Un processo farsa imbastito da un tribunale speciale istituito dagli imperialisti Usa La condanna a morte di Saddam è illegittima L'ex presidente: "siete schiavi degli occupanti, siete dei traditori" Il primo processo farsa allestito dagli occupanti imperialisti contro l'ex presidente iracheno Saddam Hussein si è concluso il 5 novembre con l'attesa condanna a morte per il massacro di 143 sciiti del villaggio di Dujail l'8 aprile del 1982. Una sentenza già scritta fin da prima dell'inizio dei lavori, il 19 ottobre del 2005, del tribunale speciale istituito dagli americani. Dal banco degli accusati Saddam ha contestato il verdetto e durante la lettura della sentenza ha gridato "siete schiavi degli occupanti, siete traditori". L'Alta corte penale di Baghdad ha condannato a morte per impiccagione l'ex presidente iracheno e altri due imputati; l'ex vice presidente Taha Yassin Ramadan è stato condannato all'ergastolo mentre tre funzionari locali del partito Baath hanno avuto 15 anni di carcere. Un solo imputato è stato prosciolto. La sentenza contro Saddam Hussein è stata definita dal presidente americano George Bush "una pietra miliare nel passaggio dell'Iraq dal potere del tiranno al potere della legge". Ovvero al potere delle potenze imperialiste occupanti. Processo e sentenza sono perciò illegittimi. Il tribunale speciale iracheno è stato istituito nel dicembre 2003 dalle autorità militari americane, un tribunale costituito appositamente dagli Usa per processare i vertici iracheni deposti dall'aggressione imperialista. La preparazione degli atti di accusa è stata finanziata da un apposito contributo di 128 milioni di dollari stanziati dal congresso Usa. L'organizzazione americana Regime liason crimes ha istruito per mesi a Londra i giudici che hanno composto la Corte ed ha controllato in aula lo svolgimento del processo. Imputazioni precise contro gli otto imputati sono state formulate solo a metà processo. La Corte non ha consentito alla difesa di convocare un certo numero di testimoni a discarico. Il tribunale è stato finanziato dagli Usa che hanno elaborato il suo Statuto, poi formalmente approvato dall'Assemblea nazionale irachena nell'agosto 2005. In una lettera inviata al presidente americano uno degli avvocati difensori di Saddam denunciava il processo come "una pagina del libro dell'occupazione" e accusava la Casa Bianca di aver pilotato anche i tempi di chiusura del processo per far cadere la sentenza alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del parlamento americano. Contro il processo farsa, contro "la giustizia del vincitore", si è pronunciato Ramsey Clark, l'ex ministro della giustizia americano che aveva assunto la difesa di Saddam. Anche la Commissione dell'Onu sulle Detenzioni arbitrarie ha definito il processo del tutto illegale e in violazione della legge internazionale. La questione principale è comunque che qualsiasi crimine abbia commesso l'ex presidente dell'Iraq non può essere giudicato da un tribunale messo in piedi dagli occupanti Usa. Saddam può essere giudicato solo dal popolo iracheno cui deve essere restituita la sovranità cancellata dall'aggressione. L'unico dovere che hanno gli occupanti imperialisti è quello di andarsene immediatamente dall'Iraq. 15 novembre 2006 |