Sulla base della "Carta dei doveri" elaborata da Brunetta Dipendenti pubblici militarizzati Sarà restaurato il giuramento alla Repubblica su suggerimento di Fini All'atto dell'assunzione, tutti i dipendenti pubblici dovranno prestare solenne giuramento "di fedeltà alla Repubblica e di leale osservanza della Costituzione e delle leggi", e se non accetteranno di farlo saranno licenziati. È quanto stabilisce una delle nuove norme di stampo mussoliniano contenute nel disegno di legge intitolato "Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche" presentato dal ministro Brunetta su suggerimento del caporione fascista Fini e approvato il 12 novembre scorso dal Consiglio dei ministri. Si tratta chiaramente di un provvedimento che di fatto restaura il giuramento alla Repubblica introdotto con un decreto del presidente della Repubblica del 1953 che però non ha nulla a che vedere con il "buon funzionamento della Pubblica Amministrazione" e tende unicamente a irreggimentare e militarizzare i dipendenti pubblici e a licenziare coloro che saranno giudicati non osservanti e non fedeli a tale giuramento. Un disegno a cui il governo del neoduce Berlusconi riserva però una "grande importanza" dal momento che sarà immediatamente "inviato al parere della Conferenza Stato-Regioni, e quindi sottoposto all'esame del Parlamento in qualità di provvedimento collegato alla legge finanziaria per il 2010, usufruendo quindi dei percorsi accelerati di approvazione previsti dai Regolamenti parlamentari per la manovra di finanza pubblica". Il testo si compone di 35 articoli divisi in tre titoli: "Disposizioni in materia di personale pubblico. Disposizioni in materia di innovazione e di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese. Delega al Governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche". La prima riguarda "l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, che renderà più incisivi per l'azione amministrativa gli obblighi di trasparenza, buona fede e leale collaborazione, ragionevolezza dei tempi d'adozione di provvedimenti, chiarezza e semplicità del linguaggio, garanzia del rapido accesso ai servizi, iniziative per consentire ai cittadini l'accesso telematico agli atti della P.A, limitazioni delle richieste indebite da parte della pubblica amministrazione, sanzionabilità delle violazioni; la seconda delega prevede l'accorpamento dei capisaldi della disciplina vigente in materia di pubblica amministrazione in un unico grande codice facilmente consultabile e fruibile". Ma che senso ha, oggi, in pieno regime neofascista, chiedere il "giuramento di fedeltà" dei dipendenti pubblici dal momento che, grazie soprattutto al collaborazionismo dei vertici sindacali, il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici è stato di fatto privatizzato e equiparato ai dipendenti privati? La verità è che si tratta di un "giuramento di fedeltà" alla terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e guerrafondaia. Esattamente come avveniva ai tempi di Mussolini, quando chi voleva entrare nella pubblica amministrazione doveva giurare fedeltà al fascismo e avere la tessera del partito fascista e quanti rifiutavano di iscriversi furono immediatamente licenziati. 25 novembre 2009 |