Dialogo coi lettori
Perché vi accanite tanto contro Trotzki?

Ultimamente sto studiando Ljiova Trotzky e onestamente non comprendo il motivo di tanto accanimento contro di lui, le sue teorie e le sue azioni. Potreste spiegarmi, ad esempio, perché gli stalinisti inscenarono alcuni suoi finti contrasti con Lenin (per esempio nel 1905)? E perché viene detto, sempre dagli stalinisti, che Trotzky non teneva in giusta considerazione né il potenziale esplosivo della classe contadina né la sua importanza sociale, quando la sua teoria della rivoluzione permanente sosteneva in realtà la necessità di una unione di proletariato industriale e classe contadina al fine di scalzare progressivamente il dominio borghese che l'avvio della stessa rivoluzione avrebbe creato?
Ci sono due punti che non mi convincono affatto circa la critica al trotzkismo, e riguardano primo la mancanza di considerazione che Trotzky avrebbe riservato ai contadini, secondo che Trotzky fosse un avversario dell'unità di partito: fu colui che probabilmente masticò più amaro di tutti quando a causa della scissione, nel movimento, tra "teneri" (Martov) e "duri" (Lenin), l'"Iskra" scomparve; fu lui che per anni rimase tra menscevichi e bolscevichi senza aderire ciecamente ad uno dei due schieramenti poiché in primis aveva da fare un percorso personale che poi lo avrebbe portato all'adesione ai bolscevichi, in secundis perché in realtà credeva dovessero unirsi in uno solo contro il comune nemico; nutriva questa speranza (e con lui, per esempio, Rosa Luxemburg). Non mi pare si possa parlare di Trotzky come un frazionista: un uomo che nel 1912 fece un tentativo per far accordare le parti menscevica e bolscevica e non me lo figuro proprio a professare il frazionismo all'interno dello stesso movimento bolscevico, all'interno del partito.
Dovendo dirla tutta credo altresì che la teoria della rivoluzione permanente abbia solide fondamenta e il suo merito sta secondo me nella sua ampia visione di insieme, riesce a vedere attraverso i secoli; non vi pare forse vero che il processo rivoluzionario, una volta innescato, non può che terminare con la creazione del socialismo? Voglio dire, che tutto ciò che sta nel mezzo tra l'inizio di una rivoluzione e la creazione di uno Stato socialista sia rivoluzione permanente, che può durare indefinitamente? Tutto ciò lo trovo molto interessante, perché oggi saremmo nel pieno di quel processo dialettico della storia.
Da ultimo, il motivo delle mie domande. Studio storia contemporanea e tento di capire come il passato sia diventato presente e di guardarmi attorno per comprendere il momento storico in cui vivo; ho un profondo senso dell'ingiustizia sociale, e la cosa che più mi dà da pensare è la situazione del Terzo Mondo, che considero puro materiale infiammabile alla periferia del mondo sviluppato. Studiando un po' Trotzky ho riflettuto e capito molte altre cose, che prima non riuscivo neanche a prendere in considerazione, e il processo storico che si sviluppa nella sua peculiare dialettica mi appare ora più chiaro. Sto avvicinandomi un po' più al marxismo grazie a lui, ed onestamente non capisco il motivo di tanto accanimento.
Confesso che a me Stalin non piace per niente, e da quando ho studiato la storia della Russia mi sono sempre più convinto che dal momento in cui ha preso il potere sono risultate essere molto più evidenti le continuità con il regime zarista che le fratture nette e rivoluzionarie. In ogni caso, vorrei che mi consigliaste qualche scritto, fosse anche solo per il fatto che non è possibile criticare qualcosa senza averla prima studiata con la propria testa. Tra un po' mi potrò apprestare a leggere un libro di Ludwig, "Stalin", del 1946, e nel caso lo conosciate vorrei un'opinione.
Grazie in ogni caso della conversazione e buon lavoro.

