Un errore aderire alla manifestazione nazionale contro il precariato?

Cari compagni,
aderire alla manifestazione del 4 novembre contro il precariato, lo ritengo un grosso errore. Già esiste un movimento sul precariato animato dal sindacalismo di base che ha già dimostrato vitalità, spirito d'iniziativa, obiettivi chiari coscienza della controparte e capacità di mobilitare quel mondo diverso e disperso.
L'organizzazione di questa manifestazione è nata in contrapposizione a quella del 6 ottobre: Assunti davvero. È la paura del sindacalismo confederale e dei partiti così detti di sinistra (alcuni pretendono di essere comunisti o definirsi tali!) di perdere il controllo delle masse dei dipendenti ed essere smascherati nella loro disastrosa azione di appoggio al governo borghese dell'Unione.
Compagni, questi errori non si possono commettere, rischiano di confondere la pratica comunista, che è antagonista, con la possibilità di trovare il governo amico (sul concetto del governo borghese e la possibilità di collaborare, sono certo, la vostra cultura marxista-leninista vi procura tutti i mezzi più utili per arrivare a conclusioni più vere ed efficaci).
Non si può e non si deve confondere quanto Lenin diceva della partecipazione nei sindacati, anche se non di classe, con la partecipazione ad una Cgil, oramai burocratica che è tesa disperatamente all'autoconservazione.
Sono cosciente che il sindacalismo di base non rappresenta il futuro di un nuovo movimento di classe, ma è pure vero che in queste organizzazioni si possono inserire elementi utili a ingenerare una cultura di classe. Possono essere propagandati e fatti vivere nell'esperienza di alcune lotte, come questa del precariato.
Io faccio parte delle RdB/Cub (certo che l'avevate capito!) ma cerco di non prescindere mai dalla mia visione comunista.
Sempre un saluto a pugno chiuso.
Giacomo, via e-mail


Grazie per averci scritto e per le tue considerazioni politiche.
Siamo perfettamente d'accordo con le tue valutazioni sulla Cgil, sulla strumentalizzazione da parte dei sedicenti partiti comunisti della manifestazione del 4 novembre contro il precariato, nonché sul giudizio sul governo Prodi. Non riteniamo però un "grosso errore" aver partecipato a tale manifestazione. Al contrario riteniamo un grosso errore non avervi partecipato. Un autentico comunista che si ispira a Lenin, mai lascerebbe le masse in balia degli imbroglioni politici e sindacali. Noi infatti siamo andati a Roma con le nostre parole d'ordine contro il precariato, la finanziaria e il governo.
Ovviamente se ne avessimo avuto la forza, e ciò poteva accadere se tutte le forze veramente contro il precariato fossero state presenti, avremmo messo in minoranza le forze governative strumentalizzatrici e cambiato di segno alla manifestazione.
Certamente il "sindacalismo di base" ha centrato il problema del precariato e agisce di conseguenza.
Ma questo non impedisce ad altri di occuparsene, in buona o cattiva fede. Si tratta solo di smascherare chi è in cattiva fede, ma stando in mezzo alle masse, non isolandosi.
Secondo noi non vanno bene né la Cgil né i sindacati alla sua sinistra. La prima è istituzionale e oggi filogovernativa. Sta dalla parte della "sinistra" borghese economica, finanziaria e istituzionale. I secondi più che come sindacati agiscono come partiti. Non sono dei veri sindacati di massa. Inoltre, secondo noi, hanno commesso un grave errore strategico staccando la parte più avanzata dei lavoratori dalla parte intermedia e più arretrata che costituiscono la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati. Noi invece, pur lavorando prevalentemente nella Cgil, che è attualmente l'organizzazione sindacale di massa più rappresentativa, proponiamo un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori basato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale alle Assemblee generali dei lavoratori. In altri termini pensiamo a un sindacato non di classe che riunisca tutti i lavoratori indipendentemente dalle rispettive ideologie e decisioni partitiche.
Noi non abbiamo problemi ad allearci sui problemi di comune interesse con Rdb/Cub e con gli altri sindacati non confederali, cosa che dove è possibile facciamo tranquillamente, ma riteniamo che i sinceri comunisti debbono agire sindacalmente in base alla nostra linea sindacale.
"Il futuro di un nuovo movimento di classe", come tu dici, secondo noi non è in mano ad alcun sindacato, ma al Partito del proletariato, cioè al PMLI, l'unico in grado di ricreare una coscienza di classe nel proletariato in quanto è il solo che vuole veramente che il proletariato diventi una classe per sé con il compito di rovesciare il capitalismo e conquistare il potere politico e il socialismo. Come vedi il discorso di fondo è politico più che sindacale.

8 novembre 2006