Un compromesso conclude la conferenza Onu su razzismo e xenofobia Scompaiono dal documento finale le denunce contro i sionisti pur con la riaffermazione delle conclusioni di Durban. Ahmadinejad accolto con entusiamo a Teheran La Conferenza dell'Onu sul razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia ha chiuso i lavori il 24 aprile a Ginevra ma di fatto i lavori dell'assemblea erano terminati tre giorni prima con l'approvazione per acclamazione, da parte dei rappresntanti di 180 paesi, di un documento finale che era stato concordato la settimana precedente. Il testo riporta al primo punto la riaffermazione della dichiarazione e del programma di azione approvati nella prima conferenza di Durban nel 2001, quella che aveva definito Israele "uno Stato razzista e colpevole di crimini di guerra, atti di genocidio e di pulizia etnica". Una precisazione importante ma che resta l'unico riferimento indiretto alle denunce del sionismo che erano state espresse invece in modo chiaro a Durban. E riprese nella bozza di documento per l'assemblea di Ginevra dove era condannata la politica di Israele nei territori palestinesi come "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid". In altre parti della bozza si esprimeva "profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi come dei siriani nel Golan occupato e altri abitanti dei Territori arabi occupati" mentre Israele era accusato di "tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori" e definito "una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza". Una posizione aderente alla realtà. Le pressioni del regime di Tel Aviv, spalleggiato dai principali paesi imperialisti, nelle discussioni preparatorie, e proseguite dopo il forte intervento di denuncia del presidente iraniano Ahmadinejad nella prima giornata di lavori, hanno portato a una "ripulitura" del testo da ogni riferimento a Israele. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha sostenuto che "Durban 2 non è un fallimento ma l'inizio di un successo" e che rispetto alla conferenza del 2001 "sono stati fatti passi in avanti, sarà come il giorno e la notte". Tanto non è comunque bastato al fronte pro sionista, dagli Usa di Obama all'Italia di Berlusconi, a Olanda, Polonia, Germania, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Repubblica Ceca che ha boicottato la conferenza. Il documento condanna gli "incidenti razziali o di intolleranza religiosa e violenza, compresi l'islamofobia, l'antisemitismo, la cristianofobia e l'anti-arabismo manifestate con l'uso di stereotipi e stigmatizzazione di persone basate sulla loro religione o credo"; afferma che "l'Olocausto non deve essere mai dimenticato"; afferma la necessità da parte "degli Stati, di prendere urgenti misure per combattere la persistenza di attitudini xenofobe"; condanna la schiavitù e la tratta di esseri umani, la discriminazione verso le donne e la "violenza che ancora colpisce profondamente" le comunità di Rom e Sinti. Un passaggio che l'Italia di Berlusconi non avrebbe potuto sottoscrivere dopo la condanna espressa il 16 aprile dal Commissario ai diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, che aveva denunciato il "clima di intolleranza" in Italia contro Rom e Sinti, nonché contro i migranti, citando dichiarazioni razziste di esponenti leghisti o episodi come quello del pestaggio del giovane ghanese da parte dei vigili a Parma, e invitato "le autorità a condannare con più fermezza le manifestazioni razziste o intolleranti e a garantire la messa in atto effettiva della normativa anti-discriminazione". Non c'è dubbio che uno dei passaggi principali della Conferenza sia stata la forte condanna del razzismo del regime sionista da parte del presidente iraniano Ahmadinejad. Che al suo ritorno a Teheran il 21 aprile è stato accolto con entusiasmo all'aeroporto e in un breve discorso ha accusato i paesi occidentali, che "gridano slogan sulla libertà di parola", di "non aver tollerato le parole di chi si oppone loro". Il parlamento ha approvato un documento nel quale si appoggiava il discorso tenuto da Ahmadinejad a Ginevra, un intervento che "ha mostrato la faccia orrenda dei criminali moderni, inclusi i criminali sionisti e i loro sostenitori". A Teheran si è tenuta anche una conferenza dei procuratori generali dei paesi dell'Organizzazione per la conferenza islamica (Oci) dove l'Iran ha chiesto appoggio per la sua iniziativa di fare processare presso la Corte internazionale dell'Aja i dirigenti israeliani, accusandoli di "crimini di guerra" nell'offensiva condotta fra dicembre e gennaio scorsi nella Striscia di Gaza. 29 aprile 2009 |