Nuovo grave e illegittimo accordo separato tra Federmeccanica e i sindacati complici, Fim-Cisl e Uilm Le deroghe distruggono il contratto nazionale dei metalmeccanici Landini: "uno strappo democratico gravissimo, l'intesa separata cancella il diritto alla contrattazione collettiva" Esplode la protesta nelle fabbriche Era prevedibile, per non dire certo, che nell'incontro del 29 settembre Federmeccanica e i sindacati complici, Fim-Cisl e Uilm, si sarebbero accordati sulle deroghe da attuare al contratto nazionale dei metalmeccanici che, di fatto, ne decreta la completa demolizione. Perché rappresenta il logico sbocco dell'accordo separato siglato alla Fiat di Pomigliano a seguito del diktat imposto da Marchionne, il quale tra le numerose condizioni aveva posto, appunto l'introduzione delle deroghe, ovviamente peggiorative, al Ccnl dei metalmeccanici entro la fine di ottobre. Perché questo obiettivo lungamente perseguito dal grande padronato è presente negli accordi separati, siglati nel 2009 senza e contro la volonta della Cgil, che riguardano la controriforma del modello contrattuale e il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. E così è stato, ignorando la richiesta della Fiom di sospendere la trattativa per realizzare una verifica con i lavoratori dai quali ottenere un mandato vincolante per tutti. Non è tutto. Per il 5 ottobre è fissato un nuovo incontro al Lingotto con Marchionne per applicare le stesse regole stabilite a Pomigliano negli altri stabilimenti della Fiat. Per l'11 e il 13 dello stesso mese sono in programma altre due riunioni tra Federmeccanica e i sindacati di Bonanni e Angeletti per discutere di conciliazione e arbitrato, due istituti funzionali alle intese separate sottoscritte. Non inganni la brevità dell'intesa sulle deroghe, due paginette in tutto. In esse c'è infatti, tutto quello che occorre per portare alla cancellazione del contratto nazionale dei metalmeccanici, ivi comprese le sanzioni "a carico degli inadempienti". All'accordo, che porta il titolo: "art. 41-bis - Intese modificative del CCNL" è stata data la forma di integrazione al contratto firmato nel 2009 senza la Fiom. Prevede che sia possibile definire deroghe alle norme del contratto nazionale in caso di "sviluppo economico ed occupazionale" o "per contenere gli effetti economici e occupazionali derivanti da situazioni di crisi aziendale". In pratica sempre, in tutte le situazioni, sia che le cose vadano bene, sia che vadano male, sia che il mercato tiri e il fatturato e i profitti crescano, sia nella condizione avversa. Bontà loro, nelle materie non derogabili sono indicati "i minimi tabellari, gli aumenti periodici d'anzianità e l'elemento perequativo, oltreché i diritti individuali derivanti da norme inderogabili per legge". Rimane tutto il resto che non è poco ma è tanto, gli orari, i turni, lo straordinario, le pause, i ritmi, le indennità, il salario conquistato a livello aziendale, il pagamento dei primi tre giorni della malattia, altro ancora. Le intese "modificative delle norme del Ccnl" sono definite a livello aziendale ma saranno decise "con l'assistenza delle associazioni industriali e delle strutture territoriali delle organizzazioni sindacali stipulanti". Esse dovranno contenere "a garanzia dell'esigibilità dell'accordo provvedimenti a carico degli inadempienti di entrambe le parti". Insomma sanzioni del tipo di quelle pretese da Marchionne per la Fiat di Pomigliano che arrivano fino al licenziamento. Queste intese saranno trasmesse per la loro validazione alle parti che hanno stipulato il contratto (Federmeccanica e Fim e Uilm nazionali) e, "in assenza di pronunciamento, trascorsi 20 giorni di calendario dal ricevimenti, acquisiscono efficacia e modificano, per le materie e la durata definite, le relative clausole del Ccnl". Immediata la reazione della Fiom. In un comunicato il segretario generale, Maurizio Landini, definisce l'intesa "uno strappo gravissimo sia sul piano democratico, sia per le relazioni industriali del nostro Paese". Le deroghe "nei fatti cancellano il diritto alla contrattazione collettiva e svilisce il ruolo delle Rsu". Si tratta di una scelta scellerata per i diritti di chi lavora: "Per la Fiom è un'intesa illegittima poiché il vero contratto approvato dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici rimane quello stipulato nel 2008". "È un attacco senza precedenti - denuncia Landini - che punta a utilizzare la crisi per ridisegnare le relazioni industriali". "Si fanno tanti dibattiti sul modello di contrattazione moderata o radicale, ma qui è in discussione la possibilità di contrattare". "A questo attacco, fatte salve le iniziative già decise, la Cgil deve rispondere con lo sciopero generale". Tanta la rabbia nelle fabbriche che si è tradotta in scioperi, cortei e contestazioni aperte nei confronti di Federmeccanica ma anche dei sindacati complici, la Cisl in particolare. A questo proposito hanno suscitato clamore la protesta degli operai della Same di Treviglio (Bergamo) i quali in corteo sono passati davanti alla sede della Cisl che è stata bersagliata con lancio di uova al grido "Ridateci il contratto, vogliamo votare". Una contestazione simile si è ripetuta a Livorno: nel corso di una manifestazione nel centro cittadino, alcune centinaia di lavoratori si sono spostati davanti alla sede della Confindustria bersagliata da un fitto lancio di uova. Subito dopo è stata la volta della sede della Cisl, raggiunta da un numeroso gruppo di manifestanti che hanno lanciato lo slogan "servi dei padroni" unitamente al lancio di uova sulle finestre. Al diluvio di dichiarazioni di esponenti di governo, del padronato e dei sindacati, tra cui persino anche di dirigenti della Cgil, Epifani in testa, per condannare questi atti ritenuti "violenti" e minacciare misure disciplinari contro i responsabili, ha risposto il nostro Partito con un comunicato stampa (che pubblichiamo a parte) dove definisce il lancio delle uova dei metalmeccanici di Treviglio e di Livorno contro le sedi della Cisl giuste, meritate e inevitabili. "Quando le parole non bastano - si legge nel testo - sono utili anche le uova... Sono in gioco persino il contratto nazionale e il diritto di votare gli accordi sindacali e i lavoratori dovrebbero star buoni e attenersi alle regole imposte dal governo e dai padroni? Scherziamo?. 6 ottobre 2010 |