Gli operai devono cancellare la televisione dalla loro vita? Parto da un presupposto non argomentato: la televisione è un mezzo di oppressione al servizio della borghesia utilizzato ai danni del proletariato. Qual è il compito della televisione nella lotta di classe? Appiattire le menti del proletariato, allontanandolo irrimediabilmente dal conseguimento della propria coscienza di classe. La televisione contribuisce alla diffusione di valori alienanti ed assolutamente comodi alla classe borghese sia per sfruttare ulteriormente il proletariato e sia per conseguire i propri sporchi interessi. Il consumismo è uno di questi. L'attuale democrazia borghese ha meschinamente pianificato l'esistenza dell'operaio "non" avanzato in modo tale che esso non abbia la possibilità di raggiungere la propria coscienza classista. Dopo una estenuante giornata di lavoro, l'operaio torna a casa e sfinito si getta sul divano per trascorrere la propria serata davanti al televisore. In questo modo, l'esistenza del proletario che si presta a questo perfido gioco è interamente controllata dal potere borghese. La televisione trasmette dati programmi che modificano radicalmente la realtà dei fatti creando inoltre dei falsi modelli da seguire. Modelli che sono però utili alla borghesia per esercitare il proprio potere. La televisione ci porta verso un mondo contraddistinto dall'ignoranza e come direbbe "Zio Ho": "L'ignoranza è uno dei perni del capitalismo". Il lavoratore salariato dovrebbe invece cancellare la televisione della propria esistenza ed impegnare le proprie serate nella lettura e nel dibattito delle opere fondamentali del pensiero marxista-leninista. Io ritengo che una data parte del proletariato italiano sia contagiata da una "cultura televisiva" che risulta estremamente ed eternamente nociva alla lotta di classe. In questo caso bisognerebbe avviare, a mio avviso, una sorta di "Rivoluzione Culturale" tesa alla correzione di queste menti mediante la lettura collettiva delle opere marxiste-leniniste seguita da numerosi dibattiti sui temi da esse trattati. Dunque: la televisione non è un mezzo borghese che deve essere vivamente combattuto dalla classe operaia? La televisione non sta forse conducendo una fazione "incosciente" del proletariato verso una lenta ed incurabile rovina? Pongo a voi queste domande sperando di aver toccato un tema interessante. Danilo - provincia di Teramo Il tema che tu poni è di estremo interesse, altroché! Concordiamo sull'analisi in generale che tu fai, racchiusa fin dalla frase iniziale quando denunci la televisione attuale come un "mezzo di oppressione al servizio della borghesia ai danni del proletariato". Senza accorgertene, in questa stessa affermazione, cambiando l'angolo di visuale, quello proletario rivoluzionario, trovi la risposta alle domande che ci hai posto. Ossia: nel socialismo la televisione sarà un mezzo al servizio del proletariato ai danni della borghesia e quindi verranno cancellati tutti i programmi borghesi, che 'cloroformizzano' le menti della classe operaia e dei suoi alleati, così come voleva Mussolini nel ventennio e che oggi afferma il neoduce Berlusconi con i suoi programmi frutto della cultura reazionaria e borghese. Avrai notato come non vi è un programma che parli delle condizioni degli operai, dei contadini, dei braccianti, degli impiegati, degli studenti e di tutte quelle classi oppresse dalla borghesia capitalista che utilizza la televisione, come la carta stampata e ogni altro mezzo possibile di comunicazione, per annientare la coscienza di classe; basta pensare all'incredibile silenzio sugli omicidi e sugli incidenti sul lavoro fino al ferreo black-out stampa sul nostro Partito che da anni vige da parte del regime neofascista per non far conoscere al proletariato il suo avamposto più avanzato. La televisione è un'invenzione umana finita nelle mani della classe dominante borghese: in mani diverse, quelle del proletariato cosciente ed organizzato, la televisione sarebbe un mezzo potentissimo rivoluzionario di emancipazione di classe. Non contrapponendoci, come affermi tu, alla necessità di leggere, dibattere e sedimentare le opere fondamentali dei cinque maestri del proletariato internazionale, un giorno potremmo avere i mezzi economici per affiancare al nostro organo di stampa anche una televisione rossa per esprimere, come disse Lenin, "fedelmente le idee e la politica del proletariato realmente rivoluzionario". 21 ottobre 2009 |