La rivoluzione proposta dal pmli sarà pacifica o armata? Cari compagni del PMLI, vi seguo ormai da un annetto e francamente sono stata conquistata dalla vostra appassionata battaglia per i diritti delle donne. Ma essendo anche una convinta pacifista mi domando qual è il vostro progetto di rivoluzione. Quest'ipotetica rivoluzione sarà pacifica o armata? E mi chiedo se tutto ciò non sia anacronistico nel 2008 e se non sarebbe ora di riconoscere che il sistema parlamentaristico si sia imposto in modo irreversibile ed è in quell'ambito che bisogna agire e intervenire. Vi chiedo infine di non disperdere voti e partecipare attivamente alle elezioni politiche. Affettuosi saluti marxisti-leninisti. Giulia - Bolzano Cara compagna, i tuoi apprezzamenti sulla nostra linea femminile ci incoraggiano a proseguire su questa strada. La rivoluzione è nel grembo del proletariato e delle masse sfruttate e oppresse. Quando è matura esplode, e violentemente. Finché esisteranno le classi e il capitalismo è insopprimibile e inevitabile. Da quando sono nate le classi, forse la lotta di classe è terminata? Prosegue, anche se a volte, come da tempo in Italia, lentamente e mantenendosi su un piano riformista e parlamentarista. A un certo punto però non può non fare un salto di qualità in senso rivoluzionario. Il problema è che bisogna arrivarci preparati con un grande, forte e radicato PMLI. Non ci pare che il parlamentarismo "si sia imposto in modo irreversibile". L'esistenza di un forte astensionismo spontaneo lo dimostra. Il vero problema invece è che il PCI revisionista prima e i partiti che derivano da esso poi hanno rinunciato alla rivoluzione proletaria e al socialismo e hanno accreditato l'elettoralismo e il parlamentarismo borghesi. In tal modo hanno convinto la stragrande maggioranza dell'elettorato di sinistra che non c'è altra possibilità che "agire e intervenire" dentro il parlamento e le altre istituzioni rappresentative borghesi. È evidente che anche tu, purtroppo, sei attualmente sotto tale influenza. Che significa "non disperdere voti"? In riferimento a chi e per che cosa? Votare per il proprio partito vuol dire disperdere i voti? Ma se non si vota il proprio partito vuol dire che si vota un altro, come minimo avversario del proprio. Ma non è una contraddizione? Noi, poiché abbiamo fiducia verso il nostro Partito lo voteremo, astenendoci. E' questo il voto che ci chiede il PMLI. Per sé e per il socialismo. Se anche tu sei comunista e fautrice del socialismo dovresti fare altrettanto. Diversamente voti per il capitalismo e i partiti che lo sostengono. Forse non ti rendi conto che la parola d'ordine di "non disperdere i voti" è quella stessa del neoduce Berlusconi e del neonazionalista e presidenzialista Veltroni, che d'amore e d'accordo si propongono di instaurare la terza repubblica con i caratteri e i connotati ancora più accentuati della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista. Senza dubbio "parteciperemo attivamente alle elezioni politiche", ma per combattere tale criminale piano e aprire le menti ai sinceri comunisti e fautori del socialismo. In questa importante battaglia ci farebbe molto piacere averti a fianco, abbandonando ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista e pacifista. Saluti militanti. 19 marzo 2008 |