Abrogare l'intesa governo-regioni-enti locali promossa dal ministro della distruzione della Sanità Livia Turco I controlli delle urine dei lavoratori non spettano ai Sert Sono altri i provvedimenti che occorrono per prevenire le stragi sul lavoro e per le strade Il governo Prodi ci ha lasciato in tavola un altro biscottino avvelenato. Si tratta dell'accordo Stato-Regioni-Enti locali firmato il 30 ottobre 2007 dal ministro della "salute" Livia Turco che stravolge il ruolo e la funzione dei Sert (servizi per le tossicodipendenze), già alle prese con le aberranti leggi proibizioniste Iervolino-Vassalli e Giovanardi-Fini che aveva promesso di abrogare. Esso obbliga, con un preavviso di un giorno, numerose categorie di lavoratori a sottoporsi ad esami tossicologici. Nel testo è scritto che il datore di lavoro, prima di adibire il dipendente alle mansioni elencate nel provvedimento, "provvede a richiedere al medico ed alle strutture competenti gli accertamenti sanitari per escludere lo stato di tossicodipendenza", ossia la visita medica e i test per verificare il consumo di droghe. Le strutture competenti sono state identificate nei Sert. I test tossicologici dovranno essere effettuati sia al momento dell'assunzione al lavoro sia periodicamente, di norma una volta l'anno, ma anche "a discrezione del datore di lavoro e del medico competente". Se il test dovesse dare esito positivo, si viene giudicati "inidonei", sospesi temporaneamente dal lavoro e inviati obbligatoriamente di nuovo nei Sert per ulteriori controlli. In caso di nuova positività alle sostanze stupefacenti, di rifiuto ai controlli o di mancata adesione al programma di controllo, scattano per il lavoratore già assunto "le procedure di trasferimento", di "cambio di mansione", di "sospensione" fino a riabilitazione completata, arrivando al licenziamento per chi non accetta di sottoporsi ad un "programma riabilitativo", ecc. Qualora sia accertato un uso "occasionale", il medico competente può riconsiderare l'inidoneità del lavoratore solo dopo parere favorevole in tal senso del Sert. Questi ultimi avranno quindi l'obbligo di comunicare immediatamente i risultati dei test tossicologici "al datore di lavoro, al medico competente ed al lavoratore", per provvedimenti del caso. È lunga la lista delle sostanze da testare e dei lavoratori da controllare: ricadono nel provvedimento, ad esempio, i derivati della cannabis e, per i lavoratori, i conducenti di autobus, treni, navi, piloti di aerei, controllori di volo, addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, lavoratori addetti a maneggiare sostanze pericolose come gas tossici, esplosivi e fuochi d'artificio, "tutti i lavoratori previsti nell'elenco delle categorie coinvolti in un infortunio sul lavoro che ha causato una lesione con prognosi superiore ai 20 giorni". Le procedure diagnostiche e medico-legali per verificare il consumo di droga, nonché le procedure per gli screening a tappeto sui lavoratori, previsti nel provvedimento, saranno individuate con un accordo ad hoc in sede di conferenza Stato-Regioni entro 90 giorni dall'entrata in vigore dell'intesa. Insomma, vogliono scaricare sui Sert problematiche non di loro competenza, in quanto la prevenzione, la diagnosi e la cura degli stati di tossicodipendenza si basa sull'iscrizione volontaria, sul rispetto della privacy e sul consenso informato e sul conseguente rapporto di fiducia operatore-paziente, che in questo caso verrebbe irrimediabilmente incrinato. Si tratta quindi di un affronto agli operatori del sistema sanitario nazionale che si occupano di tossicodipendenza, che ha l'obiettivo di trasformare i Sert in appendici di controllo delle aziende pubbliche e private, ossia in enti statali dediti alla "delazione" sulle abitudini dei lavoratori ed alla loro schedatura. Le aziende avranno infatti una enorme discrezionalità nel comminare sanzioni e provvedimenti disciplinari ai lavoratori, e potranno scaricare le proprie responsabilità in tema di sicurezza, aprendo la possibilità di contenziosi legali tra lavoratori, medici del lavoro e operatori dei Sert in caso di incidenti sul lavoro o di licenziamenti. Senza contare che il ministro e il presidente della Federserd, Alfio Lucchini, che hanno scritto a quattro mani questo provvedimento, sanno bene che i Sert sono già stati per anni imbrigliati tra mille cavilli legali di stampo puramente burocratico-amministrativo e repressivo, come i controlli tossicologici richiesti dalle Prefetture alle assistenti sociali (quelle poche rimaste) per stabilire le sanzioni da comminare ai detentori di sostanze stupefacenti o come le nuove norme schizofreniche, inventate sempre della Turco, sui cosiddetti "piani terapeutici", che nulla hanno a che fare con la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti. Sanno bene altresì qual è l'entità del sottorganico dei Sert in relazione all'impennata degli iscritti e alle problematiche legate alla dipendenza dalla droga. Per questo diciamo forte e chiaro che si tratta dell'ennesima provocazione del governo uscente e del "centro-sinistra" tutto, nei confronti dei lavoratori della sanità, di un provvedimento da Stato di polizia che non porterà affatto, come asseriscono i firmatari, a prevenire il gravissimo problema degli incidenti e le stragi sul lavoro e sulle strade. Per questo auspichiamo che alla posizione entusiasticamente favorevole espressa, senza alcun confronto con i lavoratori del settore, dai dirigenti della Federserd, venga contrapposta una mobilitazione generale per scongiurare l'azzeramento dei Sert, servizi che andrebbero invece potenziati nella loro funzione originaria di "servizio pubblico essenziale", a partire da città come Napoli, dominata economicamente e socialmente dalla camorra istituzionale e da quella imprenditoriale legata al traffico internazionale di droga. Per questo invitiamo tutti gli assistenti sociali, gli infermieri, gli psicologi, i medici, i sociologi e gli operatori tutti, che lavorano quotidianamente nel campo delle tossicodipendenze a battersi per abrogare il provvedimento del ministro Turco, rammentando tra le altre cose che la rinnegata del comunismo oggi PD, ha già raso al suolo i servizi di assistenza sociale con la legge 328/00. 13 febbraio 2008 |