Lo denuncia il procuratore generale Pasqualucci davanti a Napolitano La Corte dei Conti: la corruzione dilaga nella pubblica amministrazione Tangenti nei lavori pubblici e nella sanità Nei lavori pubblici, negli appalti e nella sanità ci sono situazioni "patologiche" con un quadro di corruzione "ampiamente diffuso". È la secca denuncia fatta il 5 febbraio dal procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2008 svoltasi a Roma nell'Aula delle Sezioni Unite alla presenza del capo dello Stato Napolitano, dei presidenti di Camera e Senato, Bertinotti e Marini, e dei rappresentanti del governo. Il quadro che emerge dalle due relazioni tenute dal presidente Tullio Lazzaro e dal procuratore Pasqualucci sull'attività di vigilanza, trasparenza e controllo svolta dall'Alta Corte contabile nel 2007 rivela una situazione a dir poco scandalosa su tutto il fronte della Pubblica Amministrazione dove la corruzione, le tangenti, gli sprechi, il malcostume, le ruberie e lo sperpero del denaro pubblico rubato dalle tasche del popolo la fanno da padrone. È la conferma istituzionale che la seconda repubblica capitalista, neofascista, federalista e guerrafondaia nata dalle ceneri di tangentopoli è peggio della prima. E la terza che si prospetta non si annuncia certo migliore. La "mazzetta", figlia legittima del marcio sistema capitalista, non è mai sparita. Anzi continua come e più di prima ad essere la moneta di scambio in uso nel criminale intreccio tra potere politico, mafia e imprenditoria e a determinare le gare di appalto, lo spostamento di pacchetti di voti da un candidato all'altro e la lottizzazione delle poltrone a tutti i livelli. Secondo il Pg Pasqualucci "l'accertamento del pagamento di tangenti è correlato ad artifici e irregolarità della più diversa natura: dolosa alterazione di procedure contrattuali, trattamenti preferenziali negli appalti, collusione con le ditte fornitrici, illecita aggiudicazione di gara, irregolare esecuzione delle opere, intenzionale alterazione nell'esecuzione di appalti forniture e servizi". A questi comportamenti illeciti "consegue in ogni caso - sottolinea ancora Pasqualucci - il pagamento di prezzi di gran lunga superiori a quelli di mercato, o addirittura il pagamento di corrispettivi per prestazioni mai rese". I settori più corrotti sono: Sanità e Lavori pubblici, dove i comportamenti illeciti "nei rapporti con le strutture private cui vengono erogati rimborsi eccessivi o non dovuti" sono all'ordine del giorno. Succede così che nel 2007 su un totale di 1.905 sentenze di condanna in primo grado, emesse dalle sezioni regionali della Corte dei Conti per un totale di oltre 92milioni di euro, una buona parte (l'11,4%) ha riguardato proprio i danni causati da corruzione, tangenti e concussione. Parole di monito Pasqualucci le ha espresse anche nei confronti dei condoni introdotti dalle ultime Finanziarie sottolineando fra l'altro le due sanatorie contenute nel decreto milleproroghe attualmente all'esame della Camera per la conversione in legge: quella che esonera l'Istat dal giudizio di responsabilità per non aver applicato le sanzioni previste in caso di mancata risposta ai questionari da parte delle imprese; e l'altra meglio conosciuta come condono fiscale. Sulla stessa lunghezza d'onda si è posto anche il presidente Lazzaro che ha puntato il dito contro gli "sperperi e la lapidazione delle risorse per opere poi non portate a compimento". Contro il dilagare nella pubblica amministrazione dei contratti a termine e, tra i casi più eclatanti di "cattiva gestione" delle risorse, ha citato "l'emergenza rifiuti" e l'abuso del commissario straordinario che di fatto ha "deresponsabilizzato" gli enti locali. "La Repubblica vive un momento di diffuso malessere e incertezza - ha detto ancora Lazzaro - occorre riconsiderare alcune scelte per ridare sistematicità all'insieme degli organismi a tutti i livelli. C'è stato un crescere confuso di strutture, modelli amministrativi, sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali ed enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti". Dunque è fallita anche la tanto sbandierata "devolution" invocata dalla Lega con la controriforma Calderoli e condivisa da tutte le cosche parlamentari come una panacea "contro i mali della Pubblica Amministrazione". Il sistema delle autonomie e del federalismo neofascista ha prodotto un progressivo aggravamento del divario fra Nord e Sud e fra zone ricche e zone povere del Paese. Ha accentuato la privatizzazione di beni e servizi a livello locale a favore di società private e soggetti terzi determinando così una totale degenerazione di quello che un tempo veniva definito "lo Stato sociale" con conseguente moltiplicazioni dei costi, di ruoli e poteri contrapposti che ingenerano un'altissima conflittualità tra diversi organismi e livelli dello Stato, tra lo Stato e le Regioni, tra diversi uffici delle Regioni e degli Enti locali. Non a caso Pasqualucci ha espresso "Viva preoccupazione per talune iniziative tese a negare la giurisdizione contabile della Corte dei Conti sulle società per azioni derivanti dalla trasformazione degli enti pubblici o, peggio ancora, sulla miriade di società partecipate dagli Enti locali, i cui oneri sulla finanza pubblica si rivelano sempre più gravosi". Infine, Lazzaro ha denunciato senza mezzi termini la totale dipendenza della Corte dal governo affermando fra l'altro che: "Un organo che esercita il controllo su atti e gestioni che fanno capo al governo non può - ha detto - dipendere anche finanziariamente dal governo". 13 febbraio 2008 |