Tanti applausi durante i saluti di Monica Martenghi e dei delegati delle istanze di base del Partito Entusiasmo alle stelle per il discorso di Scuderi Il PMLI proiettato ad acquisire un corpo da Gigante Rosso applicando gli insegnamenti di Mao La Commemorazione di Mao che il Comitato centrale PMLI tiene ogni anno nell'anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale, avvenuta il 9 settembre 1976, rappresenta il vero giro di boa che apre il nuovo anno politico: l'appuntamento che per tutto il Partito riassume idealmente un anno di lotte e di progressi, col quale si ricarica di energie fresche attingendo alla fonte inesauribile degli insegnamenti di Mao, sintetizza e aggiorna la sua analisi marxista-leninista della situazione italiana e internazionale, e si proietta in avanti verso le nuove tappe imposte dalla lotta di classe e dall'obiettivo di acquisire un corpo da Gigante Rosso. In questo quadro questa commemorazione di Mao, celebrata l'11 settembre a Firenze, assumeva un valore speciale, sia perché a tenere il discorso commemorativo era il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, sia per l'importanza del tema: "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul partito del proletariato". Due motivi degnamente valorizzati dalla scelta del luogo, la Sala verde del Palazzo dei Congressi di Firenze, un luogo ricorrente in eventi importanti della vita del PMLI, a cominciare dalla storica proiezione del lungometraggio cinese sui funerali di Mao nel 1977, dove si è tenuto il III Congresso nazionale del Partito (dicembre 1985), e dove si sono svolti tanti altri eventi che la compagna Monica Martenghi ha ricordato nel suo discorso di saluto ai partecipanti. È questa bella sala, dunque, sobriamente e splendidamente addobbata di rosso a cura della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC e delle istanze delle province di Firenze e Prato, coi manifesti del Partito alle pareti, le bandiere dei Maestri e del PMLI ai lati del grande tavolo rosso della presidenza, e soprattutto il grande pannello rosso centrale con una storica gigantografia di Mao e il titolo a grandi caratteri della manifestazione, che ha accolto le compagne e i compagni delle istanze di base e i simpatizzanti e amici del Partito, provenienti da tutta Italia e dall'estero, e anche alcuni semplici intervenuti provenienti da Firenze e da altre città dalla Toscana. Completava la calorosa e rossa accoglienza dei partecipanti, accompagnata da un sottofondo musicale di canzoni proletarie e partigiane, concluso da "L'Internazionale", "Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso", un grande tavolo rosso allestito fuori dalla sala con in bella mostra "Il Bolscevico", le pubblicazioni del Partito, gli opuscoli di Scuderi, le spille dei Maestri e del PMLI e gli altri gadget del Partito, che sono stati ammirati, consultati e ritirati da moltissimi intervenuti che hanno lasciato generose sottoscrizioni. Il rigido black-out osservato dai mezzi di "informazione" borghesi nei confronti delle nostre manifestazioni è stato più odioso che mai in questa occasione, salvo il network toscano TGT che ha inviato una troupe e mandato in onda un ampio servizio con alcune riprese del discorso di Scuderi e una intervista all'incaricato dei rapporti con la stampa compagno Loris Sottoscritti. Il saluto di Monica Martenghi Alle 10, dopo che al suono solenne de "L'Internazionale" i compagni della presidenza hanno preso posto con al centro il Segretario generale, ha avuto ufficialmente inizio la commemorazione. Alla compagna Monica Martenghi il compito di aprire la manifestazione con i calorosi saluti e ringraziamenti del Comitato centrale del Partito a tutti i militanti, simpatizzanti e amici arrivati, anche sopportando grandi fatiche e sacrifici economici e di salute, da ogni parte d'Italia, dal Trentino alla Sicilia; e perfino dall'estero, come i compagni della cellula Stalin di Londra e dell'Organizzazione di Aberdeen in Scozia. Spontanei e commossi applausi hanno cominciato a scaldare la sala quando Martenghi ha reso omaggio alla memoria dei compagni deceduti - Nerina "Lucia" Paoletti, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico e Marco Marchi, applausi continuati in crescendo via via che la compagna elencava le istanze e i simpatizzanti che avevano contribuito generosamente all'organizzazione dell'evento, le istanze e le organizzazioni sorte in questo anno trascorso dalla precedente commemorazione, in Italia e all'estero, i messaggi di saluto internazionalisti dei partiti fratelli del Messico e di Panama. Il suo discorso, letto con voce appassionata e trascinante, e che pubblichiamo integralmente a parte, è stato sottolineato dai calorosi applausi della sala nei passaggi più significativi. Come quando ha ripercorso e ricordato in sintesi alcune iniziative pubbliche del PMLI e alcuni cruciali passaggi della sua storia. O come quando ha denunciato con sdegno il falso comunismo della cricca capitalista e fascista attualmente al potere in Cina, che ha sostituito le gigantografie dei Maestri con una statua di Confucio in piazza Tien An Men e che se potesse