Perché non considerate Cuba un modello socialista? Non ho alcuna difficoltà ad abbonarmi a Il Bolscevico anche se penso di intestarlo ad un mio congiunto allo scopo di evitare fastidi di tipo repressivo che ci costringono a difenderci da tutti i possibili nemici (istituzionali e non, deviati e non deviati, fascisti, leghisti, ecc.). A proposito della commemorazione di Mao, non amo le celebrazioni enfatiche del tipo elogiativo, separato da un'attenta analisi critica dei fatti che hanno caratterizzato quel tipo di leaderismo che hanno prodotto quel mostro neocapitalistico che è la Cina di oggi. In effetti dire, pensare e ritenere che questo è un paese socialista o comunista là dove si manifestano degenerazioni capitalistiche, o dove si pratica la pena di morte su grandi numeri è una vera e propria astrazione dialettica. Basti pensare al salario medio di un operaio, di un contadino o di un bracciante... E non sono condizionato dai mass-media delle varie borghesie mondiali. Cuba (hasta la victoria siempre) è forse l'ultimo avamposto credibile che pur di costruire un socialismo attuale e moderno e pur con un embargo feroce fa affidamento sulle sue sole forze. E dove le libertà fondamentali (pur tra luci ed ombre) non impediscono di essere uomini liberi. Lì ci sono stato e non ho sentito un solo cubano desiderare di scappare (ero un semplice turista e quindi affidabile in quanto non facente parte di delegazioni ufficiali marxiste-leniniste). Né quello cubano è un socialismo deviato o trotzkista. Non bisogna commettere l'errore dell'estremismo come malattia infantile del comunismo... Etichettare di revisionismo questo o quel paese che si sforza (pur accerchiato) di creare un modello comunista o socialista significa isolarsi ed isolarlo. E questo è un regalo alle forze nemiche. Riflettiamoci, non ho la verità in tasca ma mi piace discuterne in termini espliciti, altrimenti non si va da nessuna parte. Amedeo - provincia di Modena Fai benissimo a parlare in termini espliciti, così si fa, è lo stile giusto, piuttosto che ricorrere a mille giochi di parole che non portano a niente. Bene e grazie per "Il Bolscevico". Per quanto riguarda la commemorazione di Mao, non si tratta affatto di una "celebrazione enfatica di tipo elogiativo". La decisione di commemorare Mao ogni anno fu presa dal Comitato centrale del PMLI dopo la sua morte nel 1976 allo scopo non solo di ricordare e diffondere alle nuove generazioni il suo esempio e la sua opera, ma soprattutto di applicare i suoi insegnamenti (più che mai attuali oggi) alla situazione corrente, nel nostro caso di lotta contro il regime del neoduce Berlusconi. Inoltre è un'occasione per conoscere il nostro Partito. Peraltro, non va considerata una colpa di Mao la situazione in cui versa la Cina di oggi, premesso che il PMLI non sostiene affatto la Cina odierna, dominata da una cricca revisionista e fascista. Mao, a fronte della restaurazione del capitalismo nell'Unione Sovietica avviata dal XX Congresso del PCUS (1956), analizzò che la borghesia spodestata cercava di riprendere il potere proprio infiltrandosi nel Partito e nello Stato. A questo scopo lanciò la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, un enorme movimento in cui le masse stesse vennero chiamate a criticare i dirigenti del Partito e dello Stato e a deporre i controrivoluzionari. Dopo la morte di Mao tuttavia la borghesia riuscì comunque a prendere il potere e ad avviare la restaurazione del capitalismo: risultato, oggi la Cina è un Paese in tutto e per tutto capitalista e imperialista. Per maggiori dettagli puoi usufruire della documentazione del Partito. Noi seguiamo e appoggiamo la coraggiosa lotta del popolo cubano per l'indipendenza nazionale, contro l'imperialismo e contro il blocco affamatore imposto dagli Stati Uniti, nonché la rivoluzione antimperialista del 1959, ma secondo noi Cuba non può essere considerata uno Stato socialista. Questo innanzitutto perché il "socialismo" cubano non nacque da una rivoluzione socialista, ma fu proclamato da Fidel Castro per ricevere aiuti dall'Urss, cosa che infatti accadde, in cambio del ruolo di Cuba come mercenario sovietico in varie zone del mondo, specialmente in Africa. E in secondo luogo perché non possiede un'economia socialista e il potere non sta nelle mani dei lavoratori. Sull'economia va detto in particolare che la crisi seguita al crollo dell'Urss, cui Cuba si era legata mani e piedi, i dirigenti cubani hanno pensato di risolverla non con il socialismo, ma aprendo al libero mercato. Situazione aggravata recentemente dal nuovo presidente Raul Castro che ha addirittura avviato la privatizzazione completa dell'agricoltura. Da ciò non può venire niente di buono per il popolo cubano. Per noi comunque gli esempi più completi e ricchi di insegnamenti di socialismo sono stati l'Urss di Lenin e Stalin fino al 1956 e la Cina di Mao fino al 1978, dopodiché in entrambi questi Paesi ha avuto inizio la restaurazione del capitalismo. 9 settembre 2009 |