Rpdc (Corea del Nord): "Colpiremo senza pietà chiunque ci attacchi" "Sanzioni, atto di guerra" L'ambasciatore della Corea del Nord all'Onu, Pak Gil Yon, aveva immediatamente condannato la risoluzione 1718 approvata il 14 ottobre dal Consiglio di sicurezza delle nazioni unite che dichiarava l'embargo su una serie di prodotti militari, l'ispezione di tutti i cargo in entrata e in uscita dal Paese. Il governo di Pyongyang ribadiva che l'aver sperimentato una bomba atomica corrispondeva "all'esercizio dei suoi diritti legittimi e indipendenti di Stato sovrano" e affidava il 17 ottobre al ministero degli Esteri il compito di precisare con un comunicato ufficiale che le sanzioni contenute nella risoluzione 1718, se applicate, saranno ritenute alla stregua di "una dichiarazione di guerra" e sarebbero state adottate contromisure nei confronti dei paesi che applicheranno le sanzioni. Un portavoce del ministero spiegava che "come già abbiamo affermato in altre occasioni, adempiremo la responsabilità di conseguire la denuclearizzazione della penisola coreana. Tuttavia colpiremo spietatamente chiunque cerchi di violare la nostra sovranità e il nostro diritto di sopravvivere con il pretesto di attuare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza". Perciò, concludeva, "terremo sotto controllo i movimenti degli Stati Uniti, e agiremo di conseguenza". 25 ottobre 2006 |