Discorso del Presidente iraniano Ahmadinejad alla Conferenza Fao di Roma L'Onu è incapace di risolvere il problema della fame perché è in pugno ad alcune potenze Serve una nuova "istituzione indipendente e potente per regolare in modo efficiente il mercato alimentare e gestire tutte le questioni connesse dalla produzione al consumo". "Alcune potenze, per ottenere la ricchezza e dominare il mondo, calpestano tutte le frontiere dell'umanità". "Le potenze oppressive devono essere obbligate ad orientarsi verso la pace e l'amicizia al posto delle guerre e delle occupazioni" Le maggiori potenze e le multinazionali sono i principali responsabili della fame e della povertà Pubblichiamo il testo quasi integrale del discorso del Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad alla Conferenza della FAO, dal tema "Sicurezza alimentare mondiale: le sfide del cambiamento climatico e la bioenergia", tenutasi a Roma dal 3 al 5 giugno 2008. Questa Conferenza è stata organizzata per studiare la crisi dell'alimentazione. Mentre il 25% delle persone povere al mondo spende il 75% del proprio reddito in cibo, il bilanciamento tra produzione e consumo di prodotti alimentari sta diventando preoccupante. Circa la metà dei prodotti agricoli sono prodotti attualmente da 10 paesi; il consumo nei paesi ricchi è più del doppio rispetto alla media mondiale, mentre nei paesi poveri è molto al di sotto della metà ed è proprio questo fattore che ha scatenato la crisi. L'estensione dei principi del "mercato" al principale bisogno umano per l'esistenza, il cibo, è allarmante. In poco tempo, il prezzo di alcuni prodotti agricoli è più che raddoppiato mentre il potere d'acquisto dei poveri è diminuito. Senza dubbio, la continuazione di questa situazione aumenterà la diffusione della povertà e dei morti che essa provoca, causerà dei veloci cambiamenti politico-sociali in molte regioni e sbilancerà l'equilibrio nel mondo, senza nessuna prospettiva di uscita da questa situazione. Una precisa analisi della situazione è la più logica via per proporre appropriate soluzioni. Alcuni cercano la causa della povertà nella crescita economica di molti paesi, nell'aumento dei prezzi delle materie prime, nell'aumento del costo dell'energia, nei sistemi agricoli inappropriati, nella desertificazione, nell'utilizzo di prodotti agricoli per produrre combustibili, nella svalutazione del dollaro e nella inflazione globale o in altri cambiamenti come la crescita del consumo. Supponiamo che queste analisi siano corrette, la domanda è: quale sarebbe la causa che le scatena? Una tale preoccupante situazione è il risultato naturale dello sviluppo economico mondiale e dei meccanismi propri del "mercato" oppure è il risultato di elementi esteriori causati dalle imposizioni di certe politiche? La mia opinione è che entrambi questi elementi, complementariamente, siano la causa dei problemi alimentari. Un sistema sviluppato e basato sul mercato, senza un potente, decisivo e abile controllore che regoli le relazioni mondiali nella corretta maniera, è privo di credibilità e sostenibilità. Oggi noi siamo privi di questo controllore ed il fattore più importante è costituito dalle interferenze organizzate e dannose di alcuni poteri politici ed economici nel mercato mondiale. Permettetemi di toccare un punto importante. Sapete che la svalutazione del dollaro e l'incremento del prezzo dell'energia sono due facce della stessa medaglia e sono menzionate come le ragioni dietro ai recenti squilibri. Ma qual è in realtà la causa di questo fenomeno? Voi sapete che una parte della svalutazione del dollaro dipende da altri elementi e che una parte è intenzionale. Oggi i politici di alcune potenze mondiali sono costretti a svalutare i dollari per diminuire le conseguenza delle loro attività passate ma anche per imporre le loro volontà sul mercato mondiale. I lunghi anni di inflazione e i problemi economici di alcune potenze sono stati imposti ad altre nazioni con l'iniezione di dollari senza il supporto dell'economia globale. Ma oggi la capacità di assorbimento dell'economia è diminuita ed altri paesi sono entrati nell'arena mondiale, e questo ha fatto sì che i problemi siano tornati alla loro radice. Per coprire le continue spese per guerre ed occupazioni, compensati da forti e immorali consumi, e per rimpinguare le tasche del capitalismo mondiale e svuotare quelle delle altre nazioni, c'è stata una vasta iniezione di dollari senza garanzie e oggi tutto questo si è riflesso nella svalutazione del dollaro; un fenomeno che ha messo in pericolo tutte le relazioni economiche mondiali. Nel campo dell'energia, gli interventi irresponsabili sono sotto gli occhi di tutti. Mentre la crescita dei consumi è inferiore alla crescita della produzione e