Davanti ai cancelli di Pomigliano d'Arco Dall'alba al tramonto i marxisti-leninisti partenopei presidiano lo stabilimento per appoggiare il no al diktat della Fiat Diffusi il volantino con il Documento dell'UP del PMLI su Pomigliano e "Il Bolscevico". La solidarietà di classe riscalda il cuore e risveglia la mente. Intervistati due compagni del PMLIda "Il Giornale" e "Sky" Un operaio dopo aver letto il volantino del PMLI: "vorrei vedervi ogni giorno" Redazione di Napoli Ridurre gli operai in condizioni di schiavitù, azzerare diritti elementari conquistati in un secolo di lotte pagate con il sudore e il sangue, instaurare il regime neofascista, anche in fabbrica: la posta in gioco alla Fiat di Pomigliano D'Arco è altissima. E non solo per gli operai dello stabilimento "G. Vico" e del suo indotto (15mila), ma per tutti gli operai della Fiat, per tutti i metalmeccanici, per tutti i proletari e più in generale per tutti i lavoratori italiani, pubblici e privati. In caso di vittoria del Sì, al referendum che ricordiamo è stato imposto agli operai come una pistola alla tempia dai crumiri e corrotti dirigenti di Fim-Cisl, Filt-Uil, Fismic e Ugl firmatari dell'accordo separato, si può stare certi che governo e padronato utilizzeranno subito l'arma mediatica per generalizzare le nuove criminali relazioni industriali e intensificare le loro crociate di macelleria sociale. Per questo motivo, dall'alba al tramonto di martedì 22 giugno, i marxisti-leninisti partenopei presidiano lo stabilimento diffondendo il volantino con il Documento dell'UP del PMLI su Pomigliano e Il Bolscevico. Per invitare la gloriosa classe operaia partenopea a non cedere al diktat fascista di Marchionne, Marcegaglia, del neoduce Berlusconi, dei suoi ministri gerarchi e dei rispettivi ascari del regime neofascista che giocano le loro fortune sulla pelle dei proletari e delle loro famiglie. Ad appoggiare la campagna per il NO portata avanti dalla sola Fiom-Cgil (che per altro nei giorni precedenti ha ricevuto una coltellata alla schiena dall'arci-opportunista segretario generale Guglielmo Epifani), sono presenti anche le Rdb e lo Slai Cobas, e numerosi esponenti napoletani e campani del "Popolo Viola" in lotta contro la legge bavaglio, fatta su misura dei mafiosi e dei piduisti al potere. Oltre a giornalisti di vari quotidiani locali e nazionali, e della Rai, numerosi sono i camion schierati dalle televisioni satellitari in attesa del verdetto delle urne. Più che intimidatoria la presenza della polizia, schierata in forze all'entrata dei parcheggi, ai lati dei tornelli e, nel tardo pomeriggio, persino nel piazzale interno alla fabbrica, alle spalle del gabbiotto delle guardie giurate. Addirittura al cambio turno un blindato è andato avanti e indietro per dare mostra di sé, mentre all'interno si susseguono le voci di una schedatura non solo degli astenuti, ma anche dei votanti, con identificazione tramite i cellulari di chi ha votato in un senso o nell'altro. Il clima è quindi, per tutta la giornata, molto pesante: anche nei commenti delle lavoratrici e dei lavoratori all'entrata ed all'uscita, dove alla generale stanchezza causata dalle già durissime condizioni di lavoro, si alternano ora la rassegnazione di chi ha votato Sì per la paura di perdere il posto in un territorio dove l'alternativa al lavoro in fabbrica non esiste, ora l'orgoglio e la combattività di chi ha votato un secco No nella consapevolezza di avere resistito a un infame ricatto. La solidarietà di classe riscalda il cuore e risveglia la mente. Un operaio dopo aver letto il volantino del PMLI ci comunica affettuosamente: "vorrei vedervi ogni giorno", una studentessa precaria, conosciuta fino a quel momento solo per via telematica, si aggrega alla nostra delegazione, mentre un cronista del berlusconiano il Giornale ne approfitta per una intervista nella quale ci chiede delle conseguenze di eventuale fuga della Fiat da Pomigliano in caso di vittoria dei NO. I marxisti-leninisti gli rispondono che in tal caso, ma anche nel caso contrario, l'unica rivendicazione valida da impugnare è l'immediata nazionalizzazione senza indennizzo dell'intero comparto automobilistico di proprietà delle sanguisughe e ladroni di denaro pubblico della casa torinese. Sky ha intervistato il compagno Nando. Immagini del Partito all'ingresso dello stabilimento si sono viste su La 7, Tg4, Studio aperto e nel sito dell'agenzia Ansa. L'agenzia Adnkronos ha lanciato un dispaccio che citava la presenza del nostro Partito. Il Messaggero e il Giornale hanno citato la presenza del PMLI. Il quotidiano romano ha anche pubblicato una bella foto dell'Ansa con in primo piano la bandiera del Partito davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat e in mezzo agli operai. L'Unità ha pubblicato una foto di un compagno preso di spalle col fazzoletto del PMLI, ma ha tagliato accuratamente la sigla del Partito. Il manifesto, nell'articolo di Loris Campetti, anziché citare il PMLI provocatoriamente ha scritto che erano presenti "venditori del Bolscevico". 23 giugno 2010 |