Un credente può militare nel PMLI e servire il proletariato? Ho già espresso i complimenti sull'ottimo discorso del compagno Segretario. Domenica non sono potuto venire alla Festa del PMLI, ma spero di poter venire se organizzerete qualcosa per il 90° dell'Ottobre Rosso. Sono un credente ma se la banda di oscurantisti, con in testa Ratzinger e Bagnasco, faranno i passi che annunciano, io per protesta mi rifiuterò di professare. Io voglio militare nel Partito e servire il proletariato. Sono disposto a sacrificarmi. Per esempio io vorrei militare nel Partito ma sono ancora minorenne e vorrei aspettare un po' per portare a termine alcuni impegni con la mia parrocchia e che lo sappiano i miei così poi potrò operare meglio. L'impegno con la parrocchia mi fornirà insegnamenti sul gioco di squadra visto che devo agire in sintonia con altri giovani. Quindi ritengo importante portare a termine questo impegno. Naturalmente non potrò fare propaganda visto che agisco in parrocchia e a contatto con dei bambini. L'esperienza che sto facendo è offrire a dei bambini la possibilità di divertirsi. Non fare propaganda politica. E poi non ci sono distinzioni di classe. Sono giovani come me che svolgono questo servizio per i bambini e le loro famiglie. Il gioco di squadra riuscirò ad apprenderlo anche, e principalmente, nella lotta di classe. Questa esperienza mi tornerà utile in qualche modo sul piano del lavoro di squadra. Infatti dovrò imparare a lavorare in sintonia con altri ragazzi come me e a muovermi con loro come un tutt'uno. Anche i compagni devono imparare queste cose. Poi va a vantaggio delle famiglie, non della parrocchia. La chiesa ha dei rappresentanti propri nelle istituzioni economiche e dei politici che la rappresentano (Prodi, Casini, Mastella, ecc.). Infatti all'interno delle due banche del comune di Cento (BancaCentro Emilia e Cassa di Risparmio di Cento) Caffarra e la diocesi sono rappresentati. E aggiungo che per il ballottaggio a sindaco del comune di Cento il sindaco fascista Tuzèt (che vorrei ricordarvi essere di Alleanza nazionale) è stato sostenuto dalla chiesa cittadina (i preti) e dai poteri forti (le banche). Quindi si può dire che la chiesa collabora con il sistema di sfruttamento capitalistico e, in un certo senso, va contro la dottrina che predica. Discorso a parte va fatto per certi religiosi del basso clero (parroci, missionari, ecc.) che non sono fautori del socialismo, ma non collaborano col sistema capitalistico e spesso ne denunciano la vera natura. Ma, dice Marx, questo è solo dare una propria opinione del mondo, si tratta però di mutarlo (ispirato alle "Tesi su Feuerbach"). Giacomo - provincia di Ferrara Grazie per il tuo giudizio sul discorso del Segretario generale per il 30° del PMLI. Come avrai visto dallo Statuto del Partito, i credenti di qualsiasi religione non possono militare nel PMLI, in quanto c'è una differente impostazione delle due diverse concezioni: metafisica e dogmatica quella credente, materialistica e dialettica quella marxista-leninista. I credenti possono essere comunque dei combattenti per il socialismo e degli ottimi simpatizzanti del PMLI. Puoi essere un simpatizzante del Partito e lavorare attivamente come tale. Già diversi credenti lo sono e svolgono praticamente lo stesso lavoro politico dei militanti, tranne ovviamente la vita interna di Partito. Fai pure le esperienze che preferisci, ma è la lotta di classe, e non la parrocchia, che ti insegna il gioco di squadra, perché nella società capitalista non possiamo fare squadra con i borghesi e i fascisti, anzi loro sono i nostri nemici. La borghesia, tramite la chiesa e le sue istituzioni, parrocchie comprese, insegnano alla classe operaia a fare "squadra" con la borghesia per un ipotetico progresso comune, mentre invece il proletariato deve fare squadra con le classi più vicine: sottoproletariato, piccola borghesia, contro la borghesia e il capitalismo. La solidarietà di classe e l'internazionalismo proletario non c'entrano con il solidarismo cattolico interclassista. Non vi è quindi migliore maestra della lotta di classe! Hai ragione, occorre dividere la Chiesa, le sue istituzioni e i suoi alti prelati da alcuni parroci che ad esempio si battono contro la mafia, contro il degrado delle periferie, ecc. Con questi ultimi i marxisti-leninisti possono fare fronte unito per battaglie immediate e anche strategiche. Noi riteniamo che un giorno anche una parte di preti, piccola o grande non possiamo saperlo, appoggerà, anche se non direttamente, la lotta per il socialismo, e in questa titanica impresa i marxisti-leninisti devono trovare quanti più alleati possibili. 24 aprile 2007 |