il mercato abbonda di petrolio, i prezzi sono sempre in aumento e questa situazione è artificiale e imposta dall'alto. È chiaro che alcune potenze in maniera artificiale, e per i loro obiettivi politici ed economici, controllano il prezzo del petrolio. Ma perché certe potenze e i capitalisti internazionali agiscono così? Cercano per caso di giustificare i costi delle guerre e delle occupazioni? Oppure cercano di giustificare gli investimenti sulle nuove fonti di energia in fondo al mare, al Polo Nord o in altre regioni? Da una parte sostengono artificialmente il prezzo del petrolio, dell'energia e delle tasse sul suo consumo; dall'altro, propongono l'estrazione di combustibile da prodotti agricoli. In seguito, considerano questo un pretesto per l'incremento del prezzo dei prodotti alimentari e si allineano contro l'uso dell'energia nucleare che è più pulita e a buon mercato. Da una parte impongono alle altre nazioni di abbassare le tariffe delle importazioni agricole in nome del libero scambio e dall'altra danno sovvenzioni ai loro agricoltori eliminando di fatto un gran numero di piccoli agricoltori negli altri paesi. Perché alcune potenze usano e intendono il cibo come un oggetto per fare profitti, usando finanziamenti illegali per mantenere milioni di persone schiacciate nella povertà? Perché alcune potenze - per acquisire il dominio del mondo - passano tutte le frontiere dell'umanità e dei valori morali? Perché certa gente si comporta così? La domanda che ci si pone è: qual è la soluzione? Con i meccanismi esistenti, si potrà controllare la loro infinita avidità e il loro appetito inarrestabile? Come possono i meccanismi dell'Onu migliorare la situazione quando alcune di queste potenze decidono all'interno del Consiglio di Sicurezza, che è la più alta carica decisionale? Come possono i meccanismi esistenti cercare di risolvere i problemi quando ogni Paese segue le sue politiche sulla base dei propri interessi e quando differenti volontà e differenti motivazioni, a volte diaboliche, sono impiegate per imporre politiche ingiuste a livello mondiale? Se fossero capaci di risolvere i problemi, il mondo sarebbe arrivato a questo punto? Le statistiche mostrano più di un miliardo di poveri, mentre solo la produzione annuale dei cereali è pari a 400 chilogrammi per ogni persona! Quindi, è assolutamente chiaro che lo status quo è il risultato di modi di pensare e gestire la situazione in maniera sbagliata e la soluzione è cambiare le politiche, i modi di pensare ed il sistema di gestione del mondo. La competizione per il potere e la ricchezza deve trasformarsi in quella per servire la gente e per l'amore. I sistemi oppressori e ingiusti devono essere sostituiti con quelli giusti. Così, malgrado l'inganno della maggior parte delle nazioni sull'efficienza regnante nei meccanismi mondiali, a causa dell'urgenza e dell'importanza dei prodotti alimentari nella preservazione della vita dell'uomo, presento le seguenti proposte: 1. Costituzione di un organo indipendente e potente, eletto da tutti i paesi, per la regolazione del mercato alimentare e per organizzare tutti i rapporti, dalla produzione al consumo. 2. Attribuzione di una parte delle spese militari dei paesi al miglioramento della produzione dei prodotti alimentari e come sovvenzione alimentare ai poveri. Si può stabilire la sicurezza senza lo sviluppo di armi mortali e con la tenerezza, ma non si può vivere senza cibo. 3. I paesi ricchi devono assumersi una maggiore responsabilità davanti all'evoluzione mondiale e a quanti partecipano alla regolazione dei rapporti alimentari. 4. La revisione del sistema delle tariffe e delle sovvenzioni dei prodotti alimentari in favore di una distribuzione e produzione equa. 5. L'adesione delle grandi potenze alle convenzioni per preservare l'ambiente e combattere l'inquinamento dell'atmosfera, per prevenire la distruzione dei terreni agricoli e l'estensione della desertificazione. 6. Le potenze oppressive devono essere obbligate ad orientarsi verso la pace e l'amicizia al posto delle guerre e delle occupazioni e devolvere le spese militari per migliorare la situazione dell'agricoltura nel mondo e aiutare le genti povere dei propri e degli altri paesi. Questo sarà un bene per tutti. 7. Controllare e vietare l'imbroglio e il traffico di energia e creare un sistema efficace per produrre e distribuire diversi tipi di energia. 8. Lavorare insieme per far dominare i valori etici ed umani e costruire dei dirigenti puri e monoteisti. La Repubblica Islamica dell'Iran come sempre è disponibile, come nel passato a offrire la sua esperienza e ad avere nel processo una patecipazione attiva e costruttiva. Traduzione dal persiano a cura dell'Associazione Islamica "Imam Mahdi" (AJ). 11 giugno 2008 |