Costa d'Avorio Arrestato Gbagbo dopo l'assedio delle truppe francesi L'uomo di Parigi, Ouattara, vince la partita Obama applaude Il presidente uscente della Costa D'Avorio Laurent Gbagbo è stato arrestato l'11 aprile dalle forze del suo successore, Alassane Ouattara. Una notizia diffusa dall'ambasciatore francese a Abidjan, capitale economica del paese africano, che ha teso a smentire un coinvolgimento delle forze speciali francesi, come era stato riferito in un primo tempo. I carri armati di Ouattara erano entrati nella residenza di Gbagbo a Abidjan liquidando le sue ultime difese nella casa dove si era asserragliato dopo l'inzio dell'offensiva finale lanciata il 6 aprile col sostegno dei "caschi blu" dell'Onu e dei soldati francesi della missione Liocorne. Il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, confermava di aver chiesto l'attacco per porre fine alla pretesa di Gbagbo di non riconoscere il risultato delle elezioni presidenziali dello scorso 28 novembre che avevano assegnato la vittoria al concorrente Ouattara. Una soluzione che non era comunque prevista nella risoluzione 1975 del Consiglio di sicurezza, approvata all'unanimità il 30 marzo, che aveva dato il via libera all'intervento delle forze Onu nel paese e al contingente francese per "proteggere la popolazione", per porre fine alla strage di civili nello scontro tra le forze dei due contendenti, entrambe responsabili di eccidi. Sarkozy da Parigi raccoglieva l'appello dell'Onu sottolineando che "l'intervento militare è stato richiesto per proteggere la popolazione", come per quello quasi contemporaneo in Libia, e che la missione della Francia "non è quella di deporre Gbagbo per via militare". Sarà ma intanto la prima telefonata, dopo la notizia dell'arresto di Gbagbo, il suo successore Ouattara l'ha avuta proprio con Sarkozy per ringraziarlo. Da tempo la Francia, ex potenza coloniale della Costa d'Avorio indipendente dal 1960, aveva scaricato il protetto Gbagbo e puntato sul rivale Ouattara che ha portato in carrozza a Abidjan. Il segnale della rottura con Parigi era venuto nel 2004 quando Gbagbo, impegnato a combattere i ribelli del nord, la regione di Ouattara, aveva ordinato il bombardamento della città di Bouaké, dove stazionavano anche dei soldati francesi tra i quali nove morirono sotto le bombe. Sarkozy ha presentato il conto a sette anni di distanza. Le forze Onu e francesi iniziavano il 6 aprile a bombardare le posizioni delle forze di Gbagbo in una Abidjan da giorni circondata dalle forze di Ouattara scese dalle regioni del nord. Il via libera all'attacco era venuto anche dagli Usa con Obama che il 5 aprile ingiungeva a Gbagbo di "smettere di rivendicare la presidenza" e esprimeva pieno appoggio "al ruolo dei peacekeeper delle Nazioni unite" e apprezzamento per "gli sforzi delle forze francesi che stanno appoggiando questa missione". Una volta arrestato Gbagbo la Casa Bianca esprimeva la sua "soddisfazione", mentre il segretario di Stato statunitense, Hillary Clinton, rincarva la dose e sottolineava che questo era "un segnale forte a tutti i dittatori'". In piena sintonia col primo ministro francese, Francois Fillon, che usava quasi le stesse parole: la cattura di Gbagbo è "un messaggio simbolico estremamente forte per tutti i dittatori''. Gli imperialisti Usa e Francia vogliono dare un segnale che sono loro a dettare le danze e vogliono continuare il lavoro in altri paesi, a cominciare dalla Libia. In Costa d'Avorio c'è petrolio e cacao. Fino al 2008, la principale fonte di profitto era il petrolio, superata dell'esplosione del prezzo del cacao di cui il paese fornisce il 40% della produzione mondiale. La Costa d'Avorio è anche la principale riserva africana di caucciù, con 20.500 tonnellate prodotte nel 2009. E i suoi porti di Abidjan, Espoir e San Pedro, sono fra i principali dell'Africa subsahariana. Un tesoro ambito dalle potenze imperialiste. A partire da Russia e Cina che avevano allungato le mani sul paese e che adesso devono stare alla finestra a guardare il "recupero" da parte della Francia e degli Usa. 13 aprile 2011 |