Calo più forte dal dopoguerra Consumi in picchiata Perso il 10% del reddito, crollo come nel 1929. Alle donne pensioni più basse Era dal secondo dopoguerra che i consumi degli italiani non subivano un calo paragonabile a quello registrato negli ultimi mesi e, secondo gli esperti dal punto di vista dei comportamenti dei consumatori il precedente risale alla grande depressione seguita alla crisi internazionale del capitalismo del 1929. Oggi il drastico riposizionamento in basso della quantità e della qualità dei consumi delle masse popolari italiane è causato dalla perdita di circa il 10% di reddito, grazie alle manovre finanziarie volutamente recessive del governo Monti che favorisce soltanto il grande capitale, incentiva le privatizzazioni e fa schizzare i prezzi alle stelle. Secondo un rapporto di Confcommercio in dieci anni il reddito reale pro capite è calato di circa 1.800 euro. La conseguenza è il registrato crollo dei consumi che fa prevedere un'ulteriore discesa complessiva del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Secondo alcuni studi il calo pro capite nel solo 2012 potrebbe arrivare al -3,3%. A fronte di maggiori costi per le spese obbligate, come tariffe di acqua, immondizia, energia e trasporti le masse popolari hanno dovuto tagliare su altre spese. Il calo di reddito si fa sentire in primo luogo sui consumi alimentari delle famiglie italiane che sono state costrette a diminuire, oltre la quantità, anche la qualità dei prodotti acquistati. Secondo il rapporto Istat, il 35,8% delle famiglie italiane nel 2011 ha diminuito gli acquisti di generi alimentari, mentre nel Mezzogiorno sono in aumento le famiglie che acquistano generi alimentari presso gli hard-discount (si è passati dall'11,2% del 2010 al 13,1% del 2011). Secondo l'ultimo dato registrato dall'Istat ad aprile 2012 le vendite al dettaglio di alimentari hanno registrato un tracollo fino a -6,1% rispetto allo stesso mese del 2011. Secondo l'Istituto di statistica non si registrava un ribasso di tale portata dal gennaio 2001, ossia dall'inizio della serie storica riguardante l'indagine in questione. Nel settore non alimentare i consumi scendono addirittura del 7,1%. Particolarmente preoccupante il dato che riguarda i consumi in settori riguardanti la salute e il benessere delle masse popolari. Nel settore farmaceutico i consumi crollano del 9,2% ad aprile, nell'abbigliamento dell'8,9%, nelle calzature dell'8,6%. Crolla l'impiego dell'auto a causa del caro-benzina. Nel solo mese di luglio si è registrato un -21,4% di immatricolazioni di autovetture, mentre nei primi sette mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate -19,9%. I pensionati sono la categoria più colpita dal calo dei redditi e dei consumi e tra questi le donne sono quelle più a rischio di povertà. Secondo uno studio di Istat e Inps il 54,8% delle 8,8 milioni di pensionate non arriva a percepire mille euro al mese (54,8%), dovendo far fronte a spese sempre più elevate per affitti, alimentari e cure mediche. Si tratta per lo più di ex-casalinghe o ex-lavoratrici in nero, categoria ampiamente diffusa nel nostro Mezzogiorno. In analoga situazione sono costretti a vivere anche il 34,9% dei pensionati uomini. Da settembre c'è una raffica di ulteriori rincari per prezzi e tariffe in tutti i settori per una stangata di ben 550 euro a famiglia, soltanto per gli alimentari. È ovvio che la crisi del capitalismo, che si dimostra nei fatti un sistema fallimentare e va abbattuto, è la causa prima del crollo dei consumi in Italia. Ma anche il governo Monti è fortemente responsabile delle condizioni delle masse popolari, condizioni che ha contribuito a peggiorare con le sue controriforme, quella pensionistica e del lavoro in primis, e con le sue manovre economiche e finanziarie di lacrime e sangue che scaricano tutto il peso della crisi sulle masse lavoratrici e popolari Occorre fermare il governo Monti. Occorre lo sciopero generale che deve essere di tutte le categorie, di 8 ore e con manifestazione nazionale a Roma: Liberiamoci del governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale! 19 settembre 2012 |