Marco - Firenze

 
Anzitutto occorre sapere quali sono le fonti delle tue letture poiché nella narrazione della storia, non solo dei fatti, ma delle idee, ci possono essere punti di vista letteralmente opposti. Tu stai studiando Trotzki, ma hai mai letto Lenin o Stalin?
Il nostro Partito, basa la sua teoria e azione pratica sul marxismo-leninismo-pensiero di Mao e i suoi Maestri ideologici ai quali ispirarsi come esempi, come guide per l'azione, come fonte attraverso cui analizzare l'attualità sono Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Cinque Maestri come le cinque dita di una mano, basta che ne manchi uno per essere menomati nella nostra visione della storia e del movimento operaio internazionale, nella nostra analisi e nella lotta per l'emancipazione del proletariato.
Il trotzkismo si è smascherato apertamente alla morte di Lenin. Ma già lo stesso Lenin in vita aveva evidenziato più volte il frazionismo e l'anti partito che Trotzki era solito mettere in atto, richiamandolo all'ordine e ai principi bolscevichi sul Partito.
Proprio Stalin si trovò ancora una volta e ancor più a viso aperto la serpe di Trotzki che, morto Lenin, cambiò definitivamente pelle e strabordò nel frazionismo, nell'attacco al Partito, ai bolscevichi.
Stalin, Segretario generale del PCR(b), alleato fidato di Lenin difese con le unghie e con i denti il leninismo e durante il Congresso del Partito smascherò politicamente Trotzki.
Stalin difese tutto ciò che Lenin elaborò durante e dopo la Rivoluzione bolscevica in materia di Partito e costruzione del primo Stato socialista. Come giustamente afferma Stalin, il trotzkismo ha tre peculiarità politiche che lo pongono in contraddizione inconciliabile con il leninismo, ovvero:
1) la teoria della rivoluzione "permanente" che avrebbe portato al fallimento della rivoluzione perché non tiene conto dei contadini poveri quale forza rivoluzionaria. Più volte lo stesso Lenin ha sostenuto la grande importanza dell'alleanza tra proletariato e contadini russi: "Noi abbiamo il potere statale, disponiamo di una gran quantità di mezzi economici; se batteremo il capitalismo e creeremo un legame con l'economia contadina saremo una forza assolutamente invincibile. E allora l'edificazione del socialismo non sarà l'opera di quella goccia nel mare che si chiama partito comunista, ma di tutta la massa dei lavoratori; allora il semplice contadino vedrà che noi lo aiutiamo, e ci seguirà in modo tale che se anche questo passo sarà compiuto cento volte più lentamente, in compenso sarà un milione di volte più fermo e sicuro".
2) il trotzkismo è mancanza di fiducia nello spirito bolscevico di partito, nel suo carattere monolitico, nella sua ostilità verso gli elementi opportunisti.
3) il trotzkismo è la sfiducia verso i capi bolscevichi, il tentativo di screditarli, di denigrarli.
Senza Stalin e la sua difesa del leninismo non si sarebbe realizzato con successo il primo Stato socialista e Mao non avrebbe potuto condurre la Lunga Marcia e realizzare la Repubblica popolare cinese. D'altra parte non è un caso che Trotzki sia la bandiera dei partiti falsi comunisti, avventuristi e terroristi che nella storia non hanno torto un solo capello all'imperialismo e al capitalismo internazionale.
Se vuoi saperne di più ti consigliamo di leggere "Trotzkismo o leninismo?"; "Lenin, la vita e l'opera"; "Stalin, la vita e l'opera", che trovi sul sito del PMLI. D'altronde, ci fa molto piacere che ti stai avvicinando al marxismo, purtroppo però dobbiamo dirti francamente che sei partito dalle letture sbagliate.
Vedi, potremmo stare giornate intere a confrontarsi su ogni piccola questione che riguarda Trotzki, ma la questione prioritaria è capire da che parte si vuole stare. Col capitalismo o col socialismo?
Se si è col socialismo occorre stare con Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Soprattutto Lenin e Stalin hanno ben inquadrato e smascherato Trotzki e il trotzkismo, come altri falsi comunisti che hanno tradito la lotta per il socialismo. Inoltre Trotzki una volta morto non è stato compianto da nessuno mentre trattamento ben diverso è stato riservato ai cinque Maestri del proletariato internazionale, compreso il "terribile" Stalin commemorato da milioni di persone, la stessa l'Unità in Italia gli aveva dedicato la sua prima pagina.
Si diceva, o col capitalismo o col socialismo, ed è questa la madre di tutte le questioni, questa è la scelta da fare e se si è col socialismo occorre studiare e applicare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, l'unica teoria rivoluzionaria scientifica che applicata nella pratica ha rovesciato terra, cielo e mare, ha concretizzato la rivoluzione socialista, ha permesso l'edificazione dei primi Stati socialisti dando il potere al proletariato.
Sulla questione della "rivoluzione permanente" leggiti ciò che Stalin scrisse nel 1931 e nel 1932 (vedi http://www.pmli.it/stalinalcunequestionibolscevismo.htm)
In merito alle tue letture, conosciamo il libro di Ludwig che intervistò Stalin. Ti consigliamo però di leggere direttamente gli scritti di Stalin partendo per esempio da "Principi del leninismo" e "Questioni del leninismo".
Grazie a te.

9 dicembre 2010