Che pensate del terrorismo "colorato di rosso"?

Cari compagni,
circa il terrorismo "colorato di rosso" io penso che sia il prodotto di una società corrotta e ingiusta in cui la sopravvivenza della stessa si basa sulle ineguaglianze tra classi sociali. Tutto ciò viene accompagnato dalla diffamazione di importanti personaggi storici che cercarono di cambiarla, da menzogne e in maniera più massiccia da vere e proprie prese in giro. Inoltre, penso che vi possano essere diverse forme di odio o per meglio dire di ostilità verso il capitalismo. L'ostilità prevalente in questo scenario è sicuramente quella ideologica (che è una delle più pacate), tuttavia possono insorgere (e questa probabilità non è tanto remota) anche ostilità più violente dovute a fattori personali individuali.
In conclusione ritengo che il terrorismo sia uno dei segnali di maggior rilievo del progredire del capitalismo e di ogni forma di ingiustizia sociale, dunque entrando in termini matematici il terrorismo è condizione necessaria e sufficiente perché una società ingiusta progredisca ed esista.
Ricollegandomi alla linea del PMLI penso che ciò sia stato intuito dalla classe dirigente borghese capitalista la quale, notando l'impossibilità di combatterlo e vincerlo, ha deciso di sfruttarlo per i propri interessi. Tuttavia vorrei aggiungere che la forza delle idee vivrà in eterno mentre la violenza sarà solo la premonitrice di una società ingiusta. Le lotte non vanno combattute con le armi da fuoco (facendo anche gli interessi delle industrie che producono armamenti) ma con armi ben più potenti quali l'informazione, la sensibilizzazione, l'istruzione e il confronto (ideologico).
Saluti.
Francesco - provincia di Reggio Emilia
 
Caro compagno Francesco,
l'odio di classe è un sentimento naturale che gli oppressi e gli sfruttati di tutto il mondo provano contro i loro aguzzini, esso è mitigato solamente dal revisionismo che tende a far credere che vi sia un unico interesse, interclassista, il che ovviamente fa il gioco dei padroni in quanto permette di perpetuare il loro dominio.
L'odio di classe è quindi un sentimento giusto, al quale però non va dato libero sfogo per "fattori personali individuali", perché anche in questo caso si farebbe il gioco dei padroni, che non temono l'azione individuale e di piccolo gruppo, che tuttalpiù può intimorire un singolo padrone ma non torce un capello all'intero sistema capitalista.
I grandi cambiamenti storici sono sempre stati opera dei popoli, mai di singole persone o di piccoli gruppi, a maggior ragione un cambiamento epocale come l'abbattimento del capitalismo e la costruzione del socialismo non può che essere opera del popolo e non di una piccola "avanguardia" elitaria e staccata dalle masse.
Ogni tentativo in tal senso, come ha dimostrato la storia, è destinato al fallimento, tanto è vero la borghesia non ha nessun interesse a combattere realmente il terrorismo, e a vincerlo, perché il terrorismo è una pratica piccolo borghese che rafforza il capitalismo, tanto è vero che è sempre stato manovrato dalla borghesia stessa tramite i servizi segreti, e questo lo ha accertato anche la magistratura borghese.
Certamente la rivoluzione andrà fatta armi alle mani perché i capitalisti non accetteranno mai di abbandonare il loro potere pacificamente, è altrettanto vero che ora dobbiamo usare armi quali l'informazione, la sensibilizzazione, l'istruzione e il confronto (ideologico), in particolare propagandando e diffondendo la concezione del mondo marxista-leninista. Ma questo va fatto nel fuoco della lotta di classe, battendosi in prima linea a difesa degli interessi immediati delle masse e applicando la strategia e le tattiche del PMLI contro il regime neofascista, il governo del neoduce Berlusconi, per l'Italia unita, rossa e socialista.
Se vuoi approfondire la posizione del PMLI sul "terrorismo rosso" ti consigliamo di visitare il sito del Partito.
Saluti.

16 marzo 2011