Espressa la solidarietà, tra l'altro, ai magistrati del processo Mills e all'ex Pm antimafia di Napoli Il Csm respinge l'aggressione del neoduce ai magistrati Intollerabili pressioni di Napolitano che pretende "serenità ed equilibrio". Mancino le asseconda e si astiene Nonostante le intollerabili pressioni di Vittorio Emanuele Napolitano che, coi suoi reiterati "inviti" ad "abbassare i toni della polemica" e ad operare con "moderazione, serenità ed equilibrio", ha cercato in tutti i modi di bloccare i lavori del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) col chiaro intento di rimandare alle calende greche la discussione delle pratiche a tutela dei magistrati continuamente attaccati, intimiditi e denigrati dal neoduce Berlusconi; il 10 settembre il Plenum del CSM ha coraggiosamente approvato a maggioranza (i laici del centrodestra hanno sempre votato contro) le sette risoluzioni a tutela dei magistrati, di cui quattro coinvolgono direttamente il nuovo Mussolini e alcuni parlamentari del Pdl che nei mesi scorsi si erano scagliati contro i giudici milanesi e napoletani titolari dei processi Mills, Saccà, Englaro e i rifiuti campani accusandoli di far parte di tribunali "politicizzati e supinamente adagiati sulle tesi accusatorie" e di utilizzare "la giustizia a fini mediatici e politici". La prima pratica approvata è stata quella inerente la difesa di Nicoletta Gandus, presidente del collegio che il 17 febbraio scorso ha condannato a 4 anni e mezzo l'avvocato inglese David Mills accusato di corruzione in atti giudiziari in concorso con Silvio Berlusconi e falsa testimonianza. Il testo, approvato nonostante il voto contrario dei laici del Pdl e l'astensione del vicepresidente Mancino, fra l'altro condanna le "espressioni denigratorie" e le "gravi accuse" delegittimanti nei confronti del Pm e dei giudici del suo processo. Parole e toni simili a quelli contenuti nella pratica a tutela dei magistrati della Cassazione che si espressero sul caso di Eluana Englaro e furono accusati di aver "mandato a morte" la giovane, come disse monsignor Fisichella, presidente della Pontificia accademia della vita. Anche in questo caso, voto contrario dei laici del Pdl e dell'Udc, mentre i togati di Magistratura Indipendente hanno votato un secondo documento più "soft". Parere favorevole il Plenum lo ha dato (anche qua i laici di centrodestra si sono opposti, mentre si è astenuto Mancino) anche sulle due delibere in difesa dei magistrati napoletani titolari dell'inchiesta su Agostino Saccà e la combutta Rai-Mediaset e dei loro colleghi che conducono le inchieste sui rifiuti chiedendo al premier rispetto delle competenze e delle prerogative della magistratura. Non solo. Ai sette "sì" Palazzo dei Marescialli ha affiancato anche altre due richieste, che saranno "girate" alla Prima Commissione, a tutela dei magistrati delle procure di Palermo e Milano (che indagano sulle stragi del '92 e '93 e sulla mafia) e del procuratore aggiunto del capoluogo lombardo Armando Spataro (che indaga sul rapimento dell'imam Abu Omar), contro cui il nuovo Mussolini è tornato a scagliarsi l'8 settembre scorso durante il suo intervento alla Fiera di Milano affermando fra l'altro che: "So che ci sono fermenti nelle procure di Palermo e Milano che ricominciano a guardare ai fatti del '92, '93 e '94. È follia pura che gente così, con i soldi di tutti noi, faccia cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del Paese". Mentre su altri due testi i giudici hanno espresso piena solidarietà a Nicoletta Gandus e alll'ex pm antimafia di Napoli Raffaele Cantone. Decisioni coraggiose e importanti, che fanno onore al CSM, in particolare a quella parte della magistratura non asservita al regime neofascista, che non si è lasciata intimorire, non ha ceduto alle pressioni di Napolitano e del suo vice all'interno del CSM, Nicola Mancino, e, con grande fermezza, ha respinto l'aggressione di stampo mussoliniano e piduista di Berlusconi e i suoi ripetuti tentativi di sottomettere l'indipendenza dei giudici al potere esecutivo. I moniti di Napolitano e del suo vice Mancino hanno assunto il carattere di una vera e propria intimidazione quando è apparso chiaro che le pratiche a tutela dei giudici sarebbero state approvate a maggioranza. Infatti, prima di dare il via ai lavori, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha dato lettura di una nuova missiva del Quirinale (datata 4 settembre ma significativamente diffusa proprio alla vigilia del Plenum) in cui Napolitano chiede ancora una volta un voto "sereno ed equilibrato": "Il capo dello stato - si legge nella lettera redatta dal giurista del Colle, Loris D'Ambrosio - auspica che l'esame delle pratiche a tutela avvenga con serenità ed equilibrio, in linea con la esigenza di fare responsabile e prudente uso di un istituto che, come emerge dalla formulazione dell'art. 21bis, si giustifica solo quando è indispensabile per garantire la credibilità delle istituzioni nel loro complesso". Col riferimento esplicito all'articolo 21 bis, imposto nel regolamento del CSM il 15 luglio scorso e "che disciplina l'istituto ancorandolo a stringenti e rigorosi presupposti", Napolitano ha lanciato un altro preciso segnale di avvertimento ai giudici affinché non disturbino il manovratore ribadendo quanto ebbe a dire nel discorso del 23 luglio del 2007 a Palazzo dei Marescialli in occasione della nomina del primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, quando pubblicamente sollecitò il Consiglio a "soffermare la propria attenzione " sui limiti entro i quali "possono caratterizzarsi" le cosiddette "pratiche a tutela". 16 settembre 2009 |