Ad aprile il tasso di disoccupazione è salito all'8,9% Disoccupazione record dal 2001. Un giovane su tre senza lavoro Frutto della crisi del capitalismo e del governo Berlusconi della macelleria sociale di Federico Picerni* Per il neoduce Berlusconi, il suo governo non sta compiendo nessuna macelleria sociale e anzi ha ormai risolto splendidamente la crisi. La pensano diversamente i lavoratori, ma soprattutto è di tutt'altra idea il rapporto Istat sulla situazione del Paese, che certifica un aumento spaventoso della disoccupazione, ai massimi livelli dal 2001. La disoccupazione è salita all'8,9%, con ben 307mila posti di lavoro bruciati in un anno, e il dato è ancora più grave se si contano anche i 329mila inattivi, cioè che nemmeno cercano più lavoro. Il riflesso peggiore però è quello sui giovani: il tasso di disoccupazione giovanile in Italia (si parla di giovani sotto i 25 anni) è infatti pari al 25,4%, con un aumento del 4,5% in un anno, ben al di sopra della media europea. Sono più di 2 milioni i giovani che non lavorano né studiano, di cui 200 mila laureati. Sulla base della perdita complessiva di posti nel 2009, inoltre, si rileva che i giovani ne occupano circa l'80%. Fra i giovani fra i 18 e 34 anni, è salita al 58,6% la percentuale di coloro che sono costretti a rimanere a casa per ragioni economiche. Si rileva infatti che l'opzione che va per la maggiore è quella di puntare maggiormente sui padri mettendo in cassa integrazione o licenziando i figli, che secondo il rapporto Istat contribuiscono a circa il 28% al reddito familiare. La politica insomma è quella di licenziare il più debole per "stabilizzare" relativamente il più forte, anziché puntare su una maggiore assunzione giovanile per risolvere la piaga della disoccupazione. Quando però è anche il padre ad essere lasciato a casa (e non sarebbe certo un fatto insolito), l'intera famiglia si trova sul lastrico. In questa gravissima situazione inevitabilmente aumentano i giovani fra i 18 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori: parliamo di 7 milioni di giovani, di cui il 42,8% è costituito dagli occupati; sono in particolare i giovani del Mezzogiorno a soffrire questa situazione in quanto, rileva il rapporto, ben due terzi dei giovani meridionali under 34 vive con i genitori, contro i giovani settentrionali, che sono la metà. Questi sono i cosiddetti "bamboccioni" che Brunetta vorrebbe fuori casa a 18 anni, ma i dati parlano chiaro: è sempre più difficile quando non impossibile per un giovane lavoratore con uno stipendio da fame, o precario, o disoccupato, o addirittura studente permettersi un'abitazione propria. In queste condizioni, i cosiddetti "bamboccioni" non possono che continuare ad aumentare. La tendenza è la stessa anche in Europa, dove si registra circa un 20% di giovani disoccupati, dove le più penalizzate sono le donne. Questo è il frutto della crisi del capitalismo e della macelleria sociale imbastita dal governo Berlusconi. Il sistema borghese sta distruggendo il futuro dei giovani, li sta condannando alla precarietà a vita quando va bene, alla disoccupazione nei casi peggiori; casi che però sono in costante aumento, come testimoniano i dati, nonostante Berlusconi e i suoi gerarchi vaneggino che va tutto bene, mentre approntano manovre che non faranno che peggiorare la situazione. La stessa OCSE va dicendo che il governo sta agendo bene e prevede la crescita per l'Italia. Le lavoratrici e i lavoratori, specie giovani, vivono tutta un'altra storia, ben lontana dai vaneggiamenti dei signori borghesi del palazzo, che dalla crisi sono stati appena sfiorati. L'unico modo per cambiare la situazione non sono le manovre antipopolari di Tremonti né sperare che il governo cambi rotta (come auspica il parlamentare PD Francesco Boccia), ma mobilitarsi per abbattere il governo Berlusconi della macelleria sociale, del bavaglio ai media e della restaurazione del fascismo. Intanto partecipiamo in massa allo sciopero generale di 4 ore promosso dalla CGIL, e tutti in piazza alle manifestazioni che si terranno. *Responsabile per il lavoro giovanile del Comitato centrale del PMLI 9 giugno 2010 |