chiuderebbe anche il mausoleo di Mao. Come quando ha ricordato le numerose e intense battaglie politiche, sociali, sindacali, studentesche e popolari come quella in Valsusa, a cui il nostro Partito ha preso direttamente parte in questo ultimo anno, dando appuntamento a tutti alla manifestazione nazionale del prossimo 15 ottobre a Roma. E come quando ha concluso il suo intervento introduttivo esortando tutto il Partito a impadronirsi dell'opera incancellabile di Mao per conquistare il socialismo in Italia. Gli interventi dei delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti È stata quindi data la parola ai delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti del Partito per portare il loro saluto alla commemorazione, dando la precedenza ai compagni provenienti dall'estero, per poi procedere come toccava quest'anno dal Sud al Nord dell'Italia. Pur avendo a disposizione solo due minuti a testa, a causa dei tempi strettissimi imposti dalle decine di interventi e dal tempo complessivo disponibile, tutte le compagne e i compagni intervenuti sono riusciti a portare alla manifestazione un altissimo contributo di idee, esperienze e proponimenti, espressi con grande partecipazione e passione politica marxiste-leniniste. Naturalmente è impossibile in questa cronaca forzatamente sintetica della commemorazione dare conto di tutti gli interventi e della loro enorme ricchezza ideologica, politica e pratica. E del resto alcuni di questi sono pubblicati in questo stesso numero de "Il Bolscevico". Ma possiamo dire senz'altro che tutti gli interventi, pronunciati da giovani, di media età e anziani, sottolineati da continui e calorosi applausi, hanno costruito un ininterrotto inno a Mao, al suo esempio e ai suoi preziosi e imperituri insegnamenti, e alla necessità di applicarli alla situazione concreta in cui ci si trova ad operare per radicarsi nel territorio e tra le masse. E che tutti gli intervenuti, mostrando di aver recepito appieno il tema della commemorazione, hanno fatto encomiabili sforzi, pur nell'estrema stringatezza dei tempi, per fornire con successo ai partecipanti un quadro sintetico ma illuminante delle loro realtà locali e dei compiti che ci aspettano nella nuova stagione politica e di lotte. Particolarmente significativi, a questo proposito, sono stati i contributi dei delegati delle istanze che hanno smascherato il falso progressismo delle giunte locali degli imbroglioni Vendola, De Magistris, Renzi e Pisapia, ma anche quelle dei neopodestà di Catania, Civitavecchia, Gabicce Mare, Forlì e di altre città in cui vivono e operano questi compagni. Particolarmente importante e da sottolineare è stato il contributo di quei delegati, accompagnati spesso dagli apprezzamenti dello stesso Segretario generale, che hanno sviluppato il tema della commemorazione dal lato della vita interna del Partito, del centralismo democratico, della lotta contro le influenze della borghesia, contro l'individualismo, il liberalismo, il settarismo e il revisionismo e dell'importanza di impugnare saldamente la bandiera rossa del marxismo-leninismo-pensiero di Mao per far sì che il nostro amato Partito non cambi mai di colore e percorra con sicurezza e fino in fondo la strada per diventare un Gigante Rosso anche nel corpo. Infine, ma non per ordine di importanza, altri delegati hanno dato un prezioso contributo a tutto il Partito nell'inquadrare le lotte cruciali che ci aspettano, a partire da quella contro la manovra di lacrime e sangue del massacratore sociale Berlusconi, in questo autunno che, come ha detto con espressione felice un compagno, vogliamo che sia non caldo ma rovente. Il discorso di Scuderi Il clima caloroso, entusiasta e militante in cui la sala ha seguito e applaudito gli interventi dei delegati ha introdotto magnificamente il discorso commemorativo del compagno Scuderi, che purtroppo ha dovuto tagliare drasticamente a causa dello sforamento dei tempi previsti, pubblicato integralmente su questo stesso numero del giornale. Ma ciò non ha influito minimamente sulla chiarezza, completezza ed efficacia del magistrale messaggio politico che conteneva, arrivando in tutti i suoi punti salienti dritto alla mente e al cuore dei partecipanti, che lo hanno dimostrato sottolineandolo con continui, ripetuti e scroscianti applausi dall'inizio alla fine. In particolare quando il compagno ha trattato il tema delle due culture, quella borghese e quella proletaria, esortando le operaie e gli operai a impadronirsi di quest'ultima per trasformarsi da "classe in sé" a "classe per sé". E quando ha ribadito con forza che le operaie e gli operai devono essere la testa e la colonna vertebrale del Partito. E ciò a dimostrazione di come il nostro Partito mette e metterà sempre la classe operaia al centro di tutto, come ci ha insegnato Mao. Il discorso del Segretario generale del PMLI ha avuto il respiro di un discorso congressuale e in questo senso si presenta come l'aggiornamento e l'attualizzazione della linea vittoriosa uscita dal 5° Congresso nazionale del PMLI. Esso è preziosissimo perché è il frutto della magistrale conoscenza non