Perché la "legalità" non dovrebbe valere anche per gli immigrati? Ciao compagni, sono un metalmeccanico rosso emiliano di un'Emilia ormai diventata rosa. Sono molto critico con la sinistra italiana perché difende troppo gli extracomunitari e i rom. A mio avviso queste persone devono entrare nel Paese solo in possesso di un lavoro e di una dimora fissi altrimenti non ci sarà mai integrazione e sicurezza. Non è razzismo ma legalità e, in quanto a legalità, i nostri maestri non scherzavano! E spesso facevano bene! Qual è la linea del vostro Partito a riguardo? Vi prego non deludetemi anche voi. Un saluto e grazie. Un operaio emiliano Ciao compagno metalmeccanico, non condividiamo la tua posizione sugli immigrati e sui rom. "Legalità e sicurezza" è un concetto borghese e neofascista, utile al sistema borghese per dividere i lavoratori e le masse e a reprimere qualsiasi forma di "illegalità", e quindi anche manifestazioni, occupazioni. Basta guardare quello che sta facendo il sindaco di Bologna Cofferati. Nel sistema capitalista i ricchi possono fare le guerre, opprimere e sfruttare il popolo, per il proprio tornaconto, e ciò è perfettamente "legale", mentre i poveri, costretti ad "arrangiarsi" per campare, e portati alla miseria e all'emarginazione, sia sociale che culturale, con quel che ne consegue in termini di "micro-criminalità", sono repressi! L'unico modo per evitare che ciò succeda è garantire a tutti, italiani, immigrati e rom, un lavoro stabile, a tempo pieno e a salario intero, servizi sociali adeguati e per tutti, una casa a tutti. Solo così si potrà ridurre, se non eliminare completamente, la "micro-criminalità". Per questo dobbiamo batterci, giorno per giorno, essendo consapevoli però che solo nel socialismo ciò sarà realizzato integralmente. I nostri Maestri non scherzavano in termini di "legalità", ma nel socialismo, dove i delinquenti erano i borghesi e i fascisti, non i proletari. 17 ottobre 2007 |