Per la consegna delle sue carte all'archivio di Stato della città Gelli onorato dall'amministrazione DS di Pistoia La moglie di D'Alema gli dà la mano Contestato il "venerabile" della P2 "Il caso non esiste" si difende Linda Giuva, docente di archivistica all'Università di Siena, nonché moglie del presidente dei DS Massimo D'Alema, rispondendo alle polemiche sorte dopo la donazione di Licio Gelli di parte del suo archivio personale all'Archivio di Stato di Pistoia, sua città natale. Invece il caso esiste, eccome. Anche non entrando in merito all'opportunità o meno di accettare il "cadeau" di Gelli (e ci sarebbe da discuterne visto che, pur contenendo importanti e rari documenti storici, si tratta di un archivio da una parte, largamente autoreferenziale e autocelebrativo, e, dall'altra, manipolato e mutilato di tutti i documenti e le carte che potrebbero far chiarezza sui misteri e le trame golpiste e terroriste di cui la P2 e il suo "gran maestro" sono coinvolti o ne sono stati i registi occulti), resta il fatto politicamente gravissimo, che questa donazione e il clima che le si è creato intorno, hanno assunto il carattere di una riabilitazione e di uno sdoganamento istituzionale dello stesso Gelli, ora considerato una sorta di "benemerito" dall'Archivio di Stato di Pistoia e dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana e, fatto ancor più grave, dalla stessa amministrazione DS di Pistoia. Il Comune, guidato dal neopodestà Renzo Berti (DS), infatti non si è limitato a prendere atto della donazione, ma ha voluto ad ogni costo, nonostante le durissime reazioni di centinaia di pistoiesi e movimenti politici toscani, dare il suo patrocinio alla pomposa cerimonia pubblica della consegna dell'archivio che si è svolta l'11 febbraio scorso nel Palazzo dei Vescovi, e a cui Gelli, ovviamente, non ha voluto mancare. Solo l'ipocrisia e la paura della contestazione aperta della piazza, e non la pregiudiziale sulla presenza di Gelli come si vorrebbe far credere, hanno poi fatto recedere l'amministrazione comunale dall'essere presente fisicamente alla manifestazione. Tant'è che nella lettera inviata da Berti si legge che "non c'è stato alcun ripensamento sul patrocinio" concesso dal Comune all'evento. Quindi, la giunta ringrazia Gelli e si scusa per l'assenza che, afferma Berti, "è per ricondurre le cose nel loro giusto ordine" (sic!). Alla cerimonia, presentata dal prof. Carlo Vivoli, direttore dell'Archivio, e davanti a una platea in cui figuravano diversi massoni e piduisti, hanno preso la parola come relatori, oltre all'esperto di massoneria prof. Aldo Mola e lo storico Giorgio Petracchi, anche la prof. Linda Giuva in D'Alema. Al termine Licio Gelli, non ha mancato di complimentarsi con la signora D'Alema con un "Brava, molto brava. Grazie, grazie ancora" a cui è seguita una calorosa stretta di mano, estesa ovviamente agli altri relatori. Con quel "grazie" Gelli ha voluto omaggiare anche il marito, ricordando quanto l'ex capo della P2 ebbe a dire il 16 aprile 1997, riferendosi alla Commissione Bicamerale presieduta proprio da D'Alema: "Il mio piano di rinascita democratica? Vedo che, 20 anni dopo, questa bicamerale lo sta copiando pezzo per pezzo con la bozza Boato. Mi dovrebbero dare il copyright. Meglio tardi che mai". Fuori dalla sala diverse decine di manifestanti hanno contestato incessantemente il "venerabile" capo della P2, con slogan e striscioni. Per alcuni istanti diversi giovani sono riusciti anche ad entrare nella sala e a gridare "Vergogna, vergogna". 8 Marzo 2006 |