All'assemblea pubblica del "Forum sui beni comuni" sponsorizzata dai trotzkisti de "il manifesto" Il neopodestà De Magistris lancia una "lista civica alternativa" Redazione di Napoli "Mi piace l'idea di Michele Emiliano, sindaco di Bari, sulla possibilità di creare una lista civica nazionale". Con queste parole il neopodestà Luigi De Magistris, con sfrontatezza senza pari, ha praticamente lanciato sabato 28 gennaio a Napoli un nuovo soggetto politico nazionale, in agenda da tempo ma tenuto opportunamente sott'acqua, del quale è primo ispiratore. Dunque ha scelto il palcoscenico del "Forum sui beni comuni" per lanciare pubblicamente l'ambizioso progetto che pensa di sviluppare insieme al trotzkista e anticomunista Vendola, al sindaco di Cagliari Zedda (eletto con i voti del MSI) e al neopodestà di Bari Emiliano (PD). In migliaia hanno partecipato al cosiddetto "Forum dei beni comuni" tenutosi presso il teatro Politeama, e moderato dalla direttrice de "il manifesto", Norma Rangeri, uno dei partner del Forum, che ha dato spazio sulle pagine del quotidiano trotzkista all'appello di De Magistris. Alla giornata hanno partecipato tutti gli assessori della giunta antipopolare, con alla testa il falso comunista Tommaso Sodano. La Rangeri apriva l'assemblea affermando che "bisogna riprendersi i beni comuni come acqua, suolo, energie, ma anche internet e tutti i saperi vanno difesi e tutelati", secondo la direttrice tracciata dal referendum del 12 giugno "certe battaglie si possono vincere". L'intervento si concludeva con un appello in difesa anche del diritto di informazione, con la Rangeri che, non avendo più i sospirati finanziamenti pubblici per i tagli governativi, mendicava soldi per il suo giornale che si "trova in serio pericolo di chiusura". Già da tempo il neopodestà De Magistris, sull'onda della fantomatica "rivoluzione arancione", agiva per proporre un soggetto comune di tipo movimentista che inizialmente superi l'Idv, e lo raggruppi assieme a Sel, Fds strizzando l'occhio alla sinistra PD. La chiusura dei "lavori" del Forum è stata molto indicativa con un palco che rispecchia le vere intenzioni dell'ex pm: Nichi Vendola, Massimo Zedda, Michele Emiliano e De Magistris assieme in un significativo abbraccio elettoralista in vista delle elezioni nazionali. Non è un caso che De Magistris ha attaccato prima Monti e poi lanciato il suo modello di governo futuro: "la cancellazione dei beni comuni, legati ai diritti fondamentali, per consegnarli al mercato e alla privatizzazione; la cancellazione del welfare, usato per fare cassa; la spoliazione degli enti locali, su cui si scarica la crisi. Serve una grande lista civica alternativa che possa fare a meno dei partiti". E ancora: "I partiti sono fondamentali in democrazia, ma allo stesso tempo è indispensabile che siano vicini ai cittadini e alle esigenze che cambiano - ha dichiarato l'ex pm - mi piace l'idea di Michele Emiliano sulla possibilità di creare una lista civica nazionale". Un appello non rimasto inascoltato ma subito appoggiato dalla "rete a chilometro zero", nelle cui file compaiono, tra gli altri, gli ex operaisti trotzkisti Massimo Cacciari e Alberto Asor Rosa che chiede che il Forum del 28 gennaio sia un esordio e non una replica. Ora che procede l'inciucio tra PD e PDL sulla legge elettorale e si profila uno sbarramento fino all'8-10% per poter entrare in parlamento, il "Forum dei beni comuni" è diventato per il marpione De Magistris l'occasione d'oro per lanciarsi come leader possibile di una coalizione nazionale che cerca di recuperare la fiducia degli astensionisti di sinistra, anche se lui smentisce. La sua è un'ulteriore insidiosa manovra per integrare i movimenti nel parlamentarismo, nelle istituzioni borghesi e nel capitalismo. Come già aveva denunciato tempestivamente la Cellula "Vesuvio Rosso" questa strategia di De Magistris, nata con la presentazione del "Laboratorio su beni comuni" va rigettata in toto "perché tenta di ricondurre e ingabbiare su un terreno istituzionale borghese i movimenti noglobal, per la pace, antiberlusconiani che sono esplosi in questi anni, disperderli in mille rivoli localistici, impedirne lo sviluppo su un terreno anticapitalista e antimperialista". Il PMLI condivide la lotta per i beni comuni che deve essere condotta all'esterno delle istituzioni antipopolari e in camicia nera tenuto conto che, strategicamente, per noi marxisti-leninisti l'unico vero "altro mondo possibile" per la classe operaia e le masse sfruttate e oppresse rimane e rimarrà sempre il socialismo. 15 febbraio 2012 |