Quand'era presidente della provincia di Firenze La corte dei conti contesta a Renzi sprechi per 6 milioni Il neopodestà fiorentino utilizza il denaro pubblico per costruire la sua carriera politica Redazione di Firenze Il rampante neopodestà fiorentino Matteo Renzi (PD) si sta collocando nelle prime file dei politicanti borghesi dediti allo sperpero del denaro pubblico per fini personali. Renzi è nel mirino del ministero delle Finanze e della Corte dei Conti per le spese della provincia di Firenze dal 2004 al 2009, il periodo in cui ne era presidente. Tre sono le principali contestazioni mosse a Renzi già un anno fa sulla gestione di Florence Multimedia srl, la società di comunicazione da lui creata all'interno della provincia: la prima per aver previsto un collegio di direzione invece di un direttore unico come di prassi, formato da quattro persone, di cui due, già dipendenti della provincia, messe in aspettativa e riassunte con un contratto più vantaggioso; la seconda di aver elargito a Florence Multimedia un compenso di 9.213.644 euro, tre volte di più di quanto previsto da regolare contratto di servizio e quindi l'ipotesi è di aver sperperato 6 milioni di euro; la terza di aver concesso un salario accessorio ai dipendenti. Florence Multimedia, che ha assorbito anche i compiti dell'ufficio stampa della provincia, è servita solo per gli scopi personali di Renzi, creargli un trampolino di lancio nella sua carriera politica e dargli visibilità mediatica e per ricompensare i fedelissimi che lavoravano e lavorano per lui. La Corte dei Conti ha sotto esame anche i rimborsi elargiti dalla provincia di Firenze nel periodo 2005-2009, che riguardano anche 70mila euro per attività di rappresentanza negli Stati Uniti e spese al ristorante per 17mila nei soli mesi compresi da maggio a luglio 2007. Negli scontrini aragoste, vini pregiati, soggiorni negli Stati Uniti, biglietti aerei, cene, pasticcini e fiori, con conti singoli in vari ristoranti che spesso superano i mille euro. Renzi e i suoi fedelissimi hanno continuato la bella vita trasmigrando nel Comune di Firenze, dove recentemente è stata assunta come collaboratrice una responsabile di Florence Multimedia, alla quale è garantito oltre ai circa 22.000 euro di stipendio annuale un super bonus da 26.000 euro di indennità. I riflettori accesi su Renzi e Florence Multimedia ci danno anche uno scorcio impressionante del "sistema di potere" renziano. Andrea Bacci, già presidente di Florence Multimedia, dopo essere stato consigliere di amministrazione della Centrale del latte, è stato nominato dal sindaco nel maggio 2010, presidente di Silfi, la società di illuminazione di Firenze; Bacci figura anche nella lista dei finanziatori di Renzi. Matteo Spanò, già coordinatore del "Genio fiorentino" in provincia con Renzi ed event manager in Florence multimedia, è stato nominato dal sindaco presidente dell'associazione Museo dei ragazzi (il museo dentro Palazzo Vecchio). Con l'arrivo di Renzi e Spanò l'associazione Museo dei ragazzi si occupa di più cose: notte bianca, festa tricolore, ed altro, arrivando a prendere dal Comune un contributo annuo di 600.000 euro. Spanò è co-proprietario di un'altra società di comunicazione, la Dot Media srl che da quando a Palazzo Vecchio è stato eletto Matteo Renzi ha ricevuto 215.000 euro di commesse dalle società partecipate del Comune di Firenze come Publiacqua, Firenze Parcheggi, ATAF e Mukki Latte, e che aveva lavorato per la campagna elettorale e le primarie del sindaco. Un esempio della gestione Spanò è la "Notte Tricolore" del 16 marzo 2011, quando come presidente dell'associazione Museo dei ragazzi organizzò l'evento in nome e per conto del Comune, affidando il lavoro di comunicazione alla sua Dot Media. Marco Carrai, già consigliere di amministrazione di Florence Multimedia e amministratore delegato di Firenze parcheggi, oltre che consigliere speciale del sindaco nel primo anno di mandato, poche settimane fa è stato nominato da Renzi consigliere di amministrazione del Gabinetto Vieusseux. Carrai, imprenditore di Greve in Chianti, coetaneo e da tempo sodale di Renzi è praticamente l'eminenza grigia del neopodestà fiorentino; Carrai, tra gli altri, gli ha presentato il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona, lŽeconomista Luigi Zingales, lo scrittore Alessandro Baricco. È Carrai che tesse le relazioni con il mondo cattolico, da Comunione e Liberazione allŽOpus Dei. Carrai ha anche messo in contatto Renzi con l'ex primo ministro britannico laburista Tony Blair e con Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute. Di recente Carrai è entrato nel board della Fondazione dellŽEnte Cassa di risparmio di Firenze, azionista di Intesa San Paolo con il 3,3%. Tali nominativi spuntano anche in varie inchieste: nel 2006 Florence Multimedia veicolò campagne promozionali per la Dot Media, retta da quel Davide Bancarella, in precedenza in forze alla Web&Press edizioni (dal 2007 al 2009). Quest'ultima società è quella delle fatture, datate proprio 2009, sequestrate dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta sull'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, in carcere da fine giugno. Andrea Bacci è coinvolto nell'inchiesta sulla P3 e sul boss del PDL Denis Verdini e l'imprenditore Riccardo Fusi, perché avrebbe chiesto per Renzi un passaggio sull'elicottero del Fusi, una volta per andare in tv, segnatamente alle "Invasioni barbariche" su La7. Gli sperperi dell'aspirante leader del PD e del "centro-sinistra" e il suo sfacciato utilizzo a fini personali della cosa pubblica stanno cominciando a creare qualche imbarazzo anche all'interno del suo partito. Nel giugno scorso il piddino Claudio Fantoni si è dimesso da assessore al Bilancio e ritirato a vita privata, accusando Renzi di usare Firenze come "Strumento per le ambizioni personali". In Consiglio comunale Ornella De Zordo ha chiesto ripetutamente chiarimenti, in particolare sull'operato di Dot Media. 3 ottobre 2012 |