sul modello contrattuale, una vertenza aziendale, una lotta contrattuale, in caso di "omicidi bianchi", in vista del Congresso della Cgil, di un'assemblea studentesca, un'occupazione di ateneo o di istituto, le elezioni scolastiche e universitarie, in caso di scioperi e manifestazioni, in caso di crisi aziendali, cassa integrazione e licenziamenti o di atti repressivi sia nei confronti di operai che di studenti e altro ancora. Specie nel momento attuale, caratterizzato da una grave crisi economica e sociale con tutte le sue rovinose conseguenze sulle condizioni di vita e di lavoro delle larghe masse lavoratrici e popolari e dalle politiche neofasciste e neocorporative del governo del neoduce Berlusconi finalizzate a colpire diritti fondamentali economici, sociali e sindacali, il Partito deve mobilitarsi e agire concretamente senza soluzione di continuità nei luoghi di lavoro e di studio dove è presente attraverso militanti e simpatizzanti, per portare la linea, le parole d'ordine, le proposte rivendicative nostre con due obiettivi che devono sempre camminare insieme: aiutare le masse nella lotta per ottenere migliori condizioni di vita e di lavoro per quanto è possibile sotto il capitalismo, fare proselitismo, ovvero conquistare le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti più avanzati e combattivi. Dove siamo presenti, ma anche verso i luoghi di lavoro e di studio in lotta in cui non abbiamo compagni, non bisogna trascurare il volantinaggio di Partito. Dal lavoro in questi due fondamentali fronti di lotta, specialmente in presenza della crisi economica e finanziaria del capitalismo che si sta scaricando brutalmente sulle masse, passa principalmente il radicamento, lo sviluppo organizzativo del Partito (che deve diventare un Gigante Rosso anche nel corpo), il progredire del cammino per l'Italia unita, rossa e socialista. * Membro del Comitato centrale e dell'Ufficio politico del PMLI e Responsabile della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI 15 aprile 2009 |