I "cittadini" M5S in parlamento sono rappresentazione borghese, ma come pensa il PMLI di farsi conoscere in tutta italia? Salve compagni, per quanto riguarda il M5S credo che l'idea non sia male, infatti finché si parla di potere ai cittadini io mi trovo d'accordo ma purtroppo i cittadini che sono andati in parlamento altro non sono che rappresentazioni dei borghesi. Oltretutto ha perduto la mia parziale simpatia quando M5S ha parlato di abolizione dei sindacati, io sono il primo a criticare i loro vertici che oramai sono diventati anch'essi dei politici e non rappresentano più gli interessi dei lavoratori, ma il sindacato in quanto tale è la massima espressione del movimento operaio e delle sue lotte quindi non può essere abolito. Riguardo al comportamento del PMLI e la sua campagna astensionista, ebbene logicamente il socialismo ed il comunismo non possono esistere in una democrazia, ma questa campagna fa perdere molti possibili simpatizzanti in quanto il Partito non presentandosi alle elezioni è poco conosciuto in Italia. Stefano - provincia di Ferrara Ciao compagno Stefano, hai detto bene, e cioè che "i cittadini che sono andati in parlamento altro non sono che rappresentazioni dei borghesi", e d'altronde non poteva che essere così in quanto siamo in un sistema capitalista e al governo e in parlamento non possono che andare i rappresentanti, coperti o mascherati, in buona o mala fede, degli interessi del capitalismo stesso. Questo ovviamente vale anche per il M5S, che è dichiaratamente interclassista e dice di voler rappresentare gli interessi sia del proletariato che della borghesia, e ciò è impossibile in quanto tali interessi sono diametralmente opposti e inconciliabili, infatti il M5S si propone nella sostanza di mitigare i conflitti di classe, favorendo di fatto la classe ora al potere, cioè quella borghese. Oltre a quello che tu dici sulla questione del sindacato, che condividiamo, c'è da denunciare la vicinanza del M5S con movimenti neofascisti, ripetuta in più occasioni. Partendo dal fatto che tu stesso citi, e cioè che "il socialismo e il comunismo non possono esistere in una democrazia", e quindi che l'unica via percorribile è quella rivoluzionaria, occorre stabilire la linea tattica più adatta per arrivarvi. Sicuramente è più facile portare le masse su un terreno rivoluzionario staccandole progressivamente dalle istituzioni borghesi, come stanno facendo in numero sempre maggiore, piuttosto che entrarci noi stessi. In base all'attuale situazione italiana, se ci presentassimo alle elezioni non faremmo altro che coprire a sinistra il capitalismo, cosa alla quale pensano già diverse formazioni false comuniste, e perpetueremmo le illusioni parlamentariste, riformiste e governative. Occorre invece che le masse si stacchino nettamente dalle istituzioni, e sul piano elettorale questo si effettua con l'astensionismo tattico. Certo se il PMLI si presentasse alle elezioni sarebbe più conosciuto ma al prezzo sopra citato e controproducente per il Partito. Come dice Lenin, "La forza del proletariato rivoluzionario, dal punto di vista dell'influenza sulle masse e della possibilità di trascinarle alla lotta, è incomparabilmente maggiore nella lotta extraparlamentare che nella lotta parlamentare" (da "La rivoluzione russa e la guerra civile", 29 (16) settembre 1917, op. complete, vol. 25, pag. 23, Ed. Riuniti). Dobbiamo quindi evitare di prendere false scorciatoie che ci allontanerebbero invece dal nostro obiettivo, che è quello della rivoluzione socialista, e lavorare sodo per far conoscere il PMLI alle masse, di strumenti ne abbiamo comunque tanti : diffusioni, affissioni, banchini, dibattiti, manifestazioni, il nostro giornale "Il Bolscevico", internet e altri ancora, meglio utilizzare questi dove la nostra linea è chiara e diretta, senza rischiare di non essere compresi, così come succederebbe, in questa situazione, con una partecipazione elettorale, in contraddizione con la linea proletaria rivoluzionaria. Comunque, soprattutto dobbiamo sviluppare il nostro lavoro al servizio delle masse e occuparci dei loro problemi immediati nei luoghi di lavoro, di studio e di vita e nelle organizzazioni di massa, a cominciare dal quelle sindacali, studentesche e ambientaliste. 10 aprile 2013 |