solo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao ma anche dell'attuale situazione internazionale e nazionale e delle questioni più cruciali che attraversa il nostro Partito. Grazie a questa conoscenza approfondita della situazione interna al Partito e dei suoi compiti storici, il compagno Scuderi ha potuto fornire ai militanti e al proletariato italiano una lezione marxista-leninista che se sarà studiata, assimilata e applicata metterà in grado il PMLI di diventare un Gigante Rosso anche nel corpo ed essere sempre più riconosciuto come il Partito che riuscirà a realizzare l'Italia unita, rossa e socialista. Il discorso di Scuderi dovrà ora essere attentamente studiato e ristudiato dalle diverse istanze e da tutti i militanti e i dirigenti per essere pienamente compreso e attuato. Come ha indicato nel suo saluto il compagno Franco Melandri dell'Organizzazione di Ravenna: "Noi marxisti-leninisti italiani abbiamo un grande dirigente alla guida del Partito; il nostro Segretario generale compagno Giovanni Scuderi, è un vero grande capo rivoluzionario marxista-leninista. Noi militanti, i simpatizzanti, gli amici del Partito, abbiamo il dovere di leggere i suoi scritti, studiarli e di seguire i suoi insegnamenti! Solo così potremo portare a compimento la lotta del proletariato fino alla vittoria per un'Italia unita, rossa e socialista". È impossibile citare qui tutti i passaggi del discorso che sono stati sottolineati dall'entusiasmo e dagli applausi della sala, sia quelli che hanno sviluppato e aggiornato l'analisi e la linea del Partito sui più recenti avvenimenti interni e internazionali, sia quelli che hanno ribadito e rafforzato i principi intangibili, già completamente sviluppati da Mao e dagli altri quattro Maestri, a cui si ispira e si ispirerà sempre il Partito del proletariato. Tra i primi sono stati accolti con particolare attenzione e consenso il passaggio sulle nuove forme di travestimento "umanitario" assunte dall'interventismo imperialista con la guerra in Libia e sul predominio che ha assunto il capitale finanziario sulla scena internazionale, che riconferma la necessità storica dell'abolizione del capitalismo. Tra i secondi sono stati salutati da scroscianti applausi la sua magistrale lezione sul compito fondamentale di formare nuovi quadri rossi e sul valore e l'intangibilità del centralismo democratico, con la necessità di tenere a bada il revisionismo se si vuole che il PMLI adempia al suo compito storico di fare la rivoluzione socialista in Italia. Come anche sul tema della manovra economica del governo, che ha denunciato e smascherato in tutti i suoi micidiali risvolti: un golpe costituzionale, sociale e sindacale del nuovo Mussolini, che può essere affossato solo dalla rivolta popolare e non dalle chiacchiere dei partiti della "sinistra" borghese. "La crisi la devono pagare i finanzieri, i ricchi, quel 10% che possiede il 45-50% della ricchezza", ha gridato con forza Scuderi suscitando un boato di applausi della sala. E quando il massimo dirigente del Partito, in un crescendo di appassionata partecipazione dei presenti, si è avviato alle conclusioni salutando i compagni in partenza per le loro lontane destinazioni con la poetica citazione del discorso di Mao dell'agosto 1945 ai combattenti in partenza per il fronte, "noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra", per poi finire il suo discorso con la parola d'ordine "Avanti, avanti, avanti, con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista", l'entusiasmo della sala tutta in piedi si è sciolto in una intensa e prolungata ovazione. Un'ovazione subito seguita dal lancio delle parole d'ordine "Mao, Mao, Mao" e "PMLI, PMLI, PMLI", che ha degnamente coronato la sua grande e vittoriosa fatica per proiettare con questa bellissima commemorazione di Mao tutto il Partito verso la conquista di un corpo da Gigante Rosso. Prima di chiudere definitivamente la manifestazione, la presidenza e tutta la sala in piedi, hanno cantato in coro, come è ormai tradizione, i tre Inni del PMLI: "L'Internazionale", "Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso". E poi hanno gridato forte le parole d'ordine ripetute ciascuna due volte, "Giù, giù, giù, Berlusconi buttiamolo giù"; "Tutti in piazza è ora di andare, il nuovo Mussolini dobbiam cacciare"; "Con gli insegnamenti di Mao, sì, sì, sì, crescerà il Gigante Rosso del PMLI"; "Avanti con forza e con fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista"; "Viva Marx, viva Engels, viva Lenin, viva Stalin, viva Mao Zedong"; "Coi Maestri e col PMLI vinceremo". Così si è conclusa brillantemente questa commemorazione del 35° della scomparsa di Mao, che resterà memorabile nella mente e nei cuori dei partecipanti. Non senza però che prima di lasciare definitivamente la sala le compagne e i compagni abbiano sostato ancora per completare la conoscenza e la fraternizzazione tra loro avviata prima dell'inizio della manifestazione, e per congratularsi e farsi fotografare col compagno Giovanni Scuderi, infaticabile come sempre nel salutare personalmente tutti, in particolare i nuovi militanti e simpatizzanti del PMLI. 14 settembre 2011 |