Rapporto Istat sui consumi delle famiglie italiane La crisi costringe 1/3 delle famiglie a ridurre la spesa per il cibo -6,1% la spesa alimentare in un anno e -9,2% la spesa in prodotti farmaceutici Per salvare dalla bancarotta il capitalismo italiano e il suo marcio sitema politico, economico e finanziario, il governo della grande finanza, dalla Ue e della macelleria sociale Monti sta letteralmente affamando il popolo italiano. A certificarlo è lo stesso Istituto nazionale di statistica ((Istat) nel suo rapporto sui consumi delle famiglie pubblicato il 26 luglio scorso e da cui si evince che ad aprile "l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha segnato una diminuzione congiunturale dell'1,6%" rispetto al mese precedente. Un dato a dir poco allarmante che purtroppo assume proporzioni drammatiche quando viene messo a confronto con lo stesso periodo dell'anno scorso. Infatti secondo l'Istat nell'arco dell'ultimo anno (aprile 2011 - aprile 2012) l'indice "grezzo del totale delle vendite" (al netto delle festività) "segna una caduta del 6,8%". Ciò significa che oltre un terzo delle famiglie italiane sono costrette a ridurre sempre più non solo la spesa per i beni non alimentari, che infatti continua a calare e segna un -7,1%, ma anche e soprattutto la spesa per i beni di prima necessità come ad esempio cibo e medicinali. Non a caso nel rapporto si evidenzia che il taglio più drastico riguarda proprio i prodotti farmaceutici che segnano un preoccupante calo del 9,2% mentre "le vendite di prodotti alimentari diminuiscono del 6,1%". Insomma, mentre i salari continuano a battere il passo e perdono potere d'acquisto a causa di un indice inflattivo che viaggia ormai costantemente intorno al 3% annuo, milioni di famiglie sono costrette a ridurre non solo l'acquisto di scarpe o vestiti, di mobili o accessori per la casa, piuttosto che le spese per svago o cultura: cinema, libri, viaggi o cose del genere. Avviene anche questo, ma non solo. I dati Istat ci dicono che, per far fronte alle stangate del macellaio Monti e ai drastici tagli su sanità, pensioni, pubblico impiego, trasporti, regioni ed enti locali, il 35 per cento delle famiglie nel corso del 2011 ha dovuto diminuire i consumi alimentari rispetto all'anno precedente non solo per quanto riguarda la quantità ma anche la qualità dei prodotti acquistati, confermato dal conseguente aumento delle vendite dei discount. Firenze, 18 luglio 2012 |