In una intervista al compiacente "Il Mattino" De Magistris vuole creare a Napoli un quartiere per la mercificazione delle donne Plauso e appoggio da fascisti e leghisti Redazione di Napoli Sarà stato il caldo ferragostano ma ha veramente dell'incredibile il contenuto dell'intervista rilasciata al compiacente quotidiano Il Mattino, della potentissima famiglia Caltagirone (la cui figlia Azzurra è moglie del leader UDC Casini), da parte del neopodestà De Magistris lo scorso 14 agosto. Dopo aver esaltato il ruolo del presidente Napolitano nell'ottica di una approvazione celere del cosiddetto "decreto salva Napoli" per rinegoziare il debito e far fronte alle vuotissime casse lasciate dalle giunte precedenti Bassolino e Iervolino, De Magistris ha trattato ancora il suo argomento preferito, il legalitarismo borghese. Una volta confermato all'intervistatore Luigi Roano l'idea di costruire addirittura uno stadio nuovo con il boss del calcio Napoli De Laurentiis, per poi darlo totalmente in gestione ai privati, non ha lanciato iniziative contro la ripresa degli omicidi di camorra in città per il controllo dei quartieri centrali e di quella dell'area Nord come Scampia e Secondigliano ma l'ennesima ondata repressiva contro i parcheggiatori abusivi e, dulcis in fundo, un quartiere "cuscinetto" per legalizzare la prostituzione. "Voglio lanciare una proposta da discutere con la città, con le associazioni laiche e cattoliche, di cui comunque già si è parlato nei comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica. Una zona cuscinetto non dentro la città dove accogliere le prostitute e controllarle con finalità di recupero e reinserimento. Si fa già in Europa e in Italia. Come è noto la prostituzione di per sé non è un reato e a poco valgono le denunce. Quello che serve è controllare e prevenire. Così si arginano anche i mercanti di carne umana". Invece di puntare all'eliminazione dell'abietta mercificazione delle donne, dare al contempo loro un lavoro stabile e a salario pieno e annientare la borghesia camorrista che ne gestisce il traffico, la soluzione del nuovo campione del legalitarismo borghese è quella di "avere un luogo sociale dove vedere un film, mangiare un gelato e anche appartarsi se lo si vuole. Non un ghetto, ma posti sicuri senza stare al Virgiliano con i giornali o andare in luoghi dove si rischiano rapine e aggressioni. Un luogo per tutelare i nostri figli". Dunque, un "regolare" mercato della prostituzione, da farsi probabilmente nel quartiere di Barra, con la sostituzione del Comune alla camorra? Subito è venuto il plauso dei fascisti, con la berlusconiana di ferro Santanchè, e del sindaco di Verona, il leghista Tosi, che hanno appoggiato l'iniziativa di De Magistris. Accolto più freddamente tra la "sinistra" borghese che ha preferito, come gli assessori della sua giunta, il silenzio o come alcuni esponenti del PD che hanno criticato l'uscita affermando che ci sono cose ben più importanti da affrontare a Napoli. Durissima l'ex girotondina e esponente dei giuristi democratici Giuliana Quattromini: "Il sindaco ha rinnegato il patto: quando l'ho sostenuto in maniera convinta non gli ho dato un mandato in bianco. C'erano diversi punti da condividere. Ebbene, la storia della prostituzione è l'ennesima dimostrazione che lui non è la persona che abbiamo votato. Volevamo un sindaco di sinistra e non di destra: il quartiere a luci rosse non è altro che un ghetto, la riapertura a tutti gli effetti delle case chiuse". Sdegnata anche la reazione dell'artista comica napoletana Rosalia Porcaro: "Queste idee sono un po' strane, sembra di sentire i discorsi di quelli che vogliono riaprire le case chiuse. (...) credo che un progetto andrebbe senz'altro fatto, ma a favore dei minorenni, ragazzine e ragazzini soprattutto extracomunitari che rischiano di finire nel racket della prostituzione o che ci sono già finiti". Per noi marxisti-leninisti la prostituzione è un'inaccettabile mercificazione del corpo femminile che spesso si associa a forme di vera e propria schiavitù. Essa è l'altra faccia della morale borghese e cattolica che divide le donne in madri e mogli, sante e madonne, da una parte, e prostitute, dall'altra. Le radici della prostituzione stanno nell'esistenza stessa del capitalismo, della sua economia, della sua cultura e della sua morale sessuale e familiare borghese, cattolica e oscurantista. Per combattere la prostituzione occorre impedire non solo l'approvazione di provvedimenti di legge finalizzati a cancellare la legge Merlin, ma anche la riapertura in vario modo, delle "case chiuse", di quartieri a "luci rosse" o, come vorrebbe De Magistris, di istituzionalizzare la prostituzione. La vera battaglia è quella diretta all'abrogazione del reato di adescamento e di favoreggiamento nonché la totale eliminazione di ogni discriminazione verso chi si prostituisce (di ambo i sessi e i transessuali) e garantire loro tutti i diritti economici, sociali e politici. Infliggere il sequestro dei beni e il carcere alla camorra e ai suoi trafficanti, nonché agli sfruttatori della prostituzione. Favorire l'abbandono della prostituzione offrendo a chi la pratica una sistemazione abitativa e lavorativa dignitosa e al contempo fornire di documenti e di permesso di soggiorno le immigrate e gli immigrati che si prostituiscono ricattati e schiavizzati dalle organizzazioni criminali e dagli sfruttatori. Strappare dal giro della prostituzione le minorenni e i minorenni per ricongiungerli alle famiglie di origine o, in assenza, mettere in atto un progetto di recupero sociale attraverso l'affidamento, la ripresa degli studi, corsi di formazione professionale, offerte di lavoro, inserimento in ambienti di socializzazione giovanili. 5 settembre 2012 |