Vorrei chiarimenti su signoraggio bancario, debito pubblico e privatizzazione delle banche Cari compagni del PMLI, volevo sapere il vostro parere riguardo a un argomento non chiaro di cui si è discusso tempo addietro su internet in modo molto confuso. Ovvero il signoraggio bancario, il debito pubblico e la privatizzazione delle banche. Un saluto marxista-leninista. Con i Maestri vinceremo! Paride - provincia di Ascoli Piceno Caro compagno Paride, eccoti, in estrema sintesi, la risposta ai tuoi quesiti. 1. Il signoraggio bancario, immaginiamo che con questo termine si intenda la supremazia e l'arroganza delle grandi banche nella vita economica dei Paesi imperialisti. Tieni presente che il loro ruolo è straordinariamente cresciuto dopo che il capitalismo è passato alla fase imperialista: il capitale finanziario in quanto sintesi del capitale industriale e capitale bancario spadroneggia dappertutto ed è il risultato del grado di parassitismo e di putrefazione a cui è giunto il capitalismo odierno. 2. Il debito pubblico è la manifestazione della difficoltà in cui le borghesie imperialiste si dibattono: il pareggio del bilancio statale viene considerato un tabù e invocato come invalicabile dai neoliberisti quando i lavoratori e le masse popolari lottano per destinare quote maggiori del bilancio dello Stato borghese ai salari e ai servizi; salvo poi, come accade in questa gravissima crisi economica capitalista, sperperare ingentissime risorse economiche statali, pagate soprattutto dalle masse popolari attraverso la tassazione indiretta e diretta, per raddrizzare e finanziare i bancarottieri e i peggiori speculatori finanziari che hanno capeggiato tante imprese e aziende capitalistiche cercando di scongiurare il loro fallimento. 3. La privatizzazione delle banche. Quando nel secondo dopoguerra c'era bisogno di ingenti capitali per la ricostruzione e per accelerare lo sviluppo capitalistico dell'arretrata economia italiana, le maggiori banche nazionali erano statali. Non erano private ma "pubbliche". Usiamo le virgolette perché in realtà l'aggettivo pubblico è usato come contrario di privato ma sarebbe più corretto chiamarle statali, cioè la proprietà apparteneva al capitalista collettivo e non a singoli capitalisti o gruppi privati. Venuta meno quella congiuntura postbellica, il capitalista collettivo ha passato la mano privatizzandole. Quindi se oggi qualcuno propone di tornare indietro, non dice niente di rivoluzionario ma avanza una ricetta anticrisi che non tocca in alcun modo il carattere capitalistico della proprietà. Questo non significa che noi siamo indifferenti sulle due forme. Potendo scegliere noi rivendichiamo sempre la nazionalizzazione delle grandi banche e imprese capitalistiche perché in questa maniera possiamo far valere di più l'azione e le lotte dei lavoratori e gli interessi della collettività rispetto alla sete di massimo profitto dei singoli proprietari. Saluti marxisti-leninisti. Coi Maestri vinceremo! 20 maggio 2009 |