Autosmascheramento del capofila dei falsi comunisti italiani Cossutta: 'Il comunismo non c'è più. Siamo pronti a rinunciare alla falce e martello' Bertinotti al contempo lancia la sezione italiana della Sinistra europea che di fatto cancella Rifondazione trotzkista Vendola: "Voglio bruciare la mia tradizione culturale. Il tema del potere e della sua conquista, è un residuo insopportabile del leninismo" Incredibile! Ma solo per chi non conosce la vera natura revisionista del presidente del PdCI. Nessun comunista in buona fede di quel partito, infatti, si sarebbe mai aspettato che il suo massimo dirigente, Armando Cossutta, dichiarasse che "il comunismo non c'è più". Eppure l'ha detto, tranquillo tranquillo, nell'intervista rilasciata, guarda caso, al "Corriere della sera" del 27 novembre, principale quotidiano della grande borghesia italiana. Rispondendo alla giornalista Daria Gorodisky ha anche detto che sarebbe disposto a rinunciare alla falce e martello pur di fare con i Verdi, e altri, la lista Arcobaleno per le elezioni politiche 2006. Il giorno dopo su "la Repubblica" ha cercato di correggersi e di giustificarsi, ma ormai il latte era stato versato. La stragrande maggioranza dei membri e dei dirigenti del PdCI è rimasta di stucco, e a Diliberto, segretario generale del partito, non è rimasto altro che convocare una riunione straordinaria della direzione del partito per chiarire la questione. Mentre scriviamo non sappiamo ancora come andrà a finire il caso. È comunque un dato di fatto che Cossutta si è autosmascherato come un falso comunista. Non è il primo e non sarà l'ultimo. L'hanno seguito a ruota Bertinotti e Vendola. Il primo ha detto: "Un'intera storia, quella del Novecento, si è conclusa... Una grande speranza è stata sconfitta e oggi, aprendo una riflessione sul passato possiamo aprire il futuro rinnegando gli orrori comunisti". Sulla stessa linea il governatore della Puglia, Vendola, il quale ha dichiarato al quotidiano ufficioso dell'Unione, "la Repubblica" del 29 novembre: "Voglio bruciare la mia tradizione culturale... Il tema del potere e della sua conquista, è un residuo insopportabile del leninismo". Chissà come sarà contento il neoduce Berlusconi a sentire questi peani anticomunisti. Il PMLI ha sempre sostenuto, fin dalla loro fondazione, che il PRC e il PdCI sono dei falsi partiti comunisti e che a un certo punto si sarebbero sciolti per dar vita a altri raggruppamenti politici non più formalmente comunisti. Un obiettivo che il PdCI persegue con la "Confederazione della sinistra" e la lista Arcobaleno e il PRC con la "sinistra alternativa". Quest'ultima, su proposta di Bertinotti, avanzata il 26 novembre al Comitato politico nazionale del PRC, si concretizzerà in tempo per le elezioni politiche con la creazione della sezione italiana della Sinistra europea che di fatto cancella Rifondazione trotzkista. Non perderanno nulla i sinceri comunisti, i fautori del socialismo, il proletariato rivoluzionario, le ragazze e i ragazzi che lottano per un nuovo mondo, anzi ne guadagneranno. Quanto più i falsi comunisti, i neorevisionisti, i revisionisti, i trotzkisti si ritireranno dal campo rivoluzionario, tanto più apparirà chiaro che solo il PMLI è il vero e unico Partito comunista in Italia e che solo dando ad esso la fiducia, i consensi e la forza è possibile che il proletariato conquisti il potere politico e realizzi l'Italia unita, rossa e socialista. 30 novembre 2005 |