Il "discorso di fine d'anno" è solo pura demagogia Il neopodestà De Magistris in sei mesi non dà risposte su lavoro e rifiuti Redazione di Napoli Con un discorso "a social network unificati", il neopodestà di Napoli Luigi De Magistris, emulando il nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano, ha lanciato, di concerto con decine di interviste sulla stampa e nelle tv locali (molte delle quali compiacenti), il proprio messaggio di fine di anno. Nei due minuti di messaggio, nel cosiddetto "cronoprogramma" dell'ex pm, mancano all'appello un serio avvio della raccolta differenziata, presente solo a Scampia e dagli esiti ancora incerti, e un piano per il rilancio dell'occupazione a Napoli, nonostante l'ennesima promessa per invertire il trend negativo della dilagante disoccupazione. Interessante il passaggio sulla "difesa dei beni comuni" e la richiesta del "rivoluzionario arancione" di "una maggiore partecipazione democratica da parte dei napoletani"; è il segno del fallimento del "Laboratorio dei beni comuni" lanciato dal professore borghese e anticomunista Lucarelli, con le assemblee del "popolo" andate a vuoto o non più convocate. Il massimo della demagogia del nuovo podestà è l'augurio per un 2012 "di lotta", attraverso lo sviluppo, il lavoro, il turismo, la sicurezza (?), senza però accennare minimamente a cosa fare concretamente per affrontare e risolvere le misere condizioni di vita in cui versano le masse popolari partenopee. È significativo inoltre che De Magistris, che si è riempito la bocca di proclami e di cosiddetti "successi", a suo dire per la città, non abbia fatto un solo cenno sulle abbandonate promesse fatte in campagna elettorale, una fra queste la bonifica di Bagnoli, poi vergognosamente svenduta per far svolgere sul litorale flegreo l'America's Cup. Per noi marxisti-leninisti napoletani si tratta di affermazioni volutamente generiche e a buon mercato, che non chiamano per nome e cognome i responsabili politici delle drammatiche condizioni in cui versa il popolo napoletano. Lasciano il tempo che trovano: vuoti proclami truffaldini volti unicamente a ingabbiare le proteste sociali nelle istituzioni borghesi. 4 gennaio 2012 |