Presso la libreria "La Bussola" di Roma Interessante dibattito sul Libano e la risoluzione Onu 1701 Sala, che rappresentava il PMLI, ha denunciato la politica imperialista del governo Prodi Dal nostro corrispondente di Roma Sabato 7 ottobre si è tenuto, presso la libreria "La Bussola" a Roma, un interessante dibattito su "La missione in Libano e la risoluzione Onu 1701", promosso dalla Cellula "Rivoluzione d'Ottobre di Roma del PMLI, dal Collettivo parte nord di Roma del PCL e dalla libreria "La Bussola". Gli oratori sono stati il compagno Emanuele Sala, membro del CC e dell'Ufficio politico del PMLI, Germano Monti, membro del Forum Palestina e del movimento costitutivo del PCL, e Francesco Gori, portavoce del "Collettivo comunista Antonio Gramsci". Dopo una breve introduzione da parte del moderatore, il dibattito è entrato nel vivo. Il primo a prendere la parola è stato il compagno Sala, il quale ha ricordato il retroscena su cui si è svolta l'aggressione criminale sionista al Libano, ossia il massiccio attacco ai danni della popolazione palestinese, perpetrato dai nazisti di Tel Aviv col pretesto della (legittima) cattura di un militare israeliano e la cattura di altri due militari israeliani da parte della resistenza libanese; dopo questa puntualizzazione, il compagno ha smascherato il reale intento di Israele, ossia quello di disarmare due delle più rilevanti forze antisioniste del Medio Oriente, ossia Hamas in Palestina ed Hezbollah in Libano e di occupare la parte Sud di esso, ricca di fonti idriche; piano peraltro supportato in toto dagli Usa, servendosi dell'Onu, che ha lasciato carta bianca per un mese agli invasori prima di emanare la risoluzione 1701 che prevedeva anche il cessate il fuoco. Una risoluzione imperialista e insoddisfacente, perché oltre a non riconoscere in Israele la vera causa del conflitto, ha anche lo scopo di disarmare Hezbollah, ossia la forza politica più organizzata e più coerentemente anti-sionista; la risoluzione non prevede, come sarebbe stato lecito aspettarsi, che le truppe del contingente Onu vengano dislocate lungo il confine tra il Libano e Israele, bensì vuole che tutte le truppe siano dislocate in territorio libanese. Una prova ulteriore di come l'Onu sia uno strumento al servizio delle grandi potenze. Infine, Sala ha evidenziato il ruolo da protagonista del governo di Prodi, che persegue gli stessi obiettivi imperialisti del governo Berlusconi, puntando però sull'alleanza con l'Unione europea, piuttosto che con gli Usa. Ha poi preso la parola Francesco Gori, il quale ha focalizzato il suo discorso sulla difficoltà del movimento per la pace di affrancarsi dal finto pacifismo dei partiti della "sinistra" borghese, che porta ad un consenso passivo a queste missioni militari, come quella in Libano, mascherate da interventi umanitari. Gori ha inoltre affermato che la situazione internazionale venutasi a creare ricorda sinistramente quella antecedente alla prima guerra mondiale. L'intervento si è concluso con la considerazione che la lotta di resistenza del popolo libanese ha aumentato di molto la coscienza di classe nelle masse. Germano Monti ha invece aperto il suo intervento affermando che il Libano e Israele sono l'uno l'antitesi dell'altro: il primo multietnico e laico, il secondo razzista e confessionale. Inoltre, questa invasione non è certo stata la prima violazione della sovranità nei confronti dello Stato libanese: ne sono state perpetrate moltissime negli anni, senza contare 11 (con questa più recente 12) invasioni. Con buona pace degli imperialisti, la forza Unifil non è affatto vista di buon occhio dalla popolazione civile, che invece si sentiva molto più protetta dalla resistenza; ne è un esempio il fatto che numerosi campi nel sud del libano siano stati rasi al suolo dai sionisti sotto gli occhi delle truppe Onu. Monti ha concluso smascherando le menzogne propinate alle masse da Prodi nel tentativo di rendere più "digeribile" questa missione di guerra; il presidente del consiglio, infatti avrebbe affermato che quella dell'Onu non è da considerarsi una missione di guerra per la presenza di truppe di paesi islamici, russe e cinesi; in realtà di soldati provenienti da paesi islamici non ce ne sta manco uno, e lo stesso dicasi per i cinesi: per quanto riguarda i russi, invece, stanno lì per conto loro, al di fuori della missione Unifil. Dopo gli interventi dei tre oratori, ci sono stati degli interventi dal pubblico Il primo a prendere la parola è stato un anziano dossettiano il quale si chiedeva se la politica del governo Prodi di seguire l'Onu, piuttosto che gli Usa come faceva Berlusconi, rappresenti davvero un segno di discontinuità dal precedente governo. Il compagno Sala ha risposto che tra i due governi c'è una sostanziale continuatà, anche se con modalità non identiche. Ha aggiunto che le masse fanno ancora fatica a distinguere tra l'imperialismo di Bush e quello dell'Unione europea, non comprendono appieno che la contesa economica, politica e militare tra loro è di tipo imperialista, finalizzata all'egemonia mondiale ; anche se ancora oggi l'Ue, pur essendo un gigante economico, non dispone di un'analoga forza militare; non a caso si sente molto parlare di un esercito comune europeo. Un altro intervento riguardava i costi politici della sconfitta dei sionisti; cosa ha perso Israele con questa guerra? Gori e Monti hanno risposto, in sintesi, che l'invasione del Libano altro non era che una prova generale di un'aggressione su larga scala all'Iran; il fallimento di questa prova è da considerarsi in maniera positiva, perché ha ridimensionato le velleità imperialiste di Israele, procrastinando così la data di un conflitto più grande, magari di scala mondiale. Ad un giovane, che domandava quali sono i riflessi interni di una politica estera italiana sempre più imperialista, Sala ha risposto: l'aumento delle spese militari, come previsto nella legge finanziaria in discussione, e di conseguenza il taglio delle spese sociali; la totale trasformazione dell'esercito di leva in esercito professionale, l'indottrinamento patriottardo, nazionalista, interventista e neofascista del popolo. Rispondendo ad un altro intervento il rappresentante del PMLI ha detto che l'art.11 della Costituzione è stato violato più volte negli ultimi anni. Questa violazione fa parte di un processo di uno scardinamento da destra della prima Repubblica, mirante all'affermazione di una seconda repubblica presidenzialista, federalista e neofascista, come previsto nel piano della P2 di Gelli, un processo di tipo golpista al quale hanno contribuito anche gli attuali DS e l'intero "centro-sinistra". Il dibattito si è concluso con un breve riepilogo delle posizioni da parte dei tre oratori. Nella sua replica il compagno Sala ha detto che il contributo più grande che possiamo dare alla lotta del popolo libanese, così come a quelli palestinese e iracheno, è di lottare strenuamente contro l'imperialismo italiano rappresentato ieri dal governo Berlusconi e oggi dal governo Prodi e per il socialismo, storicamente l'unica valida alternativa al capitalismo e all'imperialismo. Dopo il dibattito, il compagno Sala si è intrattenuto a parlare e ad approfondire la posizione del Partito con gli interessati. Vendute alcune copie de "Il Bolscevico". 11 ottobre 2006 |