In piazza con la Cgil: 100 mila a Firenze, 35 mila a Torino, 15 mila a Genova Contro la stangata Scuderi, al corteo di Firenze con a fianco Pasca, ha invocato un nuovo 25 Aprile per liberarsi del nuovo Mussolini e chiesto uno sciopero generale nazionale di 8 ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi Grande partecipazione e adesione allo sciopero generale indetto dalla Cgil in Piemonte, Liguria e Toscana il 2 luglio, proseguendo il successo dello sciopero del 25 giugno, che aveva visto un milione di lavoratori in piazza, contro la manovra economica del governo, ovvero la stangata di 25 miliardi di euro di Tremonti e il collegato sul lavoro che aggira l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, ma anche contro la legge bavaglio fascista, piduista e mafiosa sulle intercettazioni e, principalmente, contro l'accordo separato imposto da Marchionne ai lavoratori della Fiat di Pomigliano. Numerosi e combattivi i cortei di lavoratrici e lavoratori pubblici e privati, precari, disoccupati, pensionati e studenti che hanno attraversato le città di Genova, di Torino e delle altre province liguri e piemontesi, mentre in Toscana la manifestazione regionale è stata organizzata a Firenze. Una risposta necessaria che i lavoratori non hanno disatteso: la battaglia è in corso e lo scontro in atto necessita una forte risposta di lotta alla tracotanza padronale e alla macelleria sociale del governo del nuovo Mussolini, non si può aspettare oltre. Questo le migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori in lotta dalle fabbriche alle scuole, dai posti di lavoro alle piazze lo hanno capito, è la Cgil che, visto che la forza c'è, deve affrontarla con le giuste armi: non accettare compromessi e accordi capestro ma promuovere lo sciopero generale nazionale di otto ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi per disarcionare l'imperatore e tutti i suoi sgherri. In Piemonte lavoratori, pensionati, precari hanno partecipato alle manifestazioni e ai cortei nei capoluoghi di provincia che hanno coinvolto circa 70mila lavoratori. A Torino si è svolta una grandissima manifestazione che ha visto scendere in piazza oltre 35mila fra lavoratori, pensionati, precari in un lungo corteo che ha sfilato per le vie del centro, da Porta Susa a piazza Castello, dove si è tenuto l'intervento conclusivo di Fulvio Fammoni, della segreteria nazionale Cgil. Il corteo di Torino è stato aperto da uno striscione raffigurante una pellicola cinematografica, con lo slogan: "Ciak, si taglia!", metaforica interpretazione del "film già visto" della crisi e degli interventi insufficienti per fronteggiarla, con altri cartelli "cinematografici" che hanno denunciato i gravi tagli del governo. Dal palco di piazza Castello si sono succeduti gli interventi dei lavoratori dell'Ages, della Fiat Mirafiori, dell'ospedale Sant'Anna e della segretaria generale della Cgil di Torino, Donata Canta, che ha ricordato le cifre della crisi a Torino e provincia: oltre 56 milioni di ore di cassa integrazione nel periodo gennaio-maggio 2010, (più di quelle complessive di tutto il 2009) e 22.630 lavoratori in mobilità, dei quali oltre 12mila senza indennità. Fulvio Fammoni, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito che "la mobilitazione di oggi della Cgil punta il dito contro una correzione di bilancio che pesa sulle spalle dei 'soliti noti', lavoratori pubblici e privati, e che nulla chiede a chi invece dovrebbe e potrebbe dare un contributo". Un po' poco di fronte alla tracotanza padronale della Fiat che vuole irreggimentare tutti i lavoratori e annientare il contratto nazionale. In moltissime aziende piemontesi lo sciopero è stato proclamato non solo dalla Cgil ma da tutte le Rsu, a dimostrazione di come moltissimi lavoratori e lavoratrici si siano sentiti rappresentati dalla Cgil per fronteggiare la macelleria sociale del governo del nuovo Mussolini. A Torino alta l'adesione in tutti i settori (dati Cgil): 70% alla Powertrain di Mirafiori, nel Canavese 80%, nell'area di Chivasso 90%, Teksid 70%, Alessio Tubi 70%, Comune di Torino 50-60%, Ospedali e Sanità 50%, Carrefour corso Bramante 90%, Ikea 70%, edili 80%, Amiat 60%, Rai via Cernaia 50%, Rai via Verdi 60%, Lavazza 70%, Caffarel 80%. Alta la partecipazione allo sciopero anche a Biella (vedi servizio a parte), Vercelli, Asti (Marcegaglia 60%), Novara, Alessandria e Cuneo. A Genova hanno manifestato circa 15.000 lavoratrici e lavoratori: due lunghissimi cortei hanno attraversato la città, uno da ponente aperto dallo striscione della Camera del lavoro "Sempre dalla parte dei lavoratori e del paese", e l'altro dal levante cittadino, dove hanno sfilato diversi assessori delle istituzioni locali insieme a lavoratori e pensionati. Danilo Barbi Segretario Nazionale Cgil, concludendo la manifestazione del capoluogo ligure ha sottolineato come la Cgil "non è sola in questa battaglia: tutti i sindacati europei, tranne due, contestano le manovre economiche dei rispettivi governi". Alcuni dati relativi all'adesione allo sciopero: Istituto Brignole 80%, settore della logistica 60%, dogane 45%; settore metalmeccanico di Genova e Provincia: Arinox 80%, Fincantieri Riva Trigoso 80%, Sestri Ponente 85%, Ilva 40%, Ansaldo 80%, Elsag 45%, Sirti 60%, Cistelaie 80%. Grandissima soddisfazione anche a Savona, al corteo hanno partecipato 1.500 lavoratori, molti i lavoratori del pubblico impiego che hanno causato la serrata degli uffici. A Firenze, alla manifestazione regionale in 100mila hanno sfilato lungo l'Arno: due grandi cortei, aperti dagli striscioni della Cgil Toscana e di quella fiorentina. La colonna sonora dei serpentoni, confluiti per i comizi in piazza S. M. Novella, tanti slogan, le vuvuzelas e "Bella Ciao": alto il contributo del combattivo spezzone del PMLI, con in testa alcuni dirigenti nazionali e il Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, che ha rimarcato che è l'ora di un nuovo 25 Aprile contro Berlusconi, il nuovo Mussolini (vedi servizio a parte). 7 luglio 2010 |