Ad Agrigento e a Rende Contestati i ministri Alfano e Carrozza Esplode la rabbia dei migranti e degli studenti Non hanno peli sulla lingua le combattive masse popolari italiane, né i migranti che hanno saputo chiamare con l'appellativo più adeguato e incisivo questo governo: "Assassini! Assassini!" e a chiedere ad una voce l'abrogazione della "Bossi - Fini". Sono stati i migranti eritrei e gli attivisti antirazzisti a contestare il ministro dell'interno Angelino Alfano, PDL, alla cerimonia per le vittime dei due naufragi di Lampedusa, tenutasi sul molo di San Leone ad Agrigento. Sepolte in fretta le salme sparpagliate per i cimiteri siciliani, negati i funerali di Stato prima promessi da Enrico Letta durante la visita del 9 ottobre, la scelta di Agrigento per una cerimonia risultata un'insopportabile passerella mediatica è chiaramente apparsa un tentativo di allontanare i massimi e milionari sederi istituzionali dai calci dell'inferocita popolazione di Lampedusa e dei superstiti dei naufragi che si trovano ancora nell'isola delle Pelagie, incriminati in base alla Bossi - Fini o in pericolo di rimpatrio nonostante siano in fuga da fame e guerre. E lì, a Lampedusa, hanno protestato con un sit-in davanti al centro di "accoglienza" contro la loro esclusione dalla commemorazione. Contemporaneamente avveniva la contestazione ad Alfano ad Agrigento. Governo assassino, criminale, sciagurato, capace di uccidere due volte centinaia di bambini, donne, uomini, prima lasciandoli annegare, poi facendoli sparire, pur di tentare inutilmente di evitare contestazioni. E forse credeva d'essere al sicuro nella "sua" Agrigento il pupillo della mafiosa democrazia cristiana girgentana, tra le sue cosche elettrici, il ministro dell'interno Angelino Alfano, e invece il sonoro, sacrosanto, ben assestato calcio nel sedere lo ha ricevuto proprio lì. Un fatto politico che dimostra quanto non sia più contenibile la rabbia popolare contro i violenti e arroganti soprusi di questo governo. Il ministro è scappato protetto dalla scorta, interrompendo le interviste. Nello stesso giorno durissima contestazione a Rende di Cosenza, anche per la ministra dell'istruzione, Maria Chiara Carrozza, che, durante la sua visita all'Università della Calabria, ha ricevuto una pioggia di uova e sassi sulla sua auto. Gli studenti dell'ateneo non volevano la passerella della "tecnica" sforbiciatrice dell'istruzione "venuta solo a fare propaganda", urlano i ragazzi che hanno esposto decine di striscioni di denuncia contro le privatizzazioni di ampi settori dell'istruzione ex-pubblica, tra cui le residenze universitarie che a partire dal prossimo anno passeranno ai privati, il precariato, per il sostegno al diritto allo studio, per la riduzione delle insostenibili tasse universitarie. Gli studenti hanno chiesto anche la liberazione dei giovani arrestati durante la manifestazione del 19 ottobre a Roma. Tra gli striscioni: "È ora del lavoro!", "Contro l'Università classista, giù le mani dal sapere", "No alla Carrozza, sì alle navette", "No alla privatizzazione delle residenze", "La Carrozza ve la trainiamo noi!". Non appena hanno tentato di forzare il blocco poliziesco a difesa della ministra le "forze dell'ordine" hanno lanciato lacrimogeni per cercare di disperdere i combattivi giovani che non si sono lasciati intimorire La dura protesta è continuata anche dopo l'ingresso della ministra all'interno dell'ateneo. Viva le contestazioni antigovernative! Esse sono segno della crescente sfiducia e dell'opposizione di massa verso quel pateracchio democristiano pilotato da Napolitano che è il governo nato dall'accordo tra Letta e Alfano, il quale prosegue con il suo programma di scaricare la crisi del capitalismo sui lavoratori e sulle masse popolari, seguendo diktat del neoduce Berlusconi. Che i giovani antirazzisti, gli studenti i migranti continuino a non dare tregua a questo governo del massacro sociale, ma che si pongano anche, come chiede loro l'appello "giovani date le ali al vostro futuro" redatto dalla Commissione giovanile del CC del PMLI, la questione politica dell'unica possibile alternativa: il socialismo e il potere del proletariato! 23 ottobre 2013 |