Lo denuncia la FIOM "Le norme sulla detassazione del cosiddetto salario di produttività costituiscono un attacco al contratto nazionale" "Si tratta di un attacco senza precedenti - denuncia Laura Spezia in un comunicato del 21 febbraio 2011 - al Contratto, nonché di un ulteriore passo verso il suo smantellamento come fonte primaria di diritti universali per i lavoratori di uno stesso settore". Il riferimento è alle gravi e inaccettabili norme sulla detassazione del cosiddetto salario di produttività contenute nella recente circolare congiunta del Ministero del lavoro e dell'Agenzia delle Entrate". "La Fiom e la Cgil - prosegue - non hanno mai condiviso la politica governativa volta a detassare solo questo cosiddetto 'salario di produttività. Ciò perché noi riteniamo ci sia invece l'esigenza di diminuire in generale la pressione fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati". "Invece, con la recente circolare congiunta si inserisce, addirittura, un criterio di penalizzazione dell'erogazione delle maggiorazioni salariali - chiarisce Spezia - previste dal Contratto nazionale di lavoro, escludendo esplicitamente tali erogazioni dalla base di calcolo per la maturazione dei vantaggi della tassazione. Infatti, a seguito delle direttive ministeriali, nel 2011 verranno detassate solo le ore di straordinario o le maggiorazioni di lavoro a turni, notturno e, comunque, connesso alla flessibilità dell'orario previste da accordi aziendali e non più quelle previste dal Contratto nazionale". In una nota inviata alle strutture regionali e territoriali, l'ufficio sindacale della FIOM nazionale spiega più nel dettaglio i contenuti di detta circolare congiunta con "non poche novità rispetto a quanto previsto negli anni precedenti". A partire dal fatto che la concessione dell'agevolazione fiscale è riconosciuta esclusivamente agli istituti e a retribuzione erogata in attuazione di accordi o contratti collettivi territoriali o aziendali, escludendo dalla detassazione gli emolumenti corrisposti sulla base di accordi o contratti collettivi nazionali. "Si configura quindi con questa disposizione - si legge nella nota - un nuovo inaccettabile attacco alla contrattazione nazionale, instaurando per questa via una dubbia innovazione gerarchica delle fonti di diritti tra CCNL e contrattazione aziendale". Infatti, in base a quanto disposto dalla circolare "i lavoratori che effettueranno lavoro di notte, straordinari, lavoro festivo, lavoro supplementare e lavoro a turni ai sensi di quanto normato dai rispettivi CCNL non potranno vedersi detassare la quota di retribuzione relativa a queste prestazioni". Mentre quelli che effettueranno le stesse prestazioni a seguito di accordi aziendali avranno la tassazione agevolata fino al tetto di 6.000 euro. Nella circolare ci sono altre due novità pericolose che indeboliscono il sistema contrattuale vigente e lo subordinano alla contrattazione decentrata, di tipo territoriale o aziendale. In essa è scritto che "nulla vieta la stipulazione di appositi accordi o contratti territoriali o anche aziendali (...) che replichino i contenuti della contrattazione nazionale di riferimento (come ad esempio, lo straordinario, i turni, il lavoro notturno, il lavoro domenicale ordinario, le clausole flessibili e le clausole elastiche riferite ai contratti di lavoro a tempo parziale, ecc.) al fine di mantenere l'operatività delle intese raggiunte in attuazione della misura. Così come nulla vieta - si legge nella circolare - sempre al fine di rendere operativa la misura, la stipulazione di appositi accordi territoriali quadro o aziendali che disciplinino la materia, anche recependo i contenuti dei contratti collettivi nazionali di riferimento quanto a istituti come lo straordinario, i turni, il lavoro notturno, il lavoro domenicale ordinario, le clausole flessibili e le clausole elastiche riferite ai contratti di lavoro a tempo parziale". Tutto ciò rappresenta un invito esplicito a destrutturare il CCNL. La FIOM e la CGIL, per quanto sopra denunciato, chiedono il ritiro della circolare e la sua sostituzione "con disposizioni che inseriscano le norme di derivazione CCNL come fonte primaria di diritto per i lavoratori per usufruire della detassazione di parte della retribuzione derivante da istituti trattati e definiti dagli stessi CCNL". 23 febbraio 2011 |