Per associazione a delinquere, turbativa d'asta e abuso d'ufficio Condannato Frisullo (PD) ex vice di Vendola Il 24 dicembre scorso è giunta la sentenza che ha colpito i vertici del PD pugliese e in particolare la giunta regionale antipopolare del liberale borghese e trotzkista Vendola. Il giudice per l'udienza preliminare, Alessandra Piliego, ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione l'ex vice presidente della giunta Sandro Frisullo (PD) e a quattro anni e tre mesi l'imprenditore Gianpaolo Tarantini (pene risultate ridotte per la scelta del rito abbreviato). Secondo l'accusa Frisullo avrebbe fatto sponda negli uffici regionali per favorire il faccendiere vicino a Berlusconi costruendo una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta e all'abuso di ufficio. La Procura sosteneva, sulla base delle dichiarazioni di Gianpaolo "Gianpi" Tarantini, che in cambio Frisullo avrebbe ricevuto uno stipendio e le notti con escort, anche se il giudice procedente ha deciso che per l'accusa di corruzione si dovesse formulare l'assoluzione. Va ricordato che nella stessa udienza sono stati invece rinviati a giudizio Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, e Vincenzo Valente, ex direttore amministrativo dell'ASL di Lecce (il processo comincerà il 7 marzo 2013 dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Bari). Il Gup pugliese ha dato ragione alla Procura di Bari e in particolare ai titolari dell'inchiesta, i pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia, che hanno portato a segno la prima delle undici inchieste sulla sanità pugliese che ha investito i vertici della giunta di Vendola. L'inchiesta dei magistrati della procura di Bari venne alla luce nel 2010, con la richiesta di arresto per l'allora numero due della Regione Puglia, ma parte dal 2007. È agli anni che vanno dal 2007 al 2009, infatti, che si riferiscono le accuse formulate dai pm inquirenti, basate soprattutto sulle intercettazioni e sulle dichiarazioni rese durante alcuni interrogatori da Gianpaolo Tarantini: Frisullo avrebbe ricevuto dall'imprenditore barese escort e denaro in cambio di vantaggi per le società della famiglia Tarantini nell'aggiudicazione di appalti presso la ASL di Lecce. Dalla sentenza risulta che l'ex faccendiere di Berlusconi avrebbe versato a Frisullo 12mila euro al mese per undici mesi (da gennaio a novembre 2008), 50mila euro in una circostanza, ha acquistato per il politico costosi capi d'abbigliamento, buoni benzina, gli ha fatto regali di vario genere e pagato le prestazioni sessuali di alcune prostitute oltre a fornirgli un'autovettura e un autista e il servizio di pulizia settimanale di un appartamento che Frisullo utilizzava. Un fatto di una gravità inaudita che la dice lunga sui vertici del PD e di SEL che mentre peggioravano le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari pugliesi, si intrallazzavano in affari loschi e criminali. Costoro, al pari degli altri candidati alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, non meritano nessun voto; bisogna dunque disertare le urne delegittimando le istituzioni rappresentative borghesi. 16 gennaio 2013 |