Anche De Magistris bacia l'ampolla col sangue di San Gennaro "Sono credente e cattolico" Durante la festività cattolica dedicata al santo patrono napoletano S. Gennaro, che si svolge ogni anno nella metà del mese di settembre, si ripete il gesto oscurantista intriso di superstizione, smentito più volte dalla scienza moderna, dello "scioglimento" del sangue del santo stesso, raccolto in una teca. Anche quest'anno non sono mancati all'avvenimento non solo gli alti prelati della Chiesa, tra cui il cardinale Sepe, ma anche le autorità di regime, dal prefetto agli alti gradi delle "forze dell'ordine", tutti in prima fila in attesa del fatidico "bacio". Dopo la fantomatica rivoluzione arancione propugnata dal neo "sceriffo" De Magistris ci si aspettava una sua diserzione o comunque una partecipazione in tono minore all'avvenimento; nulla di tutto questo, invece. L'ex pubblico ministero si faceva fotografare in primo piano mentre baciava l'ampolla con il sangue di S. Gennaro, retta dal cardinale Sepe, in maniera contratta, compunta, quasi genuflessa. Come nella peggiore tradizione democristiana, e al pari dei suoi predecessori Bassolino e Iervolino, il nuovo baciapile De Magistris, in un copione ben recitato, è stato invitato a porgere le labbra alla teca da un entusiasta Sepe; un gesto che altro non significa che la prostrazione di quello "stato laico", difeso a parole in campagna elettorale dal "rivoluzionario arancione", nei confronti delle autorità e del potere ecclesiastici. Uno spettacolo che giova alla Chiesa che certifica fortemente agli occhi di tutti il suo controllo ideale e materiale, mentre il nuovo sceriffo cerca pietosamente di raccattare consensi presso l'elettorato cattolico giustificandosi così: "Si è trattato di un gesto che ho trovato assolutamente naturale (sic!), il dibattito non appassiona nessuno, i napoletani hanno altro a cui pensare: tutte le istituzioni, a partire dal prefetto e dagli ufficiali delle forze dell'ordine, l'hanno baciata. E poi non dimentichiamoci che si tratta sempre del sangue di una persona, un martire, che rappresenta l'unità di tutti i cittadini napoletani, al di là della propria confessione religiosa. Da sindaco, rappresento la laicità di un'istituzione ma la mia politica è improntata all'apertura verso tutte le religioni: sono credente e cattolico". Parole che dovrebbero far riflettere chi ha votato l'ex pm, che è passato in meno di quattro mesi da "sceriffo" e manganellatore di disoccupati, immigrati, ambulanti e sfrattati a baciapile della Chiesa oscurantista di Sepe e Ratzinger, gettando nel fosso della superstizione quel poco di laicità che ipocritamente cianciava di avere. 28 settembre 2011 |