Non ammettere nel Partito i credenti è in contraddizione con quanto sostenuto da Lenin? Cari compagni, vi sottopongo un dubbio ideologico. Io condivido l'articolo dello statuto del PMLI (si riferisce all'art. n. 12, ndr) in cui si dice che "Non può essere membro del Partito chi (...) ha e professa una religione". Lo condivido perché credo che un partito d'avanguardia debba essere un partito ateo, che dia l'esempio alle masse ancora influenzate dalle religioni. E nell'avanguardia (e nel Partito vi è l'avanguardia della classe operaia!) bisogna avere le idee in chiaro circa il carattere di classe e reazionario della religione, altrimenti come si fa a spiegarlo alle masse? Tuttavia Lenin nei suoi testi sulla religione del 1905 e del 1909 condanna, come peraltro Engels prima di lui, chi a quel tempo voleva impedire l'entrata degli operai credenti nel partito, sostenendo che essi andassero integrati nel partito e da lì educati all'ateismo senza forzare la mano. Comprendo assolutamente la necessità di risolvere la "contraddizione in seno al popolo" e quindi non emarginare gli operai ancora credenti (come fanno invece gli anarchici con un anti-clericalismo idiota), ma questo è un lavoro che va bene farlo nelle associazioni di massa collaterali al partito, non nel reparto d'avanguardia in sé! Non si rischia, insomma, seguendo queste parole di Lenin di finire per costruire un partito trade-unionista di massa e non un vero partito d'avanguardia? Avete delle risposte in merito e magari qualche passaggio dei Maestri che possa chiarire meglio questa che di primo acchito mi è sembrata una contraddizione? Vi ringrazio per l'attenzione e vi saluto cordialmente. Uno svizzero amico del PMLI Grazie per averci scritto e per averci sottoposto un tuo "dubbio ideologico". Come sai bene il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non è un dogma ma una guida per l'azione nella situazione concreta in cui ci si trova ad operare, e tenendo presente le esperienze del movimento operaio e comunista internazionale e nazionale. In effetti Lenin ha detto che "dobbiamo non soltanto accogliere, ma lavorare per attirare nel Partito socialdemocratico tutti gli operai che conservano ancora la fede in dio e siano assolutamente contrari a ledere minimamente le loro convinzioni religiose; ma li attiriamo per educarli nello spirito del nostro programma, e non perché essi lo combattono attivamente" (Dal giornale Proletari ["il proletario"] del 13 maggio 1909). Questa posizione però non ci risulta che sia stata rilanciata successivamente da Lenin e discussa all'interno della Terza Internazionale. Comunque il nostro Partito non la considera una posizione di principio e vincolante per tutti i Partiti marxisti-leninisti. In occasione del 5° Congresso nazionale del PMLI, il nostro Partito ha discusso e respinto la proposta di un simpatizzante cattolico che richiedeva di riformare l'articolo dello Statuto del PMLI da te citato per consentire ai credenti di entrare nel Partito. Ti riportiamo la motivazione del Congresso. "Non possiamo accettare la proposta sostanzialmente perché (il Congresso, ndr) considera più proficuo, ai fini della saldezza e dell'unità ideologica e politica del PMLI, della lotta ideologica contro ogni tendenza metafisica e idealistica e dello sviluppo della lotta di classe in Italia, che il Partito sia composto esclusivamente dagli elementi che accettano e mettono in pratica la concezione del mondo proletaria rivoluzionaria fondata sul materialismo storico e sul materialismo dialettico. Immettere nel Partito anche i credenti soggettivamente marxisti-leninisti vorrebbe dire, altresì, aprire al suo interno delle contraddizioni, specie sulle questioni etiche e morali, che potrebbero sfociare in contraddizioni antagonistiche e nella conseguente paralisi politica del PMLI. Un esempio tangibile è l'esperienza del PCI revisionista che ad un certo punto ha modificato il proprio Statuto, aprendo l'iscrizione anche ai cattolici, cancellando il marxismo-leninismo e prendendo come riferimento politico solo il proprio Programma e Statuto. Questa scelta, ossia la consistente immissione dei credenti nel Partito, hanno inciso profondamente al dilagare del revisionismo. Pertanto è preferibile per il PMLI che i credenti soggettivamente marxisti-leninisti, la cui opera è molto apprezzata dal Congresso, continuino a stare e a operare a fianco del Partito, e a sostenere la sua proposta politica anche tra le masse e le organizzazioni religiose di cui fanno parte. In futuro, quando essi raggiungeranno un numero consistente, potremmo valutare la possibilità di fondare un'Organizzazione multireligiosa, o più Organizzazioni monoreligiose, per sostenere il PMLI e il socialismo". Per noi questa ci sembra la giusta posizione in base all'esperienza storica e alla situazione concreta del nostro Paese. In sostanza noi lavoriamo per attirare non nel Partito ma a fianco del Partito i credenti a qualsiasi religione appartengano senza chiedere loro alcuna abiura. Fermo restando la posizione universale marxista-leninista sulla religione, la quale va criticata alla luce della lotta di classe e al secondo posto nella lotta ideologica attiva. In primo piano va messa la lotta per i problemi immediati delle masse e quella a lungo tempo per il socialismo, mentre va messa in secondo piano la lotta contro la religione. La lotta di classe richiede l'unità tra non credenti e credenti. Naturalmente ci fa molto piacere che tu condivida l'articolo ad hoc dello Statuto del PMLI, ma non sappiamo se si può adattare al tuo Partito. Le situazioni variano da paese a paese, nessuno può sostituirsi ai Partiti locali e ciascuno ha il dovere di applicare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao integrandolo con la propria realtà. Nella teoria rivoluzionaria ci sono delle cose universali e tassative e altre cose legate a situazioni particolari e contingenti che non sono vincolanti. In ogni caso tutto va contestualizzato e valutato guardando a se serve o no al trionfo della causa rivoluzionaria per il socialismo nel proprio Paese. Il marxismo-leninismo-pensie- ro di Mao è un'arma vincente e infallibile, ma bisogna saperla usare. Noi ci proviamo. Possiamo sbagliare, ma siamo pronti a correggerci per ritornare in carreggiata sulla via della conquista dell'Italia unita, rossa e socialista e del potere politico da parte del proletariato. Auspicando che la nostra risposta ti abbia aiutato almeno un po' a sciogliere il tuo "dubbio ideologico", ti inviamo saluti internazionalisti proletari. 3 ottobre 2012 |