Per traffico illecito di rifiuti e corruzione Arrestato il vice presidente della Lombardia Cristiani (PDL) In manette anche dieci collaboratori della giunta Formigoni In casa dell'esponente Pdl una mazzetta di 100 mila euro Dal nostro corrispondente della Lombardia Una vera e propria bufera giudiziaria ha travolto lo scorso 30 novembre i piani alti del Pirellone: il vicepresidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani (PDL) è stato arrestato all'alba dai carabinieri di Brescia a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip (Giudice per le Indagini Preliminari) Cesare Bonamartini, nell'ambito di un'inchiesta per traffico illecito di rifiuti e corruzione aggravata. In manette sono finiti anche dieci collaboratori della giunta neofascista della Regione Lombardia guidata dal dittatore ciellino Roberto Formigoni. Tra di essi vi sono Giuseppe Rotondaro, il numero due dell'Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) e Andrea David Oldrati, titolare della società per consulenze ambientali Terraverde Srl. L'inchiesta, cominciata otto mesi fa, e coordinata dai Pm Silvia Bonardi e Carla Canaia, è divisa in due parti distinte: la prima ha a che fare con il traffico di rifiuti, l'altra sui reati contro la pubblica amministrazione. Fulcro del sistema del traffico di rifiuti sarebbe Pierluca Locatelli, proprietario di un mega gruppo imprenditoriale bergamasco, con sede a Grumello del Monte. Dalle indagini della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) di Brescia è emerso che nel suo impianto a Biancinella di Cavernago (Bergamo) si raccoglievano rifiuti da diverse acciaierie lombarde a volte altamente tossici ma, anziché trattarli e smaltirli a norma di legge, dopo pochi minuti gli stessi camion che li avevano trasportati venivano fatti ripartire alla volta dei due cantieri di Cassano d'Adda (Milano) e di Fara Olivana Con Sola (Bergamo) della Brebemi, la nuova autostrada veloce che collegherà Brescia, Bergamo e Milano, dove venivano interrati. I fondi della massicciata sarebbero stati quindi costruiti sopra una vera e propria discarica di cellophane, legno, materiale ferroso e addirittura cromo. I due cantieri sono stati posti sotto sequestro assieme alla cava di Cappella Cantone (Cremona), dove Locatelli aveva in progetto di realizzare un'enorme discarica di amianto che gli avrebbe fruttato diversi milioni di euro. Questa attività criminale, che smentisce il luogo comune secondo cui il traffico dei rifiuti illeciti avverrebbe unicamente nel Sud Italia ad opera della criminalità organizzata, sarebbe avvenuta con il beneplacito di Cristiani a cui sarebbe andata quale ricompensa per accelerare i lavori della discarica di amianto una tangente di 100 mila euro, documentata dalle intercettazioni ed effettivamente trovata nella sua abitazione, in due buste piene di banconote da 500 euro. A Rotondaro, che avrebbe fatto da tramite per la consegna della tangente, sarebbero invece andati 10 mila euro per eludere i controlli ambientali. Locatelli ha ammesso il pagamento della tangente spiegando al Gip che si era trattato solo di una prima tranche e dichiarando che sarebbe stato pronto a consegnare al politico anche due milioni di euro pur di arrivare al suo obiettivo. Il governatore Formigoni nonostante le sue responsabilità oggettive, considerato che Cristiani fu nominato proprio da lui assessore all'ambiente nel 1995 e che ha ricoperto quell'incarico per due legislature, si è affrettato a dire che non ha alcuna intenzione di dimettersi e anzi ha avuto addirittura la faccia tosta di affermare che, in merito alle autorizzazioni alla discarica di Locatelli, "È stato tutto eseguito a regola d'arte dalla giunta. Se ci sono responsabilità vanno trovate altrove". Quest'ennesimo scandalo dimostra che tutti i faraonici progetti sostenuti dalla giunta Formigoni come appunto la Brebemi, alla costruzione della quale il PMLI si è da sempre opposto, oltre ad essere inutili e dannosi per l'ambiente costituiscono una ghiotta occasione per speculazioni da parte delle cosche partitiche e l'assenza di adeguati controlli rende estremamente facili le infiltrazioni mafiose negli appalti. 7 dicembre 